Tanta folla a Seul per Papa Francesco

“Non accettare compromessi sulla fede” ha dichiarato Papa Francesco davanti a centinaia di migliaia di fedeli, un milione secondo i media coreani, che affollano la Porta di Gwanghwamun, per la beatificazione di Paul Yun Ji-Chung, considerato il fondatore della chiesa coreana e altri 123 cattolici uccisi oltre due secoli fa. Strade gremite per la visita di Bergoglio. E un applauso prolungato, che si è levato dalla folla, quando è stata pronunciata la formula della beatificazione.

 

L’esempio dei martiri. “Oggi molto spesso la nostra fede viene messa alla prova dal mondo – ha sottolineato Papa Francesco – in moltissimi modi ci viene chiesto di scendere a compromessi sulla fede, di diluire le esigenze radicali del Vangelo e conformarci allo spirito del tempo”. Per questo – ha continuato Bergoglio – è importante l’esempio dei martiri che “ci richiamano a mettere Cristo al di sopra di tutto e a vedere tutto il resto in questo mondo in relazione a Lui e al suo Regno eterno: essi ci provocano a domandarci se vi sia qualcosa per cui saremmo disposti a morire”. Concetto ribadito anche su Twitter.

“Viviamo in società dove, accanto a immense ricchezze, cresce in modo silenzioso la più abbiente povertà; dove raramente viene ascoltato il grido dei poveri; e dove Cristo continua a chiamare ci chiede di amarlo e servirlo tendendo la mano ai nostri fratelli e sorelle bisognosi” ha detto il Papa.

Il fondatore beatificato dal Papa non era un missionario straniero, ma un laico coreano che insieme ad alcuni altri giovani scoprì il cristianesimo grazie a libri del missionario gesuita Matteo Ricci portati dalla Cina.

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