RIFIORIRANNO LE VIOLE- Sofia Iacobucci
PREFAZIONE
Chiunque si appresti a leggere questa bellissima raccolta di poesie, “Rifioriranno le Viole” – Edizioni Il Saggio, non può che restarne affascinato e rapito allo stesso tempo.
Entrare nel mondo di Sofia Iacobucci è come attingere acqua da “una sorgente di montagna” che “seduce con le sue acque chiare”, limpidi pensieri di una giovane donna, che sgorgano da una fonte inesauribile, la sua anima, pregna di valori, in un’epoca in cui, questi, sembra non contino più nulla.
La cosa sorprendente di quest’opera è la semplicità con cui arriva dritta al cuore del lettore, la sua poesia è come un fiume in piena, travolge, emoziona e commuove.
Grazie alla sua sensibilità, fuori dal comune, Sofia riesce a catturare come farfalle i temi più significativi della sua vita e fissarli in pensieri: “le mie creature si muovono nell’aria e accarezzano il cuore”, sembra essere il suo motto.
Ho avuto il raro piacere di conoscere e godere dell’amicizia di una ragazza che, diversamente dalle sue coetanee, ha dovuto bruciare alcune tappe della sua giovinezza, per motivi legati alla realtà in cui è vissuta. Questo, ha sviluppato in lei la capacità di saper “ascoltare” e tradurre in versi le vibrazioni che tutt’intorno il mondo le offre.
Si accosta infatti alla scrittura, come un pittore alla sua tela ed inizia a posare su fogli le sue creazioni: “dolcissime mi destano affinché io le canti e mentre le fermo su carta, esse già prendono vita”, ci lascia intuire che solo quando esse “si alzano in volo” riesce a chetare il suo animo inquieto.
Il rapporto particolarmente intenso con sua madre, il naturale sgomento provocato dall’idea di doverla perdere un giorno, il desiderio di restare al suo fianco e sorreggerne le preoccupazioni, la inducono a desiderare di rivivere con lei, i momenti spensierati e felici della sua infanzia.
“Rifioriranno le viole”, che intitola questa sua raccolta di poesie, ruba il finale di una poesia scritta proprio a sua madre, in cui desidera anche dopo la morte una vita insieme, con la stessa logica che dopo l’inverno c’è la primavera.
Parlano d’amore le sue poesie, fanno sognare qualsiasi innamorato, ma toccano temi anche più forti: l’anoressia, l’aborto, la pedofilia, la violenza in genere e la piaga dilagante della crisi economica, che si è abbattuta da diversi anni sul mondo e sulla nostra società. Fortemente sentito è perciò il tema della crisi in due racconti brevi, che concludono la sua raccolta, nella speranza che presto rifioriranno anche le viole della nostra economia, ridando così vita e speranze agli uomini di buona volontà.
Un mio plauso, quindi, a questa giovane e cara amica, che nonostante la vita non abbia ancora regalato le soddisfazioni che merita, ha deciso di viverla comunque fra i valori più grandi: l’amore, la compassione e l’onestà, come pilastri ben radicati in una personalità forte e determinata.
Per questo motivo, non si può non restare affascinati dalla profondità del suo pensiero, che partendo dal proprio vissuto, ci conduce per mano “nelle crepe più profonde dell’esistenza umana”, passato che mai rinnega, del quale, anzi riconosce, che per quanto turbolento sia stato, l’ha portata ad essere la donna che oggi lei è.
Lucia Gaeta
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