NOAH RECENSIONE (no spoiler)

 

Noah è il nuovo colossal del regista Aronofsky sulla vicenda biblica del Diluvio Universale.  Carico di aspettative, ha diviso la critica.

 

Arduo è il tentativo di trattare un argomento tanto noto, ma poco conosciuto. Nella Bibbia poche righe vengono dedicate a Noè e all’Arca, pochi cenni ai dettagli della vicenda. Ciò nel bene o nel male lascia libera interpretazione a Darren Aronofsky e Ari Handel (sceneggiatore).

Giusto come veloce accenno alla trama, la pellicola parte con la rapida descrizione del mondo antidiluviano, da Adamo ed Eva, a Caino e Abele, fino alla stirpe di Noè. Qui il regista si concede una licenza, introducendo i “Vigilanti”. Una sorta di angeli venuti sulla terra ad aiutare l’uomo e in particolare la stirpe di Caino, di prometeica memoria. Puniti dal Creatore per aver interferito nella vita umana, sono trasformati in giganti di roccia e fango. Proprio loro aiutano il protagonista e la famiglia a costruire la famosa Arca, e a proteggerli dagli uomini malvagi. Questi esseri non appaiono nella descrizione ufficiale della Bibbia, ma ne viene fatto cenno nella Genesi come “Giganti”, cui il regista può aver preso ispirazione.

L’elemento principale è Noè stesso, interpretato da un ottimo Russell Crowe. Inizialmente, il ruolo da protagonista è stato offerto a diversi attori, tra cui Christian Bale che rifiutò il progetto. Tuttavia, Crowe è probabilmente la scelta migliore, grazie alla sua capacità di dar vita a personaggi integri, forti e determinati (vedi Massimo ne “Il Gladiatore”). La missione di Noah richiede grossi sacrifici e scelte personali ai limiti della comprensione umana. Il film analizza momenti in cui Noè è di fronte al dilemma di aiutare la gente o compiere il volere di Dio. Aronofsky, fin da piccolo, stima questa figura e la descrive come: “un complicato personaggio dark, con l’animo del sopravvissuto dopo il diluvio universale”. La bravura dell’attore e l’intento del regista riescono a formare un individuo completo. Infatti, nel corso della pellicola, Noah si pone interrogativi e affronta un percorso emotivo e psicologico che lo porta ad un evoluzione.

Curioso è il tweet di Crowe in cui invita Papa Francesco a vedere il film in sua compagnia. La risposta del Pontefice non è arrivata, ma è anche vero che non c’è stato nessun invito formale giunto al Vaticano.

“Spacial Guest” è Anthony Hopkins nelle vesti logore di Matusalemme, nonno di Noè. Anche qui il regista si è preso delle licenze, attribuendo a questo personaggio connotati magici e sovrannaturali, che se non rispecchiano la veridicità biblica, contestualizzano meglio questo ruolo. Qui vediamo un Hopkins diverso, molto saggio e misurato, distante dalle sue interpretazioni più famose, come Hannibal o Van Helsing (Dracula). L’esperto attore offre, dunque, una performance positiva, limitata, ovviamente, dalla secondarietà del personaggio.

Grande importanza viene data alle figura femminili in Noah. Infatti, nella Genesi si accenna appena alle mogli dei figli di Noè e alla moglie di Noè stesso. Qui viene, invece, viene ribadito il ruolo importante del gentil sesso nell’ottica della propagazione della specie umana, esplicitando il concetto dell’inutilità e incompletezza di un uomo senza la sua dolce metà. Questo compito viene, dunque, affidato alle attrici Emma Watson e Jennifer Connelly. Emma è famosissima per il ruolo di Ermione in Harry Potter, ma ha saputo ben interpretare il ruolo di moglie di Sam (figlio di Noè). La Connelly, invece, è la moglie di Noè, Naamah: una donna forte che ha a cuore i figli e il loro futuro, disposta a tutto per proteggerli; segue il marito in ogni impresa, andando, talvolta, in conflitto con lui.

 

Infine, un personaggio riuscito è quello di Tubal-Cain, antagonista di Noè. Quest’uomo è il leader della stirpe di Caino, che in alcuni testi antichi viene considerato come primo alchimista e metallurgico della storia. Ossia, rappresenta l’uomo moderno, proteso al progresso e all’esaltazione della ragione umana. Il regista parla della scelta di Ray Winstone per il ruolo di Tubal-Cain: “un attore con grinta e grande fisico per essere convincente nel testa a testa contro Crowe/Noè”.

Gli ideatori del film hanno cercato di avvicinare questo racconto al pubblico non cristiano senza allontanarsi troppo dalla concezione ortodossa. In questo senso, risulta bellissima la scena (che non influisce sulla trama) in cui delle immagini accelerate mostrano l’evoluzione dell’universo e della terra secondo la versione evoluzionistica, con il sottofondo di una voce che narra la creazione secondo la Genesi.

Una particolarità bizzarra è il comportamento vegetariano della famiglia di Noè, contestualizzato nell’ottica del rispetto delle creature “innocenti” (gli animali). Questo dettaglio non è presente nell’Antico Testamento, dove gli animali sono innocenti ma vivono per servire l’uomo.

Per quanto riguarda le libertà cinematografiche prese dal regista e dallo sceneggiatore, se da una parte fanno storcere il naso ai più “conservatori”,  rendono il film più digeribile al grande pubblico.

Francesco Medugno e Flavio Uccello

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