LE CINESI DI GLUCK IN SCENA AL CIMAROSA DI AVELLINO

Stasera alle 17,30 lo spettacolo teatrale che avrà luogo nell’Auditorium “V.Vitale” del Conservatorio “D.Cimarosa” di Avellino.

Dal gioco e dalla voglia di sperimentare un nuovo modo di rappresentare un testo lirico nasce l’idea di alcuni studenti del Conservatorio di Avellino, guidati dal loro Maestro, di mettere in scena Le Cinesi di Christoph Willibald Gluck. Il musicista, di cui si celebra il trecentenario, realizzò l’opera sul libretto di Metastasio e la rappresentò per la prima volta nel 1754.  E’ la storia di un gruppetto di giovani donne cinesi che per sfuggire alla noia si riuniscono nella casa di una di esse, Lisinga, e decidono di recitare alcune scenette di vita quotidiana, dalle più drammatiche alle più comiche. La mascherata è resa più interessante dall’entrata imprevista del fratello della padrona di casa, Silango, che anima il circolo con i suoi racconti sulla vita parigina. Decretare la scenetta migliore sarà un compito difficile e le donne decidono di concludere il loro pomeriggio spensierato con un balletto, intitolato il “Giudizio di Paride”, che accontenterà tutte e quattro. Abbiamo incontrato il Direttore d’orchestra, il Maestro Pasquale Tizzani e la regista e protagonista dell’opera Marina Esposito i quali vi danno appuntamento all’Auditorium del Conservatorio di Avellino mercoledi 11 giugno alle ore 17,30.

Marina, come vi siete preparati allo spettacolo?

La cosa è nata quasi per scherzo, dal prendere in giro il nostro insegnante, il M° Tizzani, sul fatto che le sue classi fossero piene di allievi cinesi e che lui si stava affezionando più a loro che a noi. Così, a gennaio ci ha proposto di provare alcune arie tratte da “Le Cinesi”di Gluck insieme ai suoi allievi di didattica; l’esperimento è riuscito talmente bene che ha deciso di metterla in scena. Il testo però doveva essere adattato ed il Maestro me ne ha dato l’opportunità, riponendo in me grande fiducia e facendomi appassionare allo studio del libretto di Metastasio.

 

Quali adattamenti sono stati apportati al testo originale?

Il testo è stato per me una scoperta! Ma occorreva fare alcune riduzioni ed inserire un espediente per alleggerire un testo scritto per un pubblico del 1700. Ho pensato ad un fermo immagine, una sorta di “coscienza” che bloccasse la scena per spiegare ciò che sta per accadere e che collegasse le varie scene. In questo modo l’opera si è trasformata in un singspiel, perché sono state introdotte vere e proprie parti recitate, ed è diventata una sorta di teatro in prosa con l’inserimento di un narratore.

Si tratta di un esperimento che ha l’obiettivo di rendere meno complessa un’opera, ma ritengo possa essere sviluppato soprattutto per quelle non di repertorio per far avvicinare a questo mondo non soltanto i più giovani ma anche per ascoltare ogni tanto qualcosa di più leggero.

Quali sono le vostre emozioni all’approssimarsi della prima?

Ci accingiamo allo spettacolo con senso di responsabilità nei confronti del nostro insegnante e del pubblico ma anche con la leggerezza e la consapevolezza di non essere ancora dei professionisti. Per noi è un primo banco prova, soprattutto per le ragazze del primo livello e per il ragazzo che sta frequentando ancora il primo pre-accademico. Didatticamente è un’esperienza molto formativa e ringraziamo il nostro Maestro per averci regalato questa opportunità.

M° Tizzani perché ha scelto quest’opera?

Avevo in mente di farla da un po’, poi, quest’anno ricorrono i trecento anni dalla nascita di Gluck, autore dell’opera e quindi mi è sembrato giusto proporre la mia idea. Inoltre grazie al progetto Erasmus attivo nel nostro Conservatorio collaboriamo da anni con molti allievi cinesi di canto che si iscrivono nel nostro Istituto. Io ce la metto tutta affinché questi giovani, una volta ritornati in patria, possano raccontare dell’esperienza della cultura italiana, non circoscritta soltanto alle opere di Verdi o Puccini ma estesa anche ad altre rappresentazioni meno famose ma non meno interessanti.

Come è stata accolta la sua idea dagli allievi?

Premetto che per me è importante, oltre alla didattica, anche mettere in scena ciò che i miei studenti apprendono durante il corso di studi, perché solo così possono sperimentarsi ed arricchire il loro bagaglio di esperienze. E’ fondamentale dare loro la possibilità anche di sbagliare, ma nello stesso tempo di migliorarsi e di  vincere le proprie paure. Non siamo un Ente lirico ma una scuola, dove si sbaglia ma soprattutto si impara! Sono felice che tutti i miei studenti abbiano risposto con grande entusiasmo e partecipazione. Per quest’anno la rappresentazione è in italiano, quindi i protagonisti sono gli allievi italiani, ma anche alcuni dei miei studenti cinesi hanno imparato le parti e provato con noi e con l’orchestra. Ci hanno inoltre dato utili suggerimenti sull’allestimento delle scene, sul trucco e sui costumi orientali. Per me è importante coinvolgerli in ogni iniziativa, perché la musica è un’esperienza a 360°.

L’anno prossimo, quando i ragazzi stranieri padroneggeranno la lingua, d’accordo con il Direttore, si può pensare di inserirli nello spettacolo, facendoli esibire in italiano.

C’è anche in progetto una piccola tournè.

Si, l’opera verrà rappresentata proprio in Cina, in occasione del breve soggiorno che dal 24 luglio al 4 agosto mi vedrà impegnato insieme al M° Ilario Nicotra per le selezioni degli allievi di canto cinesi che hanno fatto domanda d’iscrizione per il prossimo anno al nostro Conservatorio.

Devo ammettere inoltre che con tutti questi impegni anche io ho imparato un po’ di cinese per sentirmi più vicino ai miei studenti e per far sì che l’interscambio culturale avvenga anche sul piano della lingua. 

                                                                                                                 Gemma Alifano

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