La ghianda e la spiga, Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo, di Giovanni Capurso. Recensione e intervista.

La ghianda e la spiga, Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo, di Giovanni Capurso ProgeditEditore, pp. 103, € 13.00

La ghianda e la spiga, Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo scritto da Giovanni Capurso, è innanzitutto un libro di storia che, attraverso la ricostruzione della vita del personaggio Di Vagno, racconta l’avvento del fascismo in Italia. Il libro inizialmente mette in risalto l’operato del Partito Socialista Italiano e della sua progressiva disarticolazione da cui ebbe vantaggio l’affermarsi del fascismo.

Giuseppe di Vagno era nato a Conversano, un borgo agricolo della provincia di Bari e, dopo un’infanzia spensierata, sin da giovanissimo colse la necessità di innovazione e riscatto sociale del suo territorio.

Egli si adoperò moltissimo per la sua gente e con tenacia cercò di combattere le ingiustizie e i soprusi sia politici che sociali.

Un personaggio storico pieno di amore e di dedizione. Questo il profilo di Di Vagno.

A cento anni dalla morte dell’avvocato e deputato pugliese, Giovanni Capurso racconta i tratti salienti della vita di Di Vagno, ma non solo.

Un libro che sicuramente traccia un percorso politico dettagliato e molto interessante. Sicuramente una pagina di storia di cui non c’è da andare fieri, quella che vide tramite le squadracce fasciste l’affermazione del nuovo movimento capeggiato da Mussolini. E dai fascisti Di Vagno fu assassinato. Aveva 32 anni e mentre rientrava dopo un comizio fu assassinato a tradimento a colpi di pistola. Un uomo coraggioso, ma soprattutto onesto che aveva con la sua lungimiranza più volte auspicato alla pace e all’unione dell’Italia. Si dedicò per questi motivi alla giurisprudenza prima e alla politica poi.

Il libro è frutto della ricerca storica che Capurso ha compiuto e vi sono inserite numerosissime note bibliografiche e documenti che ne sono la testimonianza. Esso diventa, a sua volta, un documento da cui trarre conoscenza di ciò che accadde nell’Italia prefascista in generale e, nello specifico, in Puglia.

Mi sono ritrovata nuovamente a leggere con grande interesse un libro di Giovanni Capurso, il cui stile è semplice e pacato anche quando assume toni forti.

A lui ho chiesto innanzitutto: «Come mai un libro su Di Vagno?»

Le ragioni sono diverse. Ne dico un paio. La prima è perché si tratta di una vicenda ingiustamente (e inspiegabilmente) marginalizzata dalla storiografia. L’omicidio di Giuseppe Di Vagno è, infatti, un episodio centrale nella genesi del fascismo. La seconda è legata al fatto che anche oggi ci sono valori, come quelli dell’antifascismo, che vanno assolutamente tutelati se non promossi. Il fascismo fu una forma di intolleranza ancor prima che un partito e oggi si sta ripresentando in forme più subdole e striscianti.

Leggendo il suo libro più volte mi sono soffermata a pensare a quanto sarebbe utile che lo leggessero gli studenti perché lo considero un manualetto di storia che pur stringendo sul personaggio Di Vagno ben rappresenta in dettaglio ciò che accadde in Italia negli anni venti del secolo scorso. Un libro che attraverso la storia di un borgo diventa rappresentativo di un’intera nazione.

Si, il contesto che troviamo nel piccolo borgo di Conversano di quel periodo è paradigmatico di quanto stava accadendo in tutta Italia. E non solo per il fascismo. Per esempio in Puglia, come nella gran parte del Mezzogiorno, emanciparsi era un’impresa che costava molta fatica. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo, il sacrificio era la legge abituale e quotidiana che gravava sulle classi subalterne.

In particolare il malaffare e la corruzione di stampo giolittiano imperversava purtroppo in Puglia, come in tutto il Meridione, e calpestava i diritti dei più deboli. E il sistema clientelare è stato per lungo tempo un grosso limite al progresso sociale ed economico.

Mi sono anche chiesta cosa sarebbe accaduto se il Partito Socialista non fosse stato così frammentario e debole. Probabilmente le sorti dell’Italia sarebbero state diverse, o forse no considerando che la politica italiana è alquanto “altalenante” e incoerente?

Quello della divisione dei partiti di Sinistra è una vecchia storia. Nello specifico fu certamente una delle cause che portarono all’ascesa del fascismo. Va detto che Giuseppe Di Vagno si impegnò in tutti i modi per provare a tenere unite le varie anime del socialismo. Anzi, – ma questo è un mio parere personale – molto spesso dietro le correnti ideologiche si nascondono logiche personalistiche e arrivismi. Ma queste sono patologie che appartengono a noi italiani: il portare avanti l’io sul noi.

Grazie a Giovanni Capurso per aver con il suo impegno letterale e storico rappresentato un momento importante della storia d’Italia.

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu