LA STORIA DI DERRICK CURRY

Spesso nel basket americano ci sono storie che lasciano ogni appassionato a bocca aperta. Nei playground delle più importanti città degli USA c’è gente che afferma di aver visto giocare cestisti più forti di Michael Jordan, Larry Bird o Magic Johnson, questi cestisti però sono sempre rimasti lontani dalle luci della ribalta del mondo NBA pieno di soldi e successo per errori commessi da loro stessi, che gli hanno rovinato la carriera. Se parliamo di basket di strada ci sono una miriade di storie semplicemente uniche.

E’ questo il caso di Derrick Curry, egli nasce il 1° gennaio 1970 a Mount Rainer, Maryland. A differenza degli altri talenti bruciati, Curry trascorre la sua infanzia  non nelle situazioni da ghetto afroamericano ma in modo sereno vivendo con una famiglia benestante dato che il padre era preside dell’istituto di scuola superiore mentre la madre insegnava in una scuola media. 

Sin da bambino Derrick si fa notare nei vari playground per poi iscriversi al College dove  frequenta per un anno il Pratt Community College in Kansas, mantenendo la media di 20 punti a partita, poi ha nostalgia di casa e si trasferisce al Prince Georges Community College, in Maryland. Era il 1990 e  Derrick Curry era pronto per ricevere una una borsa di studio per Georgetown a patto che avesse sistemato i voti accademici troppo bassi per entrare a Georgetown.

E’ nell’Ottobre del 1990 che inizia il declino di Derrick. Infatti il 20enne Curry sta guidando la macchina di un tale Norman Brown e all’improvviso si accorge essere seguito da un SUV nero, così preso dal panico abbandona la macchina e chiama Norman che non ha bisogno di molte spiegazioni sentendo il tono non esattamente tranquillo dell’amico. “Where the shit at?”, dov’è la roba?, chiede Norman, “In the car at the Rec Center”, nella macchina parcheggiata al rec center, risponde Curry.

La macchina parcheggiata al Rec Center ispezionata dagli agenti dell’FBI conteneva 50 grammi di crack. Ovviamente Curry fu condannato e nel 1993, emersero prove tangibili del fatto che egli faceva parte di un’organizzazione di trafficanti di crack, così venne condannato definitivamente a 19 anni e 7 mesi.

 Derrick era incensurato, non aveva mai fatto uso di droghe e rivelò di aver fatto il corriere per l’amico Norman solo un paio di volte. E’ nel carcere di Cumberland che Curry inizia il suo cambiamento diventando una leggenda per i galeotti di gran parte dell’America.

A Cumberland i detenuti organizzano una summer league di sette squadre, con allenatori e dirigenti, e ogni anno anche il draft. Dal ’93 al ’98 Curry è sempre prima scelta in questo draft e per cinque anni mantiene una media di 36 punti.  Si narra che durante una partita Curry si alza e schiaccia con violenza tale da staccare il ferro e farlo cadere per terra, cosa non facile per uno alto 184 cm.

 Il ragazzo riesce a laurearsi ed ha  un lavoro come custode della palestra. Inizia anche a frequentare la chiesa della prigione, sa bene che senza il basket forse non sarebbe sopravvissuto durante la sua avventure nella prigione di Cumberland. 

Derrick Curry è la prova vivente di quanto lo sport possa aiutare le persone, di quanto il basket, quel gioco da lui tanto amato non sia solo un gioco.

Ora il ragazzo è cresciuto, ormai è diventato adulto e all’età di 44 anni sogna ancora di giocare in NBA. Colui che è stato la leggenda delle galere poteva essere tranquillamente una stella in Nba. Nel 2014 finirà di scontare la sua pena, ma non uscirà da sconfitto. La fortuna di avere talento non è sufficiente; bisogna avere anche il talento di avere fortuna, purtroppo Derrick ha commesso un errore che forse ha pagato anche più del prezzo dovuto ma che sicuramente ha cambiato in lui la visione della vita. Siamo sicuri che tutti i migliori abbiano giocato in Nba?

 

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