TRIESTE. IL MAGAZZINO 18 SARA’ RECUPERATO ALLA MEMORIA

IL LUOGO SIMBOLO DELL’ESODO ISTRIANO OGGETTO DI RECUPERO.

SARÀ RESTITUITO ALLA STORIA?

 

«La scelta di Ernst & Young come advisor che affiancherà Comune di Trieste ed Autorità Portuale del capoluogo giuliano nel recupero e riqualificazione dell’area del Porto Vecchio pone fine ad uno stallo e ad un degrado che penalizzavano una delle aree più significative della città». Così il presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin, presenta il progetto che coinvolgerà il Magazzino 18, l’area divenuta simbolo dell’esodo istriano che coinvolse 350mila italiani divenuti stranieri indesiderati in casa propria dopo la seconda guerra mondiale.

A pochi giorni dalla celebrazione del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, vogliamo porre l’accento su questo lato scuro della storia d’Italia che solo da pochi anni è stato portato a conoscenza di tutti gli Italiani grazie all’Associazione e dell’impegno trasversale del governo italiano, che si è concretizzato nella Legge n.92 del 30 marzo 2004.

 

«Le fortune emporiali di Trieste e lo sviluppo del suo scalo, ormai proiettato nel comprensorio del Porto Nuovo – continua in una nota Codarin – sono partiti da questi edifici e dalle infrastrutture che li integravano, ma non solo la storia economica o i vincoli architettonici che tutelano le palazzine impreziosiscono il sito.

Il Magazzino contrassegnato dal “N. 18” è, infatti, luogo della memoria degli esuli istriani, fiumani e dalmati che gode ormai di fama e di visibilità nazionale grazie allo spettacolo di teatro civile interpretato da Simone Cristicchi e diretto da Antonio Calenda. Le sedie e le masserizie ivi accatastate sono frammenti di un tessuto sociale lacerato, uno spaccato della quotidianità delle genti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia prima che i massacri nelle Foibe di chi rappresentava l’italianità, le deportazioni in Jugoslavia di oppositori o presunti tali del regime comunista di Tito e l’esodo del 90% dei nostri connazionali spopolassero e snaturassero un territorio. Mettere in sicurezza l’edificio, creare un percorso con pannelli esplicativi, postazioni multimediali ed un bookshop dedicato alla letteratura scientifica e divulgativa sull’argomento sono i requisiti minimi per creare un percorso museale moderno e capace di coinvolgere il visitatore». A testimoniare l’importanza di iniziative del genere le migliaia di persone che in pochi giorni hanno visitato la mostra allestita a Rimini nell’agosto scorso dall’Associazione in sinergia con l’associazione Coordinamento Adriatico dal titolo “Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente”; mentre l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata di Trieste e le associazioni dell’esodo giuliano-dalmata sarebbero, per il presidente, gli interlocutori privilegiati da coinvolgere in una conversione museale del Magazzino 18 e nella riorganizzazione espositiva dell’immenso materiale qui confluito. Il limitrofo Silos, il quale fu Centro di Raccolta Profughi, ed il monumento ai 350.000 esuli istriani, fiumani e dalmati, che si presenta al turista appena uscito dalla Stazione Centrale, rappresentano l’anticamera di un possibile percorso tematico incentrato sul Magazzino 18 che può proseguire sull’altipiano carsico con il Campo Profughi di Padriciano ed il monumento nazionale della Foiba di Basovizza.

Eleonora Davide

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