Manovra, l’Italia stringe la cinghia: serviva un Premier, ci hanno dato un CEO
Avevamo bisogno di un Premier. Uno nuovo. Non necessariamente nel nome e nel volto, che non sono cambiati, perchè rispondono sempre all’identikit del Professor Giuseppe Conte. E nemmeno nella forma, che il Professor Giuseppe Conte detiene ed elargisce nella sua veste più sfarzosa. Al Paese serviva un Premier nuovo per tirare avanti, semplicemente. Per scacciare i fantasmi del passato, che ci ricordano una Fornero in lacrime – lei – mentre chiede sacrifici agli altri – gli italiani.
Così non è stato. E non lo dicono i giornali. Non lo dicono i giornalisti, nemmeno quelli che disturbano i colloqui tra il Premier Conte e il segretario di Stato americano Mike Pompeo per sottolineare la gravità dei dazi imposti da Trump sul Made in Italy.
Lo dice la manovra, quella che sta cominciando a prendere forma e che aspettavamo da tempo perchè temevamo potesse essere un invito a stringere la cinghia. Così è stato. E, diciamocelo chiaramente, un po’ ce lo aspettavamo. Perchè se il Paese non cresce – e, diciamoci chiaramente pure questo, il Paese non cresce – da qualche parte bisognerà pure andare a bussare. Dove? Nelle tasche degli italiani, ovviamente. Che dall’anno prossimo si prepareranno ad affrontare la nuova burrasca fiscale imposta dall’esecutivo.
MANOVRA LACRIME E SANGUE: COSA CAMBIA – Seduti attorno a un tavolo, una decina di anni fa, ci saremmo aspettati di tutto, tranne che farci tassare il contante. Oggi, il Premier e il ministro dell’economia Roberto Gualtieri – come riportato dal Corriere della Sera – pensano di introdurre l’iva ridotta per chi paga con moneta elettronica e quella più alta per chi utilizza le banconote. Una misura volta al disincentivo del contante, che, però, è destinata a incontrare non pochi ostacoli. Non solo perchè, checchè se ne dica, siamo ancora cittadini liberi di un Paese civile, e abbiamo il sacrosanto diritto di pagare le tasse (sigh) come vogliamo. Ma anche perchè disincentivare l’utilizzo del contante non implica, come automatismo, l’incentivo all’utilizzo del pagamento elettronico, laddove questo risenta ancora del fardello rappresentato da spese di commissione e manutenzione.
Tassa sulle badanti – Sempre secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il meccanismo di contrasto all’evasione sul lavoro domestico potrebbe costare circa 2000 euro l’anno alle famiglie che hanno colf e badanti in casa.
Diesel senza agevolazioni – Lo premettiamo: il governo ha intenzione di escludere almeno il gasolio agricolo. Ma, l’intenzione è chiara: tagliare i cosiddetti «sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali».
Concludendo – Avevamo bisogno di un Premier. Uno nuovo. Non nel volto, nel nome, e nella forma, ma nei fatti. Così non è stato. E allora hanno finito per darci un CEO. Come quelli che vanno nelle aziende a fare spending review, tagli alla spesa, tagli al personale. Nel nostro caso, tagli in busta a fine mese. Sempre ammesso che ci arriviamo.
N.b. L’intento dell’articolo è puramente satirico. Quello della futura manovra, no.
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