NEBRASKA

Nebraska” è un film drammatico del 2013, diretto da Alexander Payne, regista vincitore di due Premi Oscar per la migliore sceneggiatura nel 2005 con “Sideways – In viaggio con Jack” e nel 2012 con “Paradiso Amaro”.

 

 

Il cineasta a stelle e strisce torna nella sua terra natia, il Nebraska, stato americano in cui ha già girato 3 dei suoi 7 film (“La storia di Ruth, donna americana”, “Election” e “A proposito di Schmidt”), per raccontare questa volta la storia di un viaggio “on the road”, quello del vecchio Woody Grant, interpretato da un magistrale Bruce Dern, convinto da un semplice annuncio pubblicitario di aver vinto un milione di dollari, e del figlio David (Will Forte), che accompagna il padre e ne asseconda ogni capriccio, nonostante il parere contrario della madre e del fratello. Un viaggio che i due compiono attraverso l’America, dal Montana al Nebraska, verso Lincoln, la città in cui il vecchio Woody è convinto di dover ritirare la fantomatica somma di denaro.

Il protagonista Woody Grant, come già anticipato sopra, è interpretato dal 79enne Bruce Dern, diretto nella sua lunga carriera da mostri sacri del cinema come Tarantino, Coppola e Hitchcock, e che non recitava più in un ruolo da protagonista da ben 25 anni, dal lontano 1996 (“Ancora vivo – Last Man Standing”). Dern rende alla perfezione la psicologia del protagonista, Woody, un vecchio testardo, caparbio, di poche parole e con un passato da alcolizzato. Durante il viaggio, si rinsalderà il rapporto con il figlio David, interpretato da Will Forte, noto soprattutto per la sua partecipazione al programma comico “Saturday Night Live”. David, durante la sosta nella cittadina natale di Woody, scoprirà molto di più sul padre, taciturno e all’apparenza burbero: i suoi sogni di ragazzo, i primi amori e le vecchie conoscenze che torneranno a farsi sentire una volta venuti a sapere della vincita.

Sin dalle prime fasi si capisce che Nebraska è un film di Alexander Payne: dai dialoghi ricchi di humour dissacrante, irriverente, “cattivo”, esce fuori un racconto crudo, che giunge allo spettatore senza filtri. Altra caratteristica del suo cinema che ritroviamo in questo lungometraggio è il viaggio “on the road” che porta ad un evoluzione psicologica dei suoi personaggi.

La pellicola è interamente girata in bianco e nero e questo perché, come ha spiegato lo stesso regista, “sembrava la cosa più giusta per il film, che parla di un’altra grande depressione, quella attuale”. Il bianco e nero, inoltre, rende meglio la malinconia e la nostalgia di cui è fortemente intriso Nebraska, pellicola che oscilla continuamente tra il comico e il drammatico.

Payne descrive la storia di un viaggio condotto attraverso un’America “alternativa”, periferica, lontana dalle storie hollywoodiane, ma forse anche per questo avvertita come più vicina dal pubblico. Il regista realizza un omaggio al Nebraska, terra che gli ha regalato i natali, un’America d’altri tempi, abitata da personaggi quotidiani.

Francesco Medugno

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