Film. Don’t look up di Adam McKay. La recensione

Don’t look up è l’ultimo film del regista Adam McKay in uscita da settimane al cinema e da pochi giorni su Netflix. È una commedia satirica pseudo-tragica che, come tutti i lavori di qualità, divide la critica ed è diventato al centro di discussioni discordanti. Un film costato 75 milioni di dollari che vanta un cast di attori illustri, da Meryl Streep, che interpreta cinicamente la presidente degli USA, Leonardo di Caprio e Jennifer Lawrence, i due astronomi, la conduttrice tv interpretata da Cate Blanchett e il guru tecnologico interpretato da Mark Rylance per citarne alcuni.
Al centro del film una grande cometa di nove km di diametro che potrebbe colpire la Terra e annientare l’umanità, nel generale disinteresse di chi dovrebbe provare a prevenire il disastro.
Jacopo Fo scrive sui social che è un film che testimonia quanto la storia sia fatta dalla stupidità umana, di quanto i disastri ambientali non dipendano dalla crudeltà di pochi, ma dalla stupidità dei tanti. Le persone al potere compiono azioni devastanti per l’umanità intera senza trarne vantaggi personali e quindi per pura stupidità. Parere condivisibile se si pensa a come stiamo riducendo l’unico mondo che abbiamo a disposizione. Ma il film è uno specchio della nostra modalità di vita immersi come siamo in un mondo mediatico di forma che rende l’essenziale sempre più invisibile allo sguardo superficiale, disattento, distaccato a ciò che ci accade. Quanto alla presidente, in modo grottesco rispecchia la nostra miope classe dirigente proiettata su sé stessa, sulla propria sopravvivenza di status, tralasciando l’unico scopo che dovrebbe nutrirli: il bene comune di cui si avvantaggerebbe essa stessa.
Il monito del potere, durante il film (senza spoilerare troppo, trattandosi del titolo del film), è di “non guardare in alto”, ed è seguito stupidamente dalla massa, ma è proprio l’opposto di ciò che dovremmo fare ogni giorno e cioè “alzare lo sguardo” al di sopra della mediocrità dell’umano che incontriamo quotidianamente nelle nostre vite.
Il film è stato criticato per i troppi temi affrontati, legati alla complessa realtà che viviamo, come quello dei social, che sembrano da una parte metterci in rete con il globo intero, offrendoci invece tutto e il contrario di tutto, disorientandoci ed illudendoci di controllare il reale troppo spesso, invece, perso di vista. Una commedia tragica che in ogni caso fa riflettere.
Candidato a quattro Golden Globe e nei suoi primi tre giorni su Netflix ha accumulato un totale di oltre 111 milioni di ore di visione con una valutazione media intorno al 7. La visione è consigliata, prima che ci possa colpire una cometa che nel nostro immaginario resta la benevola guida che illumina i nostri re magi il 6 gennaio.
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