A COLLOQUIO CON GIANLUCA DI DONATO di Giovanni Moschella

 Ci parli dei suoi studi e della sua formazione.

Ho iniziato a suonare all’età di 5 anni per pura combinazione poi a 10 sono entrato in conservatorio (Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino, ndr) dove mi sono diplomato nel 1995 dopo un periodo molto turbolento, perché dovetti sostenere in poco più di 4 mesi l’esame di Armonia storia della musica ottavo anno e diploma. Una figura fondamentale nella mia formazione è stato il grande Aldo Ciccolini con il quale ho studiato per cinque anni. Nel 1998 ho vinto una borsa di studio che mi ha portato al Mozarteum dove poi sono ritornato nel 2000 per perfezionarmi. Molti consigli importanti li ho ricevuti da Lazar Berman e soprattutto Andras Schiff che mi hanno insegnato la purezza e la totale dedizione all’arte.

Grazie a tutti loro ho capito che senza studio non si ottiene nulla, ed anzi, più si ha talento, più si deve studiare, studio che, ben inteso, non significa solo sedere a pianoforte, ma soprattutto leggere la partitura conoscere la musica ed approfondire gli aspetti storici ed umani di ogni singolo compositore

Quando nasce l’interesse per il pianoforte.

Come ho detto ho iniziato a 5 anni quando senza aver mai toccato un tasto in precedenza mi sono seduto al pianoforte perché mi nonno, che aveva l’abitudine di suonare ogni pomeriggio, un giorno non lo fece e così spontaneamente lo feci io!!

 

Spesso tiene concerti anche fuori dal territorio italiano, c’è differenza nel recepire la musica classica rispetto al nostro paese.

Non c’è una sostanziale differenza, posso dire che in certi casi (Germania, Giappone) il pubblico è silenziosissimo cosa che non sempre capita da noi. Quello che è macroscopico è il livello della domanda culturale e soprattutto la risposta che viene fornita. Paradossalmente all’estero lo Stato sovvenziona meno che da noi ma lo fa solo per i grandi enti e la moltitudine di festival e stagioni concertistiche è finanziata da sponsor che comportano un inevitabile livello artistico molto alto ed ecco perché il pubblico è spesso molto preparato. Se a questo uniamo la partecipazione dei media alla diffusione di programmi e servizi si grandi nomi delle musica ci possiamo fare un quadro delle differenze tra alcuni paesi ed il nostro che comunque resta imbattibile nel suo patrimonio storico solo che troppo spesso viene abbandonato o scarsamente considerato in tutto il suo potenziale socio economico.

 

Ha tenuto concerti presso l’Abbazia di Goleto e presso il santuario di Montevergine, perché la scelta di queste location e come sono state queste esperienze.

Queste sono punte di diamante del patrimonio storico irpino che gridano vendetta per le poche possibilità che hanno di ospitare grandi eventi ma soprattutto di qualità. Ho suonato solo una volta a Montevergine presso la sala del capitolo che in pratica ho inaugurato io in concerto organizzato da Piueconomia Campania ed è stata un’esperienza esaltante ed emozionante sotto tutti gli aspetti, per l’organizzazione, la presenza del pubblico ed anche il risultato artistico. Per il Goleto nutro da anni un’autentica venerazione, ho suonato una decina di volte dal 2004 ad oggi e nel 2007 organizzai un festival che fu un trionfo. Cosa che voglio rifare  nel 2014 perché è assurdo che un luogo del genere non abbia una programmazione artistica di livello in modo continuo. Ho già chiamato alcuni miei colleghi di livello mondiale come il soprano tedesco Margriet Buchberger e la violoncellista russa Elena Skvortsova che mi hanno dato la disponibilità a suonare e poter portare in Irpinia artisti di questo calibro, con i quali il prossimo anno suonerò, sarebbe per me motivo di grande vanto ed orgoglio. Spero di trovare persone sensibili ed attente disposte ad aiutarmi nell’organizzazione del tutto. Solo attraverso la creazione di iniziative di qualità e ben pubblicizzate si potrà portare un turismo sano e nuovo nella nostra terra.

 

Quali sono i suoi interessi oltre al pianoforte e alla musica classica.

La musica, fatta di ricerca, studio, concerti ed insegnamento (presso l’Accademia Caracciolo) mi assorbe tantissimo ed anzi credo che sia sempre troppo poco il tempo che gli dedico, ma non dimentico che sono sposato ed ho due gemelli di 9 anni che hanno bisogno, come è giusto che sia, di un padre attento.

 

Grazie per la gentile intervista e buon lavoro.

 

Giovanni Moschella

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