IL SEGRETO DEL MIRACOLO AMERICANO

I giornalisti campani si incontrano a Napoli, nel complesso monumentale di San Marcellino, per discutere con il professore Massimo Teodori del ruolo geopolitico degli Usa.

 

“Il miracolo americano è la capacità di autocorrezione istituzionale, grazie al quale gli Stati Uniti si sono imposti come superpotenza mondiale del XXI secolo”. Questo è il succo della lucida riflessione sulla ragione del potere degli stati uniti nel sistema politico mondiale, proposta dal professore Massimo Teodori, uno dei massimi esperti italiani di storia americana, già docente dell’Università di Perugia.

Ripercorrendo le pietre miliari della storia statunitense, dai primi del Novecento a oggi, il professore spiega come i grandi errori commessi dalle istituzioni abbiano portato altrettanti passi in avanti. Il discorso ruota intorno al Bill of Rights, la carta dei diritti del cittadino contenuta nella costituzione americana, e di come i suoi nobili principi siano stati messi in discussione da numerosi avvenimenti. Uno dei meno conosciuti è la reclusione in campi di internamento di centoventimila cittadini americani di origine nipponica in seguito all’attacco di Pearl Harbor. L’isteria collettiva e l’odio verso il popolo giapponese portarono le stesse istituzioni a violare i diritti di cittadini. Il governo usa si è scusato e risarcito le vittime di quel sopruso, solo nel 1988. Altri esempi li abbiamo con la guerra del Vietnam e in Corea, o il caso Watergate, tutti hanno lasciato profonde ferite nel cuore della nazione americana. Tuttavia, la grandezza di questo paese è di avere a disposizione un complesso organismo politico e istituzionale che permette di assimilare gli errori e migliorare. Un sistema che consente l’alternanza quasi perfetta di entrambi gli schieramenti politici, democratici e repubblicani, a dimostrazione del rifiuto dell’elettorato americano nei confronti di poteri accentrati e radicati. Questo, afferma il professore, è inspiegabile razionalmente, in altri paesi i cambiamenti arrivano dall’esterno, ma non negli Stati Uniti.

Tutto ciò si riflette sui giorni nostri. Nella metà del secolo scorso c’era il bipolarismo formato da Stati Uniti e URSS, due blocchi contrapposti e ben definiti con culture e politiche agli antipodi. Nel corso del Novecento la potenza sovietica si è sbriciolata e gli equilibri sono cambiati. Molti prevedevano la nascita di un unico polo di potere sotto l’egemonia statunitense, che avrebbe portato pace e stabilità. Tutto questo, chiaramente, non è avvenuto e gli Usa si sono trovati coinvolti in diversi scontri armati in Nord Africa e Medio Oriente. L’ingresso della Cina come superpotenza è stato un “fuoco di paglia”, e il grande paese asiatico si trova a fare i conti con una cultura e un sistema politico arretrai.  La svolta si è avuta col presidente Obama, che per primo ha attuato una politica di non intervento, limitato, semmai, a raid aerei e missioni portate a termine dai droni. Il problema, sottolinea Teodori, è che con l’assenza degli Usa molti stati non-stati come Isis ecc creano scompiglio alle porte dell’Europa, non in gradi di difendersi da sola. Ora preoccupa la Russia, che approfittando della situazione, sta cercando di prendere il possesso delle zone medio orientali.

Lo stimolante incontro è inserito nel ciclo di corsi di aggiornamento per i giornalisti aderenti all’Ordine Regionale della Campania presieduto da Ottavio Lucarelli. Tali occasioni consentono lo scambio di idee e l’arricchimento del bagaglio culturale di coloro che svolgono la professione giornalistica, anche grazie al confronto con esperti dei settori più disparati.

 @Riproduzione Riservata                                                                             Flavio Uccello

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