A ROMA L’IMPRESSIONISMO AL VITTORIANO

Dopo la mostra “Musée d’Orsay. Capolavori” in programma fino allo scorso giugno al Vittoriano, il Complesso nel cuore di Roma prolunga il dialogo con il Museo d’Orsay e porta in città altre sessanta opere, con l’intenzione di concentrarsi sulla costruzione di un ritratto della società parigina della seconda metà dell’Ottocento, attraversata dai grandi mutamenti artistici, culturali e sociali di cui gli impressionisti furono esponenti e testimoni.
Dal 15 ottobre 2015 al 7 febbraio 2016, la rassegna intitolata “Dal Musée d’Orsay Impressionisti. Tête à tête” presenta un’accurata selezione di autoritratti, ritratti e scene di vita mondana, curata da Guy Cogeval, presidente dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie, con la curatela scientifica di Xavier Rey, direttore delle collezioni e conservatore del dipartimento di pittura del Musée d’Orsay, e di Ophélie Ferlier, conservatore del dipartimento di sculture del Musée d’Orsay.

All’interno del percorso espositivo, i volti, gli abiti, le posture, gli accessori e le ambientazioni diventano oggetto di un’indagine tesa a ricostruire il milieu culturale e sociale in cui gli Impressionisti operarono, e a cogliere al tempo stesso la potenza di un rinnovamento stilistico che scelse di rappresentare la vita moderna anticipando la fotografia.
Tra le opere scelte per l’esposizione capitolina spiccano capolavori come “Il Balcone” (1890) di Manet, ritratto della borghesia parigina di fine Ottocento; “Jentaud, Linet et Lainé” (1871) di Edgar Degas che immortala tre uomini seduti all’interno di un caffè in un momento di relax; “L’altalena” (1867) di Pierre-Auguste Renoir, che lavorando sulla luce restituisce il ritratto di un istante effimero; e ancora “Donna con caffettiera” (1890-1895), l’“Autoritratto” (1875) e “Il giocatore di Carte” (1890-1892) di Paul Cezanne.

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