L’AURORA DELLA MUSICOLOGIA ITALIANA

Lo scorso 26 maggio il terzo appuntamento del Corollario Italiano, la rassegna letterario-musicale del Conservatorio “Domenico Cimarosa”  di Avellino, ci ha portato a indagare sull’”Aurora della musicologia italiana”.  Ad accompagnarci in questo viaggio nelle origini della disciplina nel nostro Paese è stato lo studioso professor Antonio Caroccia che si era già occupato dell’argomento per la Rivista della Società di Musicologia Italiana nel 2010. Corollario italiano prosegue mercoledì 3 giugno alle 15,30 con il Concerto degli allievi, il cui programma è possibile scaricare cliccando su QUESTO LINK. Mentre sui seminari, che riprenderanno  dopo la pausa estiva, vi terremo informati.

Per il professor Caroccia, è importante conoscere le basi su cui fonda la ricerca partendo dal 1894, anno in cui ha inizio una fase di presa di coscienza tra chi si occupava di critica musicale in Italia. La musicologia diventa una vera e propria scienza a Vienna a metà dell’Ottocento, quando Guido Adler (1855-1941) definì ambiti, metodi e finalità di quest’area di studi musicali. Si fa risalire la nascita della scienza in Italia alla fondazione della Rivista Musicale Italiana nel 1894 ad opera dell’editore Bocca di Torino e della pubblicazione, nello stesso anno, di saggi di musica su antichi manoscritti ad opera di Luigi Torchi (1858-1920). “La Rivista – ha raccontato il musicologo, docente del Conservatorio Cimarosa – fu  fucina di sperimentazione alla cui crescita contribuirono anche autori stranieri. Torchi propose la pubblicazione di L’arte musicale in lingua italiana (Ricordi editore) , con le edizioni critiche in notazione moderna di codici manoscritti dei secoli XIV-XVIII. Tale progetto si scontrò purtroppo con le difficoltà economiche e con il problema legato a chi avrebbe dovuto occuparsi di tale lavoro.Fatto sta che dopo il VII volume fu interrotta la pubblicazione dell’opera e l’ultima uscita avvenne nel 1903”. La decisione di trascrivere in notazione moderna la musica antica nasceva dalla necessità di staccarsi dalla tradizione tedesca, spostando l’impegno della musicologia verso studi più critici e teorici. Altra pubblicazione di Torchi fu Eleganti canzoni e arie italiane a una voce nel XVII secolo in cui l’autore utilizzò ancora un approccio di carattere critico nelle trascrizioni. Il Torchi, ha spigato ancora Caroccia, aveva trascorso la prima parte della sua carriera in Germania, dove aveva scritto diversi saggi sulla scuola strumentale tedesca e su Wagner. Quando però rientrò in Italia prese invece ad interessarsi al patrimonio musicale e strumentale nazionale. Combatté il germanesimo imperante, riaffermando la primazia italiana in campo strumentale, chiamando in causa Muzio Clementi (1752-1832) e Giuseppe Martucci (1856-1909), cui Torchi dedicò diversi saggi. Fu lui però a portare per la prima volta a conoscenza degli italiani la musica di Wagner. Così la sua duplicità si espresse nel affermare, sì una superiorità tedesca in campo strumentale, ma anche l’importanza storica del repertorio musicale italiano. Le scienze positivistiche che sono alla base del riconoscimento della musicologia come disciplina scientifica non furono sconosciute a Torchi che le aveva respirate in territorio tedesco e questo contribuì alla nascita della musicologia anche in Italia. In campo scese al fianco di Torchi anche Oscar Chilesotti (1848-1916) impegnato a recuperare archeologicamente i fasti della musica italiana. Questo musicista autodidatta che si occupò di elaborare le note biografiche dei musicisti da Palestrina a Bellini, lavorò sulla trascrizione di manoscritti cinquecenteschi, recuperando le intavolature per liuto e trasferendole in notazione moderna per chitarra. Fu filologo e musicologo trattando anche materiale popolare e ruppe l’isolamento nazionale creando una fitta rete internazionale di contatti tra studiosi di musicologia. Romain Rolland (1866-1944)  pensò a lui per organizzare la prima delegazione dei musicologi italiani, ma il musicista non vi partecipò per i cattivi rapporti che si erano creati con gli altri partecipanti. Nel frattempo a Lipsia era nata la società internazionale di musicologia e anche in altri paesi europei nascevano società a carattere nazionale. Nel 1908 a Chilesotti venne proposto di assumere la presidenza di un accordo con la società tedesca per far nascere una società anche in Italia, così questi si rivolse a Guido Gasperini (1865-1942) e Orlando Bonaventura per dare vita all’accordo. Gasperini invece approfittò delle celebrazioni per Frescobaldi a Ferrara per scavalcare Chilesotti e fondare l’Associazione Musicologica Italiana. Gasperini aveva pubblicato nel 1899 la Storia della Musica e continuò a promuovere il patrimonio musicale italiano che giaceva abbandonato nelle biblioteche del nostro Paese. Fondò “La Rinascita Musicale” organo ufficiale dell’Associazione e dette vita a una federazione dei Regi Istituti Musicali. Lavorò affinché i materiali custoditi nelle biblioteche fossero riprodotti e diffusi in modo da non venire logorati dal tempo, guardando al di là della propria epoca. Nel 1923 assunse la direzione della biblioteca del Conservatorio di Napoli, che è una delle più grandi al mondo. Con la sua morte avvenuta nel 1942 finisce anche l’attività dell’Associazione. Solo negli anni Sessanta del Novecento ci fu una rinascita dell’Associazione, ma fu solo una eco lontana di ciò che era avvenuto nella prima fase. L’incapacità di portare a termine un progetto completo fu dovuta alle invidie e alle gelosie delle personalità del tempo, ma anche a un nazionalismo esasperato. Oggi il campo di indagine della musicologia è stato allargato anche all’organologia e all’etnomusicologia.  

Al termine dell’intervento del professor Caroccia, si sono esibiti gli allievi del Conservatorio in un concerto molto coinvolgente con un piacevole fuori programma. Infatti, il Conservatorio proprio in quel momento ospitava una delegazione di allievi dell’Università di Scienze Gastronomiche di Bra (TO) in visita ad Avellino, invitati dall’Associazione Slow Food. Gli ospiti, oltre ad ammirare la struttura, le dotazioni e le collezioni strumentali, hanno potuto assistere ad una parte del concerto.      

 

 

Eleonora Davide

@Riproduzione riservata

 

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