LA STORIA DEL 35 DI KEVIN DURANT

Ci sono campioni del basket americano che segnano canestri e mandano in visibilio il pubblico, firmano contratti milionari e vengono idolatrati e intervistati da giornalisti di tutto il mondo. Però poi si scopre che le partite decisive le hanno combattute fuori dai parquet, per le strade di quartieri disagiati, nella solitudine di un’infanzia complessa. Tanto complessa che è davvero difficilmente comprensibile. In questa sezione si colloca il campione indiscusso degli Oklahoma City : KEVIN DURANT .

Kevin nasce il 29 settembre del 1988 a Washington D.C., cresce con i fratelli Tony e Rayvonne, la sorella Brianna, la mamma Wanda, e la nonna Barbara, il padre li abbandona quando lui ha appena 7 mesi.

 Guidato dal fratello maggiore Tony, Kevin si dedica agli sport, e in particolare il basket. È altissimo sin da bambino, tanto che la cosa comincia a disturbarlo. In classe viene spedito sempre in ultima fila, e il ragazzo non la prende benissimo. È la nonna Barbara a rincuorarlo, «vedrai che l’altezza è una benedizione, è solo questione di tempo, ma capirai».

 

Ha 7 anni, e la mamma lo manda al Recreation Center della zona. A curare questa palestra c’è un uomo di nome Charles Craig. Quest’uomo fa giocare i bambini insegnandogli le basi del basket, e paga di tasca propria le iscrizioni e le magliette di chi non ce la fa. Insegna a Kevin a giocare, ad avere fiducia in se stesso, «sei il più forte sul campo», «un giorno sarai una superstar».  Big Chucky, così lo chiamava Kevin, diventa una sorta di padre per lui, un uomo buono di cui fidarsi.

 Kevin si trasferisce alla AAU school e qui  pone le basi per diventare il campione di oggi. Il suo coach  capisce il potenziale del ragazzo, ma sa bene che lo si può tirar fuori solo col duro lavoro. Così costringe Kevin a sedute individuali di allenamento praticamente tutti i pomeriggi, che sia giorno scolastico, festivo, o estivo non importa, alle 3 in palestra, mentre tutti i coetanei si divertono al campetto, Kevin lavora per migliorarsi.

Poi si trasferisce alla Oak Hill, ed è qui che Kevin deve superare uno dei momenti più tristi della sua vita. Un giorno arriva una chiamata che gli annuncia la morte di Big Chucky. Aveva cercato di pacificare una rissa, e qualcuno lo aveva freddato alle spalle conuna serie di colpi nella schiena. Aveva appena 35 anni. Da qui in poi, Kevin indosserà il numero 35 in ricordo di Charles Craig, con un preciso intento: «voglio solo far conoscere a più persone possibili il motivo per cui porto questo numero. Il mio obiettivo è ricordarlo, e tenere il suo nome in vita». Se dopo un canestro lo vedete puntare l’indice al cielo, sappiate che è per Chucky.

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