IN3DIBILE AL MAKERS MODENA FABLAB

Oggi ogni notizia passa in second’ordine rispetto all’attacco che ha subito Parigi. Per dovere di cronaca WWWITALIA continuerà la sua attività di informazione nel rispetto del dolore che ha colpito i nostri fratelli francesi, rivolgendo il primo pensiero a loro.

 

La stampa 3D come risposta ai bisogni di molte disabilità 

Mostrata sabato scorso a Modena la tecnica di creazione di ausili personalizzati per rispondere alla disabilità utilizzando la le tecniche della stampa tridimensionale.

Ciò che sembrava impossibile oggi diventa fattibile e in tempo reale grazie all’uso di avanzate tecnologie oggi alla portata di chi ne ha bisogno. È quello che ha dimostrato IN3DIBILE, un progetto sull’autonomia che parte da Modena, grazie alla collaborazione tra Università di Modena e Reggio Emilia (Corso di Laurea di Terapia Occupazionale), Makers Modena FabLab e Fondazione Democenter, ma che aspira a diventare piattaforma di progetti globale.

Il FabLab di Modena è fornito di stampanti 3D e altre attrezzature all’avanguardia, necessarie alla realizzazione degli oggetti di uso quotidiano che rendono più facili le azioni dei soggetti colpiti da disabilità, in collaborazione con gli stessi utenti. La presentazione tenutasi sabato scorso ha riscosso il plauso degli intervenuti: una ventina di makers ha incontrato una decina di malati di artrite reumatoide per progettare e realizzare sul momento oggetti personalizzati; quelli che richiedono approfondimenti di natura sanitaria sono in via di realizzazione. L’esperienza promette di stravolgere l’dea che abbiamo di accesso facilitato nella vita quotidiana, rendendo meno costoso il ricorso a questi strumenti. Le soluzioni, come ha dimostrato IN3DIBILE sono possibili e senza miracoli, basta mettere insieme pazienti disponibili a sperimentare, terapisti occupazionali preparati e makers visionari e capaci.

L’idea di IN3DIBILE nasce da un progetto di laurea di Angelo Bottini, laureando in Terapia occupazionale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (discuterà la tesi il 19 novembre) che ci spiega: «La nostra è una professione sanitaria che rientra nell’ambito delle terapie di riabilitazione. Purtroppo ancora non è molto diffusa in Italia, ci sono meno operatori rispetto ad altri paesi europei, mentre le disabilità sono ovviamente presenti e ogni giorno creano disagi e difficoltà gravi a un gran numero di persone e alle loro famiglie. L’idea è di creare oggetti di ausilio su misura. La stampa 3D è la risposta tecnologica, ma perché possa funzionare, e io ho lavorato su questo, servono le indicazioni specifiche dei pazienti, qualcuno che sappia tradurle in idee progettuali (il terapista occupazionale) e poi il soggetto in grado di trasformare il tutto in un oggetto funzionale, che costi poco e che sia immediatamente utilizzabile. Da qui l’idea di coinvolgere Makers Modena FabLab».

Infatti, secondo Bottino, molte persone con problemi tendono a nasconde la malattia e a non utilizzare oggetti e strumenti in grado di migliorare la loro vita, mentre la partecipazione alla progettazione e alla creazione degli oggetti crea un legame diretto, che aiuta a superare le remore di natura psicologica, a volte anche più problematiche di quelle di ordine pratico.

Eleonora Davide

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