“IMPARA L’ARTE” A MODENA. DAL 29 GENNAIO IL SECONDO APPUNTAMENTO

Dal 29 gennaio si terrà a Modena, presso il Palazzo dei Musei, la seconda parte di “Impara l’arte. Introduzione alla ricerca contemporanea”, la rassegna artistica che si interroga su teorie e pratiche sull’arte attraverso il dibattito tra illustri maestri del pensiero contemporaneo e la testimonianza di curatori e direttori di gallerie e musei d’arte. 

Tre incontri a ingresso libero per conoscere il lavoro di tre grandi artisti odierni raccontati da chi li ha conosciuti e ne ha seguito personalmente la ricerca. 

Il primo appuntamento è con Guido Costa che condurrà il pubblico “Nell’atelier di Nan Goldin”. Titolare della Guido Costa Projects di Torino, amico e rappresentante per l’Italia del lavoro della grande fotografa statunitense, Costa con proiezioni e brevi filmati farà scoprire un’artista romantica ed anti-ideologica, capace con il suo lavoro anticonvenzionale di superare le categorie ‘ufficiali’ della ricerca fotografica.

Venerdì 5 febbraio sarà la volta di Danilo Eccher che introdurrà i presenti “Nell’atelier di Christian Boltanski”. Già direttore della  GAM di Bologna, del Macro di Roma e della  GAM di Torino, amico e curatore delle grandi mostre di Boltanski in Italia, Eccher ripercorrerà i lavori più noti dell’artista francese – sale cosparse di fiori che rinsecchiscono, cumuli di vestiti ripiegati e accatastati su sterili ripiani, muri di scatole di cartone o di zinco su cui è riconoscibile la fotografia di una ignota presenza – per restituire il senso di una ricerca che ha al centro il tema della memoria e l’esperienza della perdita.

Il terzo e ultimo appuntamento della rassegna è in programma venerdì 12 febbraio  con Gianfranco Maraniello che porterà il pubblico “Nell’atelier di Giuseppe Penone”. Già direttore della GAM di Bologna e ora del MART di Rovereto, conoscitore e amico di Penone per aver curato sue importanti mostre italiane, Maraniello parlerà della ricerca di questo grande artista anche attraverso video inediti segnalando che “L’arte di Penone deriva dal lasciarsi appartenere al cielo e alla terra”: stringere l’albero sapendo che il tronco ricorderà il contatto della mano e modificherà la propria crescita, così come lasciare l’impronta del proprio corpo lungo il corso di un fiume sono gesti che collocano la scultura nel tempo piuttosto che nello spazio.

 

Informazioni on line  su www. imparalartemodena.it;  www.festivalfilosofia.it

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