STILL LIFE (no spoiler)

“Still Life” è un film drammatico del 2013, scritto e diretto da Uberto Pasolini, produttore del fortunato “Full Monty” e alla sua seconda avventura dietro la macchina da presa dopo “Machan – La vera storia di una falsa squadra”…

 

La pellicola sprizza “cinema” da tutti i pori, una vera e propria perla acclamata e premiata alla 70ª Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione “Orizzonti”. In effetti, pur essendo solo alla sua seconda direzione, Pasolini (non è un parente del ben più noto Pier Paolo) praticamente non sbaglia un colpo, realizzando un film denso di significato e decisamente meditativo: sì, perché “Still Life” invita il pubblico a riflettere sulla vita, sul suo senso.

E’ la storia di John May, il tipico funzionario comunale dall’esistenza monotona e ripetitiva, che ha un compito molto particolare: si occupa di rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in totale solitudine. La sua vita subirà una svolta quando il suo distretto sarà ridimensionato e lui, di conseguenza, licenziato. Si dedicherà così alla sua ultima “pratica”, faccenda che gli sta particolarmente a cuore tanto da fargli prendere scelte inaspettate.

 Il protagonista è magistralmente interpretato dall’attore britannico Eddie Marsan, noto al grande pubblico soprattutto per le sue apparizioni in “21 Grammi” e “Sherlock Holmes”. Marsan rende alla perfezione la solitudine del protagonista, silenzioso e monotono all’esasperazione, con un’espressione facciale monocorde.

L’attore inglese è attorniato da nomi certamente non altisonanti o famosi, ma non per questo inadeguati ai loro ruoli, come nel caso di Joanne Froggatt, apparsa fino ad ora solamente in film minori e serie televisive inglesi, brillante nella sua interpretazione.

Capitolo a parte merita Uberto Pasolini e la sua regia. Il ritmo è lento, le inquadrature indugiano sul volto del protagonista, ripreso in una quotidianità fatta di gesti ripetitivi e pasti solitari. L’ambientazione, poi, è perfetta per le tematiche affrontate: la scelta del regista cade su una Londra nuvolosa, tetra, e sulle desolate campagne della provincia inglese.

Ottima anche la colonna sonora firmata da Rachel Portman, che è anche la compagna di Pasolini e che, nella sua carriera, ha curato le musiche di film come “Le regole della casa del sidro”, “Chocolat” e “Oliver Twist” di Roman Polański.

In conclusione, “Still Life” merita il successo di pubblico e critica che sta ricevendo sin dalla sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia. E’ una pellicola di cui ci si dimentica difficilmente, che invita a riflettere.  Geniale, a tratti commovente, poetico: vero cinema, finalmente.

Francesco Medugno

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