ITALIA DIVISA SULLA QUESTIONE MARO’

(22-03-2013) Divide l’Italia la questione dei marò, ora rimandati in India per affrontare le conseguenze dell’incidente accaduto il 15 febbraio del 2012 nelle acqua internazionali al largo delle coste del’India (Kerala)…

I due militari italiani erano di servizio per protezione antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana. In seguito all’avvicinamento, considerato sospetto, di un peschereccio indiano, il St.Antony, alla petroliera, la situazione di allarme era precipitata fino all’uccisione di due pescatori indiani. Quando la nave italiana è stata invitata dalle autorità della guardia costiera ad avvicinarsi alla costa, queste hanno preso in consegna i due fucilieri italiani, avviando le indagini sul loro conto per stabilire il loro grado di colpevolezza.

Nonostante le richieste del governo italiano, intenzionato a giudicare in Italia i due marò, il governo indiano non volle sentire ragione ricusando l’appello all’extraterritorialità  – che prevedrebbe la sovranità dello stato di cui la nave, su cui si sono svolti i fatti, batte bandiera- e trattenendo i due fino a Natale in India. Molte allora furono le manifestazioni in difesa dei militari italiani, trattenuti in India in violazione del diritto internazionale. Poi, l’apertura delle trattative sul caso portò il governo indiano a concedere un permesso straordinario per Natale, dopo il quale Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornarono in India.

Un altro permesso è stato concesso qualche settimana fa in occasione delle elezioni in Italia. Dopo di ché l’Italia ha rifiutato di riconsegnare i due marò, provocando un vero e proprio incidente diplomatico.

Stamattina sono in viaggio per New Delhi perché il ministro Terzi ha ceduto sulla questione, a sua detta perché sono stati raggiunti accordi sul trattamento dei due militari e sull’esclusione della pena di morte, che in India è in vigore ed è anche applicata. L’atto di forza del governo italiano, avrebbe assicurato Terzi,  era servito ad ottenere condizioni di tutela per i fucilieri.

Come dicevamo, ora la gente si divide sul caso.

C’è chi ritiene il governo italiano molle nei confronti dell’India, di fronte alla quale avrebbe chinato la testa, in un atteggiamento perdente e riprovevole. In questo caso i marò sarebbero un pretesto per mostrare potenza da parte di chi dispone di maggiore “peso” a livello internazionale. Così si sarebbe saggiata anche la forza dell’Italia in caso di controversie internazionali di maggiore importanza. Ricordiamo che l’India ha la sua bomba atomica.

Bene, dall’altra parte c’è chi, invece, aveva condannato la protezione di due assassini che li aveva sottratti alle loro responsabilità, considerando giusta la reazione del governo indiano, che aveva messo in seria difficoltà materiale l’ambasciatore italiano bloccandolo ai domiciliari.

a verità probabilmente ci sfugge proprio a causa della complessità della situazione e dei punti ciechi che la questione offre, il ché lascia ipotizzare che dietro ci sia di più e altro rispetto a quello che ci hanno voluto raccontare. È possibile che l’incidente non fosse proprio un incidente, che i pescatori non fossero proprio pescatori e che i marò fossero lì per altri motivi. Il fatto che si siano consegnati con docilità al governo indiano, permettendo alla nave di attraccare presso la costa; il fatto che siano tornati indietro dopo la licenza natalizia; il fatto che dopo le elezioni non siano stati rimandati in India, fanno pensare. La missione di Latorre e Girone poteva essere stata ordinata per altri motivi, ma alla fine la cosa è sfuggita di mano a tutti e ha coinvolto i media in modo fragoroso e neanche la solerzia dei magistrati, che intendevano accampare altri reati a carico dei due soldati, pur di trattenerli in Italia, non ha retto. Le trattative dei due governi, che probabilmente alla fine hanno avuto entrambi quello che volevano, deve essere andata in porto. Ma queste sono pure illazioni da film giallo. O no?

Eleonora Davide

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.