UN OSPEDALE IN PERÙ
L’ambizioso progetto di costruire un ospedale per i piccoli ammalati del Perù
Il dottore Giovanni Tedesco, primario di oncologia chirurgica pediatrica presso l’A. O. R. N. Santobono Pausilipon di Napoli è da poco tornato dal suo viaggio in Perù dove sta costruendo un ospedale chirurgico pediatrico.
D: Perché e quando è nato il progetto di creare un ospedale in Perù?
R: Tutto cominciò nel 2011, quando Padre Calogero Favata e io ci recammo in missione umanitaria a Lima per effettuare alcuni interventi di chirurgia.
D: Chi è Padre Calogero?
R: È un frate conventuale minore che un giorno mi fece sapere se volevo conoscere un prete che aveva intenzione di mettere un intero piano del convento a disposizione delle famiglie dei bambini che vengono curati presso il nostro ospedale!
Così ci conoscemmo e fondammo l’ Associazione Italiana Onlus Gioia e Speranza di cui Padre Calogero è il presidente e io il vicepresidente. Da allora, il secondo piano del convento di Piazza Santa Caterina a Chiaia è stato ristrutturato e dà ospitalità e accoglienza di tutti i generi ai bambini oncologici e alle loro famiglie.
D: Dicevamo della missione in Perù.
R: A Lima ci rendemmo conto che il paziente, anche ricoverato, che necessita di un intervento chirurgico, viene abbandonato a se stesso a meno che non abbia la possibilità di pagare. Situazione invariata ancora oggi. Sempre in quell’occasione raggiungemmo un gruppo di confratelli sulle Ande in un paese a 3200 metri di altezza: Huamachuco e lì visitammo una scuola il cui secondo piano era del tutto inutilizzato. Credo che impiegammo meno di uno sguardo, Padre Calogero e io, per avere lo stesso pensiero: creare in quel piano un ospedale che potesse curare i poveri. Precisiamo che i medici peruviani sono bravissimi e preparati, come anche buone sono le attrezzature ma, purtroppo, chi non ha i soldi per pagare non ha speranza di guarigione. Nel 2013, grazie alle offerte delle persone che hanno aderito all’iniziativa e che ancora oggi si prodigano per il reperimento dei fondi, come medici, amici, familiari di bambini guariti e non, è iniziata la riconversione della scuola in ospedale e pensiamo che la parte strutturale possa essere completata entro il 2016. La superficie è di circa 1000 mq e mancherebbero poi solo le attrezzature mediche per avere un ospedale accessibile a tutti i bambini.
D: Quali tipi di interventi si effettuerebbero?
R: Chirurgia pediatrica generale e oculistica. Inoltre vorremmo creare un piccolo centro trasfusionale per soccorrere le donne che partoriscono e spesso hanno problemi. Attualmente anche l’amministrazione locale sta costruendo un altro ospedale per dare assistenza agli abitanti dell’area, che comprende circa 250.000 persone.
D: Come pensate di far funzionare l’ospedale?
R: L’intento è quello di formare il personale locale, sia amministrativo che infermieristico, il quale coordinando le esigenze e le necessità dei pazienti dovrebbe poi progettare gli interventi e comunicarci tutto, in modo da programmare le operazioni chirurgiche.
D: Il personale sarà volontario?
R: Abbiamo intenzione di stipendiare chi lavorerà in ospedale.
D: Che tipo di vita si svolge in quest’area del Perù?
R: Da Huamachuco si vede la famosa miniera d’oro e l’amico Padre Ignazio, tenne a dire una volta che i peruviani dormono su un letto d’oro ma muoiono di stenti. Questo per dire che ci sarebbero le condizioni per vivere meglio ma è tutto molto contraddittorio perché, ad esempio, si vedono cellulari dovunque ma sono pochissimi i bagni. Hanno un modo di vivere semplice e sicuramente meno pregiudizi di noi. Nel mio ultimo viaggio ho trovato anche dei miglioramenti ma ci sono sempre molti poveri.
D: Come si svolge il vostro viaggio verso il Perù?
R: Andiamo da Napoli a Milano, proseguiamo per Madrid, Lima e arrivati a Lima prendiamo un altro aereo o un pullman fino a Truillo e da lì si sale sulle Ande per altre 4-5 ore. È un viaggio di due giorni.
D: Mentre in Italia, come opera oggi l’Associazione?
R: Come dicevo prima grazie ai tanti amici tra cui anche medici (un anestesista – B. M. di S. – ha provveduto a tutte le spese per la prima ristrutturazione o anche Francesco Pecci che ci aiuta molto a organizzare eventi a Napoli , e non solo, per il reperimento dei fondi), i familiari e associati.
Ieri, il dottore Tedesco con la sua equipe, ha operato una ragazza che proveniva dalla seconda Università di Napoli, affetta da una recidiva di un sarcoma del braccio. È stata effettuata la completa asportazione del sarcoma, rispettando tutte le strutture vascolari e nervose che erano a rischio. Oggi, a 24 ore dall’intervento, la paziente è tornata a casa e il suo braccio è perfettamente mobile.
Ancora una volta si conferma la realtà di una struttura d’eccellenza, che è un punto di riferimento per tutto il meridione d’Italia, e che dà luce a una città come Napoli, conosciuta spesso solo per scandali di malasanità.
Un operato pulito, onesto e impegnativo, quello di Giovanni Tedesco che, instancabilmente, continua con entusiasmo, portando fino al Perù il rispetto per la vita.
Maria Paola Battista
@Riproduzione riservata WWWITALIA
La pianta dell’ospedale in Perù
- A Ugo Cilento va il Leone d’Oro al Gran Premio Internazionale di Venezia - 30 Settembre 2023
- Timeless Time. Da domani la mostra a Milano - 12 Gennaio 2023
- Alla Ca’ Foscari quattro dipartimenti tra le eccellenze italiane - 29 Dicembre 2022
- BIBLIOTECA SUORE MONTEVERGINE - 15 Giugno 2021
- SCIENZA, TROVATO DINOSAURO ITALIANO VICINO ROMA - 19 Aprile 2016
- UFFICIALE LORENZO ALLA DUCATI - 18 Aprile 2016
- BERGAMO: TORNA IL CHEAP VIDEO CONTEST - 18 Aprile 2016
- LE VOCI DI NAPOLI - 18 Aprile 2016
- TRIONFO DI REA AD ASSEN, BENE SAVADORI SU APRILIA - 18 Aprile 2016
- “AUTEUR D’IMAGES” - 17 Aprile 2016