L’ULTIMA MERAVIGLIOSA OPERA DI GIACOMO PUCCINI RACCONTATA DA FRANCESCO IVAN CIAMPA

TURANDOT  di Giacomo Puccini

20 luglio 2013 – Teatro all’aperto Puccini – Torre del Lago (Lucca)

Fondazione Festival Pucciniano

 

Gli interpreti:
Giovanna Casolla
Marcello Giordani
Mijia Kovalenska
Carlo Striuli
Orchestra e Coro del Festival Puccini

La regia: Maurizio Scaparro
Direttore: Francesco Ivan Ciampa

 

Raramente si parla dei capolavori perché a volte si ritengono scontati, ma credo valga la pena di spendere due parole per Turandot, che  è un capolavoro assoluto, sia per innovazioni timbriche e melodiche che armoniche. L’opera è una vera e propria miniera di novità teatrali e musicali. Puccini stesso viveva la creazione dell’opera come il suo ultimo grande commiato all’umanità. Il suo grande progetto (purtroppo non portato a termine) era quello di far vivere in questa favola le passioni umane reali. La principessa Turandot, “principessa di gelo”, doveva subire una vera e propria trasformazione fisica e mentale. La sua proverbiale rigidità, austerità e cattiveria doveva essere tramutata in candore, dolcezza e grazia. Tutto ciò solo grazie all’ingrediente che sempre, nel corso di tutta l’esistenza umana, ha dato la forza a noi esseri…l’amore.

Purtroppo, il suo progetto non è riuscito fino in fondo perché la fine della vita lo sopraggiunse prima che Puccini potesse stendere l’ultimo duetto dell’opera. Poche pagine rimasero come appunti di quel progetto che fu portato a termine dal compositore Franco Alfano. Indubbiamente le scelte di Alfano furono mirate a descrivere l’apoteosi del Trionfo dell’amore utilizzando tutto ciò che era possibile dando vita ad un finale di fuochi d’artificio. Non potremo mai sapere cosa avrebbe fatto Puccini. Però ci resta la sua ultima pagina, quella della descrizione della morte di Liù. Una morte per amore. Una morte che il maestro descrive con un’atmosfera a dir poco surreale. Furono le sue ultime pagine, le ultime parole musicate: “Dormi, oblia. Liù, poesia.” E con questa magica parola, che potrebbe descrivere tutta la produzione di questo genio del teatro, Puccini saluta la vita terrestre. Come la stessa Liù”.

A regalarci la descrizione di questo capolavoro del genio musicale è Francesco Ivan Ciampa, avellinese, diplomato al Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino, assistente del grande Maestro Daniel Oren. Di lui dice: “Per me il privilegio più grande è proprio questo, quello di avere la fortuna di imparare e conoscere le opere da un grandissimo come lui. Da lui ho appreso tutto, tutti i segreti, le emozioni, i ritmi, le gioie e le sofferenze del Teatro. Ogni produzione che facciamo insieme, imparo dei segreti che custodisco come reliquie. Non smetterò mai di ringraziarlo. E’ il più grande al mondo”.

Dopo la Turandot, Ciampa,  dirigerà I Masnadieri al regio di Parma, l’Otello a Salerno e l’anno prossimo Traviata all’Opera Bastille di Parigi.

                                                                                                                    Eleonora Davide

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.