MODENA E IL BULLISMO ISLAMICO

La stupidità non ha né colore politico né credo religioso. Quello che è accaduto qualche giorno fa a Vignola, centro famoso per la produzione delle turgide e rosse ciliegie, in provincia di Modena, fa riflettere sull’opportunità di scherzare col fuoco. Un gruppo di giovani magrebini avrebbe, infatti, minacciato quattro ragazzini di mettere in pratica una vera e propria esecuzione in nome della religione islamica, facendo uso di una pistola.

Gli autori di quella che poi è stata definita una “goliardata” si sono poi costituiti dicendo di aver usato per lo scherzo una pistola caricata a salve. I “bulli islamici” hanno però richiamato l’attenzione di alcuni parlamentari e del gruppo locale della Lega che avrebbero dato vita a fiaccolate ed esternazioni anti islam e anti rifugiati. La strumentalizzazione che ogni atto discriminatorio oggi suscita è allarmante ma è allarmante anche il particolare momento – si spera che sia solo un momento – che stiamo attraversando. Perciò lo stesso sindaco di Modena e presidente della Provincia, Muzzarelli ha diramato un appello di cui riportiamo uno stralcio. «L’episodio di Vignola non è una ragazzata, e sarebbe sbagliato derubricarla come tale. E’ un episodio molto grave per quello che significa negli aspetti culturali ed educativi. Non entro nelle vicende giuridico/penali: sarà la magistratura a stabilire se e quali reati siano stati posti in essere. Credo però che a tutti noi spetti il compito di interrogarsi e capire se l’episodio sia una spia di fenomeni più profondi e diffusi. Certo, a monte ci sono le gravi incertezze dell’Europa sulla immigrazione e la politica estera, e soprattutto l’assurda e ormai insostenibile sordità in materia di politiche di sviluppo e di piena occupazione, senza le quali le ingiustizie e i pericoli sono destinati a crescere. Ma abbiamo il dovere di guardarci in casa con più attenzione e severità, sia per quanto riguarda l’efficacia delle politiche di indagine e repressione, che di integrazione ed educazione delle nuove generazioni, spesso più permeabili anche dalle idee dei seminatori di odio. Ma, in questo momento specifico, sento il dovere di rivolgere un richiamo di attenzione e di impegno straordinario alle famiglie e alle comunità straniere, e prima di tutto a quelle di religione islamica, presenti sul nostro territorio. Tocca prima di tutto a loro capire e prevenire i comportamenti a rischio. Tocca prima di tutto a loro isolare e educare le teste calde, e dialogare con le istituzioni e le forze dell’ordine per prevenire ed evitare azioni che, anche se non sfociano nel peggio, generano paura e odio, ostacolando la convivenza e l’integrazione. Aiutiamoci, nel nome della libertà e della pace». La nota di Muzzarelli non fa che interpretare l’esasperazione di un disagio che nasce dalla naturale ignoranza dell’altro, che viene ingigantita dalle nefaste contingenze che interessano il bacino del Mediterraneo e l’Europa tutta.

E.D.

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