SALVATORE GIANNELLA IN CONCERTO AD AVELLINO

 

Il pubblico protagonista dell’ascolto per il secondo concerto

di Autunno in Musica 2014 al Cimarosa

Il Recital del pianista Salvatore Giannella

di Eleonora Davide

Dopo il successo del concerto di Costantino Catena di venerdì scorso, al Conservatorio Cimarosa di Avellino continua la rassegna Autunno in Musica 2014. A presentare un programma ricco di emozioni sarà venerdì 10 ottobre alle 19 Salvatore Giannella che eseguirà al pianoforte di Wolfgang Amadeus MOZART la Sonata K310 (Allegro maestoso, Andante cantabile, Presto); di Robert SCHUMANN l’ opera 15, Kinderszenen; di Fryderyk CHOPIN  Improvviso op.29,  Improvviso op.36, Improvviso op.51, Fantasia-Improvviso op.66, Scherzo op.31. Abbiamo posto alcune domande al Maestro per saperne di più.

Cosa l’ha condotta a costruire questo programma per il recital?

Premetto che il mio repertorio preferito è quello romantico, ma ho voluto includere comunque tra i brani che proporrò al pubblico venerdì la Sonata K 310 di Mozart, perché mi è stato esplicitamente chiesto. Per Shumann ho preferito presentare l’opera 15 perché è più agile e più adatta ad un pubblico eterogeneo; vi sono disegnati quadretti di vita familiare che rivelano probabilmente una paternità mancata, come testimoniano anche alcuni carteggi tra lui e la moglie Clara. Poi, le opere lunghe di Shumann qualche volta risentono dei problemi del compositore che si è trovato ai confini con la follia, superati poi in età avanzata, e possono risultare qualche volta difficili per un pubblico non preparato all’ascolto.

Le sta a cuore la reazione del pubblico?

Certamente, credo che, quando si costruisce un repertorio, si debba tenere presente anche a chi è indirizzata l’esecuzione: la musica deve arrivare al cuore del pubblico e a noi musicisti sta a cuore che si crei questo contatto. Quando ciò avviene lo avvertiamo dal palco e si viene a creare una condizione piacevolissima. Chi non lo fa si priva di un vero gaudio. E io spero che venerdì questo possa accadere.

 

NOTE CRITICHE

La Sonata K310 di Mozart fu scritta nel corso del viaggio compiuto dal compositore a Mannheim e Parigi  tra il 1777 e il 1778 alla ricerca di fortuna e impiego. Pare che il componimento sia attribuibile al 1778 e pubblicato a Parigi dall’editore Heina; inoltre, è il primo brano di Mozart pubblicato subito dopo la composizione. Questa, insieme alla sonata K 309 e K 311 fu composta dopo che Mozart aveva conosciuto il prototipo di pianoforte di Johann Andreas Stein. Quindi si suppone che avesse composto le sonate pensando al suono di questo nuovo strumento a martelli, immaginandosi il risultato. Inoltre, questa è la prima delle due uniche sonate scritte da Mozart per pianoforte in tonalità minore; si pensa ciò sia da attribuire sia alla voglia di conquistarsi i salotti parigini con lo stile di Johann Shobert , tedesco giunto a Parigi e morto prematuramente qualche anno prima, sia al pensiero del pianoforte di Stein. Nel primo tempo (Allegro maestoso) troviamo una marcia contro la nervosa scorrevolezza della melodia di semicrome. Nel secondo (Andante cantabile) abbiamo uno schema galante della melodia ornata su basso albertino. Nel terzo (Presto) si riprende l’ambientazione iniziale; la forma è di rondò con una sequenza di episodi originati dalla stessa figura ritmica del refrain. (Note tratte da una critica di Arrigo Quattrocchi)

La Kinderszenen op.15 di Shumann comprende 13 schegge che rappresentano scene di vita familiare, ma non hanno valore didattico. Dal Gioco Festante delle scalette di sedicesimi della mano destra al Fanciullo che prega, con accordi pieni di incertezza e aspettativa, ad Abbastanza felice, con inizio esitante e ambigua modulazione conclusiva, troviamo poi Avvenimento importante e Visione, il momento più intenso della raccolta. Fino a Il camino, con la tonalità del sogno, Sul cavallo di legno e Quasi troppo presto, con continuo spostamento degli accenti. Poi Bon bon e infine Il bimbo si addormenta, sul ritmo di una dolce ninna nanna. Chiude Parla il poeta. (Note tratte da una critica di Alessandro De Bei, Amadeus).

Gli improvvisi in realtà non sono un’improvvisazione nel senso comune del termine, ma  uno studio ben calcolato di frasi e schegge sonore che sembrano dettate da un moto spontaneo dell’animo.

L’Improvviso op. 29 in la bemolle maggiore, composto nel 1837, è costruito in tre sezioni: esposizione e sviluppo del primo tema, esposizione e sviluppo del secondo tema, riesposizione e nuovo sviluppo del primo tema. Armonia e colori mutevoli sono alla base della scrittura pianistica di questo primo Improvviso, che viene definito un gioiello di ingegneria musicale per il modo in cui i vari elementi della struttura sono collegati fra di loro, nel contesto di un superiore equilibrio formale. Il tempo è un allegro assai, quasi presto. (Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia di Santa Cecilia, 26 gennaio 1990)

 L’Improvviso op. 36, che è senza dedica, è diviso in tre movimenti che sono più che altro la proiezione dì tre situazioni psicologiche diverse, ma non contrastanti. L’Allegretto iniziale è timbricamente molto vario e assume nella chiusura dell’episodio la forma di un corale armonizzato; la seconda parte è un tempo di marcia, mentre la terza, nella tonalità di fa maggiore, ubbidisce ad una scrittura contrappuntistica ricca di brillanti figurazioni pianistiche che fanno pensare ad uno studio di agilità virtuosistica. (Ennio Melchiorre)

L’Improvviso op. 51 ha – si direbbe – l’andamento di uno Studio, e svolge una frastagliata e tormentata linea di «terzine» assai poco inclini ad abbandoni melodici, sobriamente affioranti nel Sostenuto centrale. La ripresa del groviglio cromatico, sottilmente dipanato, porta il brano a una rintoccante, morbida conclusione. (Erasmo Valente)

L’op. 66 ha una tessitura armonica; fluida e trasparente e attesta un luminoso momento creativo dell’artista, specie nell’Allegro agitato iniziale, che con i suoi accordi freschi e vaporosi dà una sensazione di risveglio della natura in un limpido mattino di primavera. Il Moderato cantabile centrale segna una pausa di assorto ripiegamento psicologico, di tinta leggermente malinconica; ma, improvvisamente, ritorna il tema principale con la sua incantevole leggerezza e il pezzo si conclude con la fusione delle due melodie in una sola figurazione armonica. (Ennio Melchiorre)

Lo Scherzo in si bemolle minore op. 31 fu composto nel 1837 e dedicato a mademoiselle la Comtesse Adèle de Furstenstein: è tra le pagine più popolari di Chopin e lo stesso Schumann ne parlò subito in termini esaltanti, paragonandolo ad una poesia di Byron per la tenerezza e l’arditezza del suo linguaggio musicale. È formato da un Presto, articolato in due episodi: il primo slanciato e appassionato e il secondo cantabile e ben ritmato, nello spirito del valzer. Nell’evoluzione stilistica di Chopin lo Scherzo op. 31 rappresenta un momento di approfondimento del materiale tematico entro uno schema di equilibrato classicismo. Dal punto di vista espressivo, lo Scherzo è sereno e brillante; forse riflette lo stato d’animo del musicista che in quel periodo pensava di sposare Maria Wodzinska, alla quale dedicherà poi il famoso Valzer dell’addio in la bemolle maggiore. (Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia di Santa Cecilia,
Roma, 10 Novembre 1989).

 

Salvatore Giannella si è diplomato in pianoforte nel 1987 con il massimo dei voti e la lode sotto la guida di F. Medori e si è perfezionato con i maestri Alfredo Speranza, Maria Regina Seidlhofer. 

Dal 1987 ha svolto attività concertistica in diverse città` italiane e straniere sia da solista che in formazioni da camera. 
Nel 1991, a Roma, presso la Scuola “T.L. Da Victoria” associata al “Pontificio Istituto di Musica Sacra”, ha brillantemente conseguito il diploma di perfezionamento del Corso Triennale di Esecuzione Pianistica tenuto dal M° Franco Medori.
Tra gli impegni rilevanti si ricordano i concerti tenuti in Canada per conto dell’associazione “Order of sons of Italy” nell’ambito della rassegna estiva di Musica Italiana e dello “Spanish-Italian Centre” dell’Università del Manitoba, l’esibizione come solista con le Orchestre Filarmoniche di Stato Rumene di Cluj-Napoca (Transilvania), di Ploiesti (Prahova) e di Sibiu, i recitals in Romania ospite degli Enti Filarmonici di Cluj e Brasov. Ha suonato con l’Orchestra della Radio Televisione Moldava a Kishinev (ex U.R.S.S.) e al Teatro dell’Opera di Tirana. 
Nel 1999 ha ultimato i suoi studi in discipline musicologiche presso l’Università di Bologna. Attualmente è docente titolare di pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica “D. Cimarosa” di Avellino.

                                                                                                 

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