Pompei: l’ultima scoperta

Il lockdown non ha fermato gli scavi al regio V di Pompei in attività da due anni, fino all’ultima sorprendente scoperta: un bancone di alimentari quasi intatto, un Termopolio dedito allo street food con decorazioni con colori vivi. In queste strutture si servivano bevande e cibi caldi conservati in grandi giare incassate nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il pasto fuori casa. A Pompei se ne contano una ottantina, ma nessuno con il bancone interamente dipinto, un ritrovamento che aggiungerà preziose informazioni sugli usi alimentari e abitudini dei romani. Collocato davanti ad una piazza di grande passaggio tra le più frequentate a Pompei, con la sua bella fontana in marmo. Le decorazioni sul bancone, con davanti numerose anfore intatte anch’esse, riportano un tema mitologico, una Nereide che cavalca uno straordinario ippocampo dal corpo multicolore, due anatre germane esposte a testa in giù, pronte per essere preparate e consumate, un gallo e un cane al guinzaglio da monito, alla maniera del famoso Cave Canem. E ancora una raffigurazione dello stesso bancone dietro alle numerose anfore ritrovate integre. Di grande interesse, i resti ritrovati nei piatti come la mescolanza di uccelli, pesci e lumache in un miscuglio di sapori. O il vino trattato con i legumi. Una scoperta multisensoriale fatta di colori ma anche inebrianti odori all’apertura del vasellame che li ha tenuti per millenni imprigionati. Si sono rinvenute ossa umane e anche di un cagnolino, sono ancora in fase di analisi per carpirne generalità e gli ultimi attimi di vita.

Possediamo uno scrigno da troppo tempo trascurato; un tesoro che ci riserva ancora sorprese, che ci manda dei segnali inaspettati. Un luogo fermo da duemila anni che riesce ancora a sorprenderci a provocare in noi la meraviglia. La stessa meraviglia rappresentata dal pastore immancabile nel nostro presepe che personifica questo stato d’animo al cospetto di Gesù. Queste anime sepolte da un terribile evento che, invece, vivono ancora e vogliono comunicarci la speranza di una ripresa, di un’eternità dell’umano. La bellezza di quegli affreschi riportati alla luce ci ricorda di quanto l’uomo da sempre abbia ricercato la bellezza e se ne sia circondato anche nelle mura domestiche. Nella casa del giardino e nella casa di Giove sono presenti affreschi intatti e mosaici ricercati nella scelta di una rappresentazione concettuale mai banale. L’equipe interessata agli scavi è composta da tante specifiche maestranze, ognuno con una passione per la scoperta per lo studio per ridare vita, dignità al trascorso di vite spezzate. Oltre a trattarsi di un’ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo Termopolio sono senza precedenti perché, per la prima volta, si sono utilizzate metodologie e tecnologie all’avanguardia che restituiscono dati mai esplorati prima. Il team, guidato da Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei, è di natura interdisciplinare ed è composto da: un antropologo, un fisico, un archeologo, un archeobotanico, un archeozoologo, un geologo, un vulcanologo. Le espressioni commosse dei componenti il team agli scavi alla vista delle scoperte riemerse sono condivisibili e impagabili, la minuzia, la delicatezza, la ricerca, lo studio per ricostruire gli ultimi momenti tragici denotano una grande passione, quella stessa che dobbiamo ritrovare ognuno di noi in ogni nostro lavoro.

 Scavi fermi dagli anni ’60, da troppo il nostro paese non ha investito sulla vera grande risorsa posseduta: la testimonianza di un passato da cui poter attingere per ritrovare la via di un progresso, partendo proprio da quelle ceneri. Non si può pensare di proseguire tagliando i fili da ciò che ci ha preceduto, dalle nostre radici. L’ultimo imponente ritrovamento ci richiama alla vera essenza dell’uomo che è la bellezza, la comunità; il viottolo dei balconi, così denominato, testimonia la convivialità di persone che, insieme, condivideva spazi e tempo che per un segnato destino forse ha voluto cristallizzare e ritrovare la luce dopo tanto tempo per emozionarci ancora, proprio ora che quella convivialità ci è negata. La passione, la bellezza, la storia di chi ci ha preceduto ci dà la giusta forza per riprenderci per superare questo momento buio verso un miglioramento, un ritorno alla vita. La vita è qui e adesso e non va sprecata, è vero, ma è dall’esperienza dal vissuto che ci ha preceduto che si può attingere ancora per ritrovare la bussola della giusta direzione. La politica degli ultimi anni ha seguito il concetto del qui e adesso non progettando a lunga gittata. Abbandonare al decadimento un patrimonio dell’umanità come Pompei ad immagini di degrado sono stati indice del nostro decadimento intellettivo, culturale e morale. Un plauso va a chi ha voluto riprendere gli scavi, ad investire sulla cultura con la quale si nutre l’anima e lo spirito umano. La politica ha inquinato luoghi come la scuola o la sanità gestendo ruoli dirigenziali non all’altezza dei compiti perché frutto di criteri non di merito, ma di interessi. Questa è la cattiva politica perpetrata negli ultimi anni, ma la natura si ribella alle nefandezze umane e l’ultima scoperta di Pompei è un forte segnale positivo che illumina la via da perseguire, sono i nostri antenati che ci richiamano all’essenza della vita che non può prescindere dalla bellezza, dalla meraviglia e dal senso umanitario che una comunità deve avere.

Intanto il cantiere prosegue nei lavori di consolidamento e messa in sicurezza della struttura con l’intento di aprire alle visite già in primavera. Un lavoro di squadra eccellente il cui iter è minuziosamente raccontato dallo stesso Osanna nel documentario ‘Pompei l’ultima scoperta’ andato in onda lo scorso 21 dicembre su Raidue  con un grosso seguito a segnalare il bisogno nutritivo dell’anima. Oggi Pompei è considerata un esempio di tutela e gestione, tornerà presto ad essere uno dei luoghi più visitati al mondo in cui si continua a scavare, si fa ricerca, e si fanno scoperte straordinarie come questa.

Print Friendly, PDF & Email

About Angela Ristaldo

Angela Ristaldo, giornalista pubblicista per inseguire una passione per il giornalismo nata tra i banchi di scuola come espediente didattico privilegiato per educare i ragazzi, anche in tenera età, all'autonomia di giudizio e al senso critico. Organizza da anni un giornale scolastico che spazia tra gli interessi dei ragazzi agli stimoli circostanti che la realtà propone. Laureata in Lingue è dal 2005 insegnante di scuola primaria per scelta, credendo fortemente nella scuola come veicolo e velivolo formativo di cultura: unica arma per essere vincente in questi tempi così cangianti e difficili. Amante dell’Arte, spazia nei suoi articoli, tra le più svariate tematiche dal sociale alla scuola senza mai perdere di vista la bellezza insita in tutte le cose se la si sa osservare e valutare.