LE FRONTIERE DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MUSICA PER ALVIN CURRAN

IL COMPOSITORE, PERFORMER, INSTALLAZIONISTA, SCRITTORE E INSEGNANTE, COFONDATORE DEL GRUPPO “MUSICA ELETTRONICA VIVA” NEL 1966, TRASFERITOSI A ROMA, HA INCONTRATO I GIOVANI MUSICISTI PER IL PREMIO DELLE ARTI AL CONSERVATORIO DI AVELLINO

Alvin Curran ad Avellino era già stato nel 2003 per la Rassegna multimediale “Tempo incerto” e in quella occasione aveva coinvolto le corali polifoniche della provincia e una grande quantità di musicisti che avevano letteralmente invaso il Teatro comunale dedicato a Carlo Gesualdo. Era stata una festa di suoni, che aveva fatto letteralmente cantare tutto l’edificio: i sax erano nell’ascensore e ogni tipo di strumento si affacciava dalle balaustre sul foyer. Questa è la musica che piace a Curran che in questi giorni è componente della giuria esaminatrice del Premio delle Arti – sezione Musica elettronica e Nuove tecnologie al Conservatorio di Avellino. Qui ha incontrato i partecipanti, provenienti da 20 conservatori italiani e gli interessati, raccontandosi e discutendo con loro delle frontiere della musica oggi.

C’è ancora musica da scrivere? Questa la domanda che ha subito rivolto all’uditorio. E poi: ha ancora senso oggi la parole “Avanguardia” in musica?. E, per concludere: Qual è la musica del nostro tempo?

Dal recente mega concerto di Vasco Rossi alle varie espressioni di musica popolare presenti nelle diverse società, si delinea in modo naturale la musica del tempo, che secondo Curran ha radici ben piantate sempre nel Blues afro-americano, che ha contaminato ormai le musiche delle varie nazioni e ha costruito lo spirito musicale del nostro tempo. Invece alle nuove tendenze, alla musica contemporanea, quella che viene costruita oggi sulle sperimentazioni che le nuove tecnologie permettono, aprendo alle infinite possibilità la ricerca dei suoni, viene riservata pochissima attenzione. Anzi questa musica, che all’inizio era avanguardia, è conosciuta solo dal 5% della popolazione mondiale, troppo poco per il compositore che ha alle spalle un cinquantennio di sperimentazioni.

Ne porta diverse testimonianze a vantaggio degli studenti in sala, mostrando quanta ricchezza comporti la libertà di espressione in musica. Dai suoni dei quartieri romani catturati negli anni Sessanta con un registratore a cassette agli esperimenti sonori con le sirene delle navi, alla moltiplicazione quasi infinita dei lamenti del popolo ebraico provenienti dalla terra e veicolati da istallazioni create ad hoc, tutto il mondo musicale di un compositore formato alla maniera classica, ma in cerca di ristrutturazione, viene fuori nella sua capacità di accettare tutto il suono possibile. Abbandonati prima lo schema classico poi quello dodecafonico, Alvin Curran si fissa puntuale su dettagli o lascia andare tutto a una causalità assoluta, evitando di montare i diversi frammenti di vita rubati qua e là.

«Ma la sera io e mia moglie suoniamo Beethoven e Mozart al piano forte, a quattro mani, per diletto» confessa Curran, invitando i giovani presenti ad impegnarsi perché quel 5% diventi 50%, lavorando come operai che costruiscono materialmente strutture e opere, mentre i compositori del passato continuano a frequentare le nostre sale e le nostre case, in una convivenza pacifica.

Tornando alla prima domanda: pare che ci sia ancora molta musica da scrivere oggi e anche domani.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.

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