CUSTODIRE L’UOMO E IL CREATO CON TENEREZZA
Custodire il creato e ogni persona soprattutto i più deboli e più piccoli con tenerezza. Questo il tema che ha segnato la prima omelia del Papa Francesco al popolo di Dio, durante la celebrazione di investitura.
Queste le sue parole:…
“La missione che Dio affida a Giuseppe è quella di essere custode di Maria e Gesù, una custodia che si estende a tutta la Chiesa. Giuseppe ha vissuto la sua vocazione nel silenzio, nell’umiltà e nella fedeltà totale anche quando non comprendeva, l’ha vissuta ogni giorno nella quotidianità della casa e del laboratorio. Giuseppe vive la vocazione nella totale apertura al progetto di Dio. Dio non desidera una casa costruita dall’uomo ma la fedeltà piena e l’abbandono alla sua volontà, sarà Lui a costruire la casa per l’uomo che si lascia guidare. La custodia è un compito che precede il cristianesimo perché è umano e riguarda tutti. Come ci ha insegnato San Francesco d’Assisi, è avere rispetto per l’ambiente in cui viviamo e per ogni persona, specialmente per i bambini e per i vecchi, i più fragili. I coniugi si custodiscono e poi custodiscono i loro figli e poi i loro figli li custodiscono, quando diventano vecchi. Anche nell’amicizia c’è custodia. Siate custodi dei doni di Dio. È quando veniamo meno a questa custodia che diamo spazio alla distruzione. È successo tante volte nella storia dell’umanità, perciò mi rivolgo a coloro che occupano posizioni di responsabilità economiche e sociali affinché siano custodi della creazione, custodi dell’altro.
Ma per custodire l’altro dobbiamo prima custodire noi stessi. L’odio, l’invidia, la superbia sporcano le nostre vite. Dobbiamo vigilare sui nostri sentimenti perché è nel nostro cuore che si generano i conflitti. Non dobbiamo avere paura della bontà e della tenerezza. Il custodire chiede di essere vissuto con tenerezza, che non è la virtù del debole, ma denota fortezza d’animo e capacità d’amore.
Celebriamo l’inizio de ministero del vescovo di Roma che comporta un potere. Ma qual è questo potere? Quello conferito da Gesù a Pietro: Pasci le mie pecorelle! Non dimenticate che il vero potere è il servizio. Anche il Papa deve fare servizio e questo ha il suo vertice luminoso sulla croce di Cristo. Apriamo le nostre braccia ai più deboli, ai più piccoli.
Nella seconda lettura San Paolo riferendosi ad Abramo lo dice “saldo nella speranza contro ogni speranza”. Anche oggi abbiamo bisogno di vedere la speranza e di custodire con tenerezza è aprire la luce alla speranza e dare il calore della speranza. La speranza è fondata sulla roccia che è Dio. Pregate per me. Amen”
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