UTO UGHI AD AVELLINO INCONTRA I GIOVANI DEL CIMAROSA

Uto Ughi ospite del Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino incontra gli studenti e la stampa locale

Il maestro va giù duro sui media e sulle istituzioni italiane <<Stanno svendendo il patrimonio culturale italiano e l’arte va a rotoli>>

Le grandi piazze in Italia restano riservate a <<onesti cantautori con pretese intellettualistiche che denotano solo un grande vuoto mentale>> mentre la grande arte non trova spazio. Questo l’amaro succo di un dialogo aperto dal maestro Uto Ughi nella sua visita di stamattina al Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino, dove ieri sera ha tenuto il concerto di apertura della Stagione del Teatro cittadino intitolato a Carlo Gesualdo. Una Italia culturalmente da colonizzare quella che, a detta del grande violinista, sollecitato a descrivere l’attuale condizione della musica dal presidente del Conservatorio Luca Cipriano, appare all’estero, mentre il nostro Paese si svende al miglior offerente, non più conscio di un bagaglio artistico e culturale che non ha pari nel mondo; tutto ciò per colpa dei media che ci hanno abituato a una brutta musica e ci hanno narcotizzato permettendoci di lasciar chiudere quattro grandi orchestre nazionali senza dire una parola. <<I critici musicali che hanno spazio sulle testate più importanti non possono esprimere liberamente il loro pensiero e si piegano alla volontà di una politica che non ha valori>>, questa la denuncia che ci colpisce da vicino e ci rende tutti colpevoli di aver girato la faccia dall’altra parte. <<Come protestare se anche i movimenti di opinione – commenta ancora il maestro – sono privi essi stessi di opinioni da affermare? >>. Il dibattito si è quindi acceso dando spazio ad interessanti analisi, come quella lucidamente esposta dal coordinatore delle attività dell’Istituto Antonio Di Palma, che ha denunciato la mancanza di equilibrio che la legge genera nell’insegnamenti di strumento, proprio nel nostro Paese. Da noi, infatti, i programmi dei conservatori sono più ricchi e formativi rispetto a quelli parigini, per fare un esempio, ma la legge qui tende a ridimensionare tali buone pratiche e continua ad escludere i giovani al di sotto dei 18 anni dai corsi accademici. Non sono mancate neanche le proposte come quella avanzata dal direttore del Conservatorio, Carmine Santaniello, che ha suggerito di sospendere per un minuto, in segno di protesta, i concerti che vengono proposti nelle festività natalizie dalle televisioni nazionali, affinché la voce della musica ferita possa essere ascoltata. Presente all’incontro anche l’artista Ettore De Concilis che cinquant’anni fa realizzò in una chiesa di Avellino il Murale della pace. L’opera, che denunciava le violenze delle guerre su cui trionfava il corpo crocifisso di Cristo, rappresenta crudamente l’orrore provocato dai conflitti armati e fu per questo attaccata da diverse istituzioni. Oggi è un monumento alla pace che non permette di dimenticare e di girare la faccia dall’altra parte a chi lo guarda. Ad intervenire è stato anche un altro rappresentante del mondo accademico musicale, il pianista Marco Grisanti che ieri ha accompagnato Ughi nella sua applauditissima esibizione al Gesualdo.  Anche per Angrisani il mondo dei Conservatori deve riacquistare forza attraverso l’unità e la consapevolezza del grande patrimonio artistico di cui sono custodi e testimoni.

Eleonora Davide

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