Una visita al Turtel Point di Portici: ripensare gli spazi, ri-pensarci insieme alle altre specie

Il Turtle Point è un laboratorio di ricerca sulla biodiversità marina e un centro dedicato alla tutela e alla cura delle tartarughe marine ferite o malate. Lo spazio è stato ricavato dall’ex mattatoio nel porto del Granatello a Portici (Na). Il Centro è parte della Stazione Zoologica Anton Dohrn, il primo laboratorio di ricerca sulla biodiversità marina istituito al mondo.

Un vero e proprio percorso virtuoso che ha trasformato luoghi di morte in spazi dedicati alla salvaguardia della ‘fragile’ vita delle specie marine. Un luogo unico in cui convivono e si sviluppano ricerca, conservazione e cultura del mare. Inaugurato nel gennaio 2017, ora dà la possibilità al pubblico di accedere a percorsi didattici multimediali e a laboratori per le analisi ambientali e la cura delle tartarughe.

La visita guidata al Turtle Point si effettua solo su prenotazione proprio per garantire un numero adeguato di visitatori senza che questi arrechino disturbo alle tartarughe ospiti. Le guide presenti, illustrano cosa si intende per biodiversità, cosa sono le specie non indigene, quali sono le popolazioni ittiche sfruttate a fini commerciali e come i rifiuti provocano danni all’ambiente costiero e marino. Poi si accede alle vasche che ospitano le tartarughe marine in cura al centro di recupero prima di essere liberate dopo la riabilitazione. Attraverso questa breve passeggiata, che si consiglia di effettuare in silenzio e senza avvicinarsi troppo alle vasche, conosciamo le storie e i volti di questi ospiti che nella maggior parte dei casi sono state vittime dell’eccessiva e smodata antropizzazione dello spazio marino.

Le tartarughe della specie Caretta Caretta rappresentano la specie di tartaruga marina più comune nel mar Mediterraneo. Attualmente il suo stato di conservazione è considerato “vulnerabile” ed è necessario quindi agire al fine della salvaguardia della specie. A causa, soprattutto, dei problemi di inquinamento marino, ma anche di sfortunate collisioni con le imbarcazioni che navigano nel mar Mediterraneo, può essere comune avvistare esemplari alla deriva o che nuotano in modo anomalo e in stato confusionario. È proprio a partire da questi avvistamenti, e dalle conseguenti segnalazioni, che entra in gioco il Centro di ricerca: dotato di un laboratorio avanzato per lo studio del mare e di sale chirurgiche e radiologiche per la cura delle tartarughe, il Centro riceve segnalazioni da tutte le coste del sud-Italia prendendo in carico casi di tartarughe in difficoltà, che ricevono così tutte le cure necessarie alla riabilitazione e, dopo aver passato un periodo di convalescenza nel Centro, vengono rimesse in libertà sulle coste del Mar Mediterraneo.

Un luogo da visitare e sostenere, tenendo bene a mente che mantenere e rispettare la biodiversità è oggi più che mai un dovere di tutti e di tutte.

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About Marianna Spaccaforno

Laureata in Scienze Filosofiche presso L’Università di Napoli “Federico II”. Ha conseguito un Master in studi Politici e di Genere presso l’Università di Roma “Roma Tre”. La sua formazione e le ricerche svolte in ambito accademico, l’hanno portata a interessarsi a tematiche connesse alla tutela dei diritti umani e ambientali. E’ impegnata in diversi progetti che si occupano di tutelare le soggettività marginalizzate. Lettrice appassionata, si definisce creativa e curiosa.