QUELLO CHE LO SPECCHIO NON RIFLETTE di Maria Ronca


Il libro contiene dodici storie vere di donne vittime della violenza, testimonianze vive che mettono in guardia altre donne, per aiutarle a riconoscere e affrontare la violenza. Sono donne rinate a vita nuova, pronte a riscrivere la propria vita e a dare un senso al dolore.

Le storie di Maddy, Luciana, Sandy, Giulietta, Alice, Any, Olga, Ada, Maria Laura, Guendalina, Sissy, Vittoria, come di tante altre, sono storie di dolore, di vite spezzate e segnate per sempre, ma anche, un esempio di speranza, di riscatto e di voglia di riprendere a vivere con la forza che le ha contraddistinte. Tutte un invito, un esempio per aprirsi al dialogo, al confronto come unica via per uscire dall’isolamento, dalla diffidenza e dalla conseguente indifferenza altrui, nasce dal “bisogno di raccontare e raccontarsi” per rompere il muro del silenzio che per anni ha tenuto alcune donne in vere “gabbie”. Il senso della vergogna le porta a chiudersi in se stesse, a non confessare, a non far sapere, a sopportare ogni tipo d’angheria pur di difendere la propria vita o quella dei figli. La scrittrice ha accolto il grido di aiuto di dodici donne, vittime di carnefici che senza pietà e scrupolo alcuno, approfittando delle loro debolezze, delle paure e delle insicurezze, le hanno trasformate in pedine per poter affermare la propria superiorità maschile.

Le donne che si raccontano in questo libro hanno dimostrato che una soluzione c’è; la via d’uscita nasce dall’interno, dal bisogno di liberarsi, dalla necessità di essere padrone della propria vita e del proprio destino, artefici della propria felicità. La scintilla scatta nel momento in cui si tocca il fondo, allora, trovano il coraggio e la forza di reagire, di ribellarsi, di spezzare il circolo vizioso in cui erano intrappolate e immobilizzate dalla paura e dalla vergogna. Cominciano a parlare e rendere “pubblico” il dolore “privato”, sofferto e nascosto. Da quel momento si è ci come un fiume in piena di lacrime e parole, inizialmente confuse, ma poi, sempre più nitide e come un vulcano, imprevedibile e dirompente; ci si libera, esce la rabbia e il male subito, fino a disintegrarlo per demonizzare e collocare nella giusta posizione fatti e sentimenti, ansie e attese, sogno e realtà, vita o morte. Dopo una lunga catarsi trovare il percorso, migliore e indolore, per rinascere.

Ogni storia, ogni dolore, ogni percorso personale insegna che occorre denunciare e parlare altrimenti “il silenzio può uccidere”, mentre, la verità rende liberi e salva.

Ribadire che “la donna non è un oggetto da possedere, una bestia da stanare ma un essere speciale che merita rispetto”.

Maria Ronca, poetessa e scrittrice, è nata a Solofra e vive ad Avellino, è una sociologa impegnata nel sociale in attività formative e di progettazione, a favore di soggetti svantaggiati (minori, donne, cassaintegrati). Fa parte del Comitato A.R.I. (+Azioni+Relazioni+Iniziative), per costituire un centro antiviolenza di genere ad Avellino, un progetto di rete territoriale che veda coinvolti imprenditori, commercianti e associazioni del territorio. Maria Ronca attraverso la poesia si batte ormai da anni, per i diritti delle donne e per l’affermazione delle Pari Opportunità. Ha ottenuto diversi riconoscimenti: quinto posto per “Artisti alla Ribalta 2013” di Sesto Fiorentino (FI), con “Urla la poesia”, Concorso San Martino Cilento, VI Edizione 2013,Foto in versi, menzione di merito per “Piccola anima bianca”, Premio Città di Ceppaloni 2012, con menzione speciale per la lirica “Il silenzio uccide”. La sua prima raccolta di liriche “Musica e Poesia”, Ed. Il Saggio, 2012, ha ottenuto il terzo al Premio Letterario internazionale di Reggio Calabria. Ha curato l’antologia “Donna … mistero e arte”, VI Edizione, 2013.

 

 

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