Donne nei secoli. Le avventure di Freya Stark

«Il momento dell’emancipazione ancora oggi conserva quella delizia, come se tutto il mondo venisse incontro ad abbracciarti come un’onda.»

Il tema dell’emancipazione, in particolar modo quella femminile, è ancora ostico e complesso. Al giorno d’oggi si dibatte a lungo su argomenti come parità dei sessi, opportunità, integrazione del genere femminile. Fin dall’antichità le donne hanno avuto nella società un ruolo prettamente casalingo, la donna era: “l’angelo del focolare” così scriveva a malincuore Virginia Woolf.

Quest’onda dolce e inebriante sopracitata veniva descritta da Freya Stark, scrittrice di viaggi, fotografa, avventuriera e donna, protagonista del ‘900.

Freya nacque il 31 gennaio del 1893 a Parigi, da Flora e Robert Stark, bohemién inglesi che studiavano e vivevano di pittura. Freya si dimostrò fin dalla tenera età una bambina curiosa, appassionata di letteratura, scrittura, fotografia e viaggi, tutte passioni che conservò per il resto della sua longeva vita. Le figure femminili di riferimento per Freya, furono sua madre Flora e sua sorella Vera, le quali ebbero un approccio alla vita totalmente diverso dal suo. Il grande sprone, infatti, fu proprio distaccarsi dal loro modo di essere, piuttosto che adeguarsi. Una vita tranquilla in un piccolo paesino, con marito e figli, era per Freya, lo scenario più simile all’infelicità.

Nata in un’epoca nella quale le mansioni femminili erano direzionate a scopi ricreativi e quindi non classificabili come veri e propri impieghi, Freya studiò, per gran parte della sua vita, sentendosi già privilegiata per aver avuto accesso alla cultura. Dopo essersi dedicata all’arabo e al persiano al Bedford College di Londra e alla School of Oriental and African Studies, entrambe succursali dell’University of London, deviò il suo percorso per conseguire il titolo in Storia; inoltre, gli anni dell’università per Freya furono bruscamente interrotti dalla Grande Guerra, durante la quale non restò dietro le quinte, al contrario diventò crocerossina e diede il suo contributo al fronte.

Arrivata all’età di 37 anni i libri non le bastarono, desiderava viaggiare, espandere la sua conoscenza del mondo, infrangere tutte quelle barriere e quei confini che le erano sempre stati imposti, così decise di intraprendere la prima delle tante avventure, conciliando la passione per le lingue e quella per la storia, dirigendosi verso Beirut, in Libano.

Durante quella prima esplorazione Freya venne per la prima volta a contatto con la civiltà e la cultura che aveva solo studiato fino a quel momento e così trascorse quattro mesi migliorando il suo arabo per dirigersi poi verso Baghdad. Si sistemò in una casa paludosa nell’Amara Quarter, che scoprì solo dopo essere un quartiere di bordelli; le prostitute, infatti, vi abitavano e lavoravano proprio lì sotto gli occhi di tutti. Per Freya fu scandaloso vedere come fosse tutto così tacitamente approvato. Ma i cittadini, piuttosto che scandalizzarsi per la prostituzione, esprimevano il loro disappunto nei suoi confronti, perché ritenevano sconveniente che una donna inglese fosse andata ad abitare in un quartiere del genere. Col tempo Freya capì che l’unico modo per essere accettata all’interno della società̀ fosse sottostare a determinati comportamenti e condizioni. Infatti, durante queste prime esperienze, tutto ciò che la Stark desiderava era integrarsi e appartenere finalmente a un luogo, invece sembrava che tutte le persone, in particolare gli uomini che erano accanto a lei, fossero troppo distratti dalla gerarchia sessuale, per poterle permettere un’integrazione concreta.

Volendo contestualizzare la figura di Freya all’interno del mondo orientale, la Stark fu una delle prime donne occidentali a spingersi a viaggiare nel Deserto Arabico, ma esplorò anche aree in cui pochi europei, e soprattutto donne sole, erano stati. Le fu conferita la Royal Asiatic’s Burton Memorial Medal, fu la quarta persona e la prima donna a riceverla. E fu nominata Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Di questo parlano i suoi scritti; questo Freya racconta con passione e dedizione negli oltre 30 volumi a noi pervenuti. Descrivendo i paesaggi mozzafiato, carichi di storia, Freya riscopre sempre un po’ di più sé stessa, usandoli come spunti per una profonda introspezione, portando così il lettore non solo a proiettarsi nei luoghi citati, ma a immedesimarsi in questioni private dell’autrice.

Anche se ancora poco nota al grande pubblico, Freya Stark ha fornito un contributo fondamentale alla letteratura femminile, ponendo le basi, anche in paesi all’epoca retrogradi e strumentalizzati dalla figura maschile, per una maggiore comprensione dell’indipendenza e di quello che, erroneamente, potremmo chiamare coraggio. Perché nessuna donna, dovrebbe sentirsi coraggiosa, nell’essere semplicemente sé stessa.

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About Gabriela Grieco

Classe 1998, laureata alla magistrale in Interpretariato e Traduzione. Le sue lingue di competenza sono l’inglese e lo spagnolo. Appassionata di fotografia e recitazione, frequenta attualmente l’Accademia dello Spettacolo e del Musical di Baronissi. Amante della scrittura vuole impegnarsi nel diventare giornalista pubblicista.