Povere creature! La recensione

Dal 25 gennaio in tutte le sale cinematografiche italiane è disponibile Povere Creature! L’ultimo capolavoro del regista, sceneggiatore e produttore greco Yorgos Lanthimos. La pellicola che vede protagonista Emma Stone, insieme a Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef e Jerrod Carmichael è un adattamento all’omonimo romanzo di Alasdair Gray, pubblicato nel 1992.

Dopo essersi meritato il Leone d’oro al miglior film, all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film riceve ben 11 candidature agli Oscar, quali: miglior film, miglior regista a Lanthimos, miglior sceneggiatura non originale a Tony McNamara, miglior attrice protagonista alla Stone, miglior attore non protagonista a Ruffalo, miglior montaggio a Yorgos Mavropsaridis, miglior fotografia a Robbie Ryan, miglior scenografia a James Price, Shona Heath e Zsuzsa Mihalek, migliori costumi a Holly Waddington, miglior colonna sonora a Jerskin Fendrix e miglior trucco e acconciatura a Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston.

Povere creature! Si presenta come un film dai tratti quasi distopici, che non sembra radicato nella realtà delle cose, eppure così vero e palpabile. Bella Baxter è una bambina nata già donna, o forse il contrario, desiderosa di avventura, passione e vita. La storia della sua emancipazione in quanto creatura del mondo apre le porte a un ampio corridoio di osservazioni, constatazioni e prese di coscienza: sulla società, sulle Donne, sul così tanto discusso patriarcato. Queste tematiche così importanti, tuttavia, non risultano ingombranti, al contrario sono incisive al punto giusto, ironicamente trattate, un pungente affronto. In sintesi, Povere creature! dice tutto senza essere ridondante.

La bravura magistrale del cast tutto, ci tiene incollati allo schermo. Dalle prime sequenze ci viene presentata un’Emma Stone così ben calata nel personaggio che si fa fatica a ricordarsela diversa da come appare; col proseguire della pellicola si avverte un passaggio morbido, un cambiamento, e verso la fine sembra di osservare un’altra attrice ancora, diversa da quella apparsa nelle prime immagini. Le personalità maschili, così vive portatrici di valori al giorno d’oggi contestati e assurdi, appaiono caricaturizzate; conducono alla risata, rappresentano in un qual modo, la comicità, e allo stesso tempo il morbo ben radicato delle menti.

Il film è diviso in capitoli, che aiutano a scandire il percorso di Bella nel mondo. Sembra di trovarsi all’interno di una grande galleria d’arte, in ogni capitolo, infatti, la scenografia è diversa, artisticamente costruita, con colori predominanti. Dal bianco e nero ai colori caldi e rassicuranti, poi ancora violacei e agitati. Attraverso la scelta cromatica vengono trasmessi stati d’animo differenti e lo spettatore viene proiettato automaticamente in un assetto mentale diverso, un altro modo di approcciarsi alla scena.

La colonna sonora, intensa e assordante, scandisce il tempo delle sequenze come in un vecchio film muto in bianco e nero. Accentuando gli struggimenti, le paure, le angosce, così come i sorrisi e la contentezza.

Povere creature! È un film vero, nudo e crudo, un ritorno vago, sfiorato, agli ideali accennati da Mary Shelley in Frankenstein, la scoperta, l’emancipazione, la responsabilità del dare la vita e del riceverla; e anche una presa di posizione importante verso temi attuali e molto concreti. Di sicuro, è un film da non perdere.

©Riproduzione riservata

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About Gabriela Grieco

Classe 1998, laureata alla magistrale in Interpretariato e Traduzione. Le sue lingue di competenza sono l’inglese e lo spagnolo. Appassionata di fotografia e recitazione, frequenta attualmente l’Accademia dello Spettacolo e del Musical di Baronissi. Amante della scrittura vuole impegnarsi nel diventare giornalista pubblicista.