Cinema e libri con Ciro Borrelli al club Napoli di Monteforte Irpino

Recensione di Pensavo fosse un comico invece era Troisi e Il ventennio d’oro del cinema italiano e intervista all’autore

Un appuntamento da non perdere per gli appassionati di lettura e di cinema è quello in programma per venerdì 19 novembre alle ore 18,30 presso il club Napoli nel centro Montedoro di Monteforte Irpino. È prevista, infatti, la presentazione dei due volumi Pensavo fosse un comico invece era Troisi di Ciro Borrelli e di Il ventennio d’oro del cinema italiano scritto da Ciro Borrelli con Gianmarco Cilento e Domenico Palattella.

Pensavo fosse un comico invece era Troisi scritto da Ciro Borrelli per Phoenix Publishing è un omaggio a Massimo Troisi, attore, comico e regista napoletano scomparso il 4 giugno 1994. Una figura poliedrica quella di Massimo Troisi, nato come cabarettista insieme ai suoi amici Lello Arena e Enzo Decaro e poi diventato attore, sceneggiatore e regista. Il suo ultimo film fu Il postino dedicato al grande poeta Pablo Neruda.

Il libro di Ciro Borrelli, che porta la prefazione di Rosaria Troisi, sorella dell’attore, è un excursus appassionato di ciò che fu la vita del grande napoletano. Lo scrittore, infatti, parte da una breve biografia molto utile per comprendere il carattere di Troisi per riportare, in seguito, le interviste a personaggi famosi che lo hanno conosciuto o hanno lavorato con lui per poi passare alle interviste effettuate dall’Autore stesso e, infine, concludere con il racconto dei film di Massimo Troisi.

Il risultato è un accorato ricordo di un personaggio che ci ha lasciato troppo presto. Ne Il ventennio d’oro del cinema italiano, Ciro Borrelli, Gianmarco Cilento e Domenico Palattella raccontano quarant’anni della storia del cinema italiano a partire dal 1956 a finire al 1978. Un libro interessantissimo e ben fatto in cui gli Autori spiegano gli sviluppi del cinema italiano e il modo in cui esso si è rapportato alla realtà del Paese mostrando, così, la vera essenza simbolica e rappresentativa del cinema che è non solo intrattenimento ma specchio della sensibilità e della vita.

In particolare Ciro Borrelli è autore della prima parte del libro e si è occupato del periodo che va dal 1956 al 1962. Il capitolo di storia del cinema che ha scritto analizza figure come Mario Monicelli, Rossellini e De Sica, personaggi straordinari che sono diventati delle vere e proprie icone del cinema italiano come anche Totò e Alberto Sordi. È un’interessante antologia corredata da note biografiche.

In attesa delle presentazioni a Ciro Borrelli ho chiesto: Lei è un appassionato di cinema ed è un cultore del teatro napoletano. Scrivere un libro su un personaggio del calibro di Massimo Troisi non è semplice, innanzitutto perché altri si sono già cimentati a farlo, ma poi perché lui era un “grande” e penso che sia sempre difficile rapportarsi ad un personaggio come lui, che peraltro non c’è più. Come ha affrontato la stesura del libro? Sì è vero che su Massimo Troisi sono stati scritti diversi volumi, ma si tratta principalmente di volumi settoriali. Pensiamo ai bellissimi libri scritti dalla sorella Rosaria e da Anna Pavignano in cui si tratta “l’uomo” Troisi oppure ai libri scritti da studiosi e critici che riguardano la sua carriera artistica.  Io ho cercato di fare un volume che raccontasse tutto Troisi, cioè l’uomo Massimo, e in più la sua carriera. E riguardo alla carriera ho posto l’accento soprattutto sulla maturazione artistica dell’attore. Infatti il titolo Pensavo fosse un comico invece era Troisi, nonsoltanto scimmiotta il titolo del famosissimo film Pensavo fosse amore invece era un calesse, ma vuole dimostrare proprio la sua crescita artistica che, a mio avviso, è avvenuta nella seconda metà degli anni ’80 quando Troisi incontrò Mastroianni e Ettore Scola. Attraverso questi incontri avviene il passaggio dal comico al drammatico e, in seguito, alla poesia.

Qual era, a suo parere, una caratteristica particolare di Massimo Troisi? Me ne vengono in mente tante ma voglio citarne due in particolare. La prima è quella che Massimo Troisi era avanti di decenni rispetto agli altri attori della sua generazione, e questa è una caratteristica tipica delle menti superiori.  A mio avviso lui era fondamentalmente un genio, un genio innanzitutto comico ma non solo. Un’altra sua caratteristica era quella di essere un dissacratore. Ricordiamo, ad esempio, quando una volta riferendosi al teatro disse che lui non ricordava la polvere del teatro perché forse aveva frequentato sempre teatri puliti. Questo per banalizzare, in un certo senso, alcune frasi stereotipo utilizzate dagli attori.

Quanto c’era dell’uomo Troisi nelle sue recitazioni? C’era un po’ di tutto perché innanzitutto lui era sempre cosceneggiatore dei suoi film scritti a quattro mani con Anna Pavignano. Quindi in ogni personaggio troisiano, pensiamo a Gaetano di Ricomincio da tre o al Vincenzo di Scusate il ritardo, c’è un po’ di Massimo.  In Gaetano mi vengono in mente la timidezza e l’insicurezza, mentre in Vincenzo viene fuori l’indolenza di Massimo. Ma, ricordando i suoi ultimi film, pensiamo per esempio a Il postino che è un vero e proprio inno alla poesia, viene fuori del tutto l’aspetto poetico di Massimo che lui aveva già lasciato trasparire nel film Le vie del Signore sono finite.

Parliamo ora del libro Il ventennio d’oro del cinema italiano. Credo che l’iniziativa sua e degli altri due Autori del libro nasca innanzitutto dalla passione per il cinema, ma dalla vostra opera traspare proprio il desiderio di fornire ai lettori informazioni precise e dettagliate su una preziosa forma d’arte qual è il cinema. Qual è stato il vostro obiettivo primario? Il nostro obiettivo è stato fondamentalmente quello di omaggiare i protagonisti del cinema di un determinato periodo che, a nostro avviso, è stato il migliore di tutti i tempi. Protagonisti che non sono soltanto i grandi interpreti ma anche i registi, gli sceneggiatori, i soggettisti, come i direttori della fotografia che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito a rendere magico e unico quel periodo che va dalla fine degli anni ‘50 alla fine degli anni ’70.

Su quali elementi storici e di ricerca avete basato la vostra esposizione? Il nostro lavoro è stato molto, molto certosino in quanto ci siamo documentati tantissimo perché il periodo è molto vasto. Ognuno di noi si è occupato di un periodo di circa sette – otto anni. Io, per esempio, ho svolto ricerche per il periodo che va dal 1956 al 1962 che è quello del boom economico in cui in Italia ci furono profondi cambiamenti sia economici che sociali. Il cinema di quel tempo ha, a mio avviso ancor più della letteratura, mostrato agli italiani quel cambiamento. Ci sono alcuni film che sono delle vere e proprie pietre miliari come, ad esempio, Il sorpasso di Dino Risi che è in grado di rappresentarci l’Italia di quegli anni.

Il cinema è spettacolo e intrattenimento, può essere svago e divertimento ma sicuramente è rappresentazione di qualcosa: una storia narrata in un libro, un avvenimento storico e anche fantasy e immaginazione. Dietro un film quante “persone” ci sono? Dietro a un film c’è un numero enorme di persone: i protagonisti sono ovviamente i grandi attori interpreti, ma anche i registi, gli sceneggiatori, i grandi autori specialmente quelli di una volta, ma oltre a questi abbiamo anche i direttori della fotografia, i tecnici, i montatori nonché gli attori che hanno ricoperto piccoli ruoli e, ancora, i “caratteristi” cioè gli attori che si posizionano come figura intermedia tra il semplice figurante e il protagonista del film. È proprio nel periodo che noi abbiamo trattato che sono apparsi sul grande schermo i più grandi caratteristi italiani.

Come vede, lei che è un esperto, il cinema attuale e che tipo di cinema immagina pensando al futuro considerando anche i nuovi canali che trasmettono film? Oggigiorno il cinema è totalmente diverso e quello del futuro lo sarà ancora di più. Il cinema è cambiato e sicuramente in Italia non ha più l’importanza che aveva in passato a partire dalle Istituzioni che hanno sicuramente meno attenzione nei suoi confronti come del teatro. La crisi del cinema non nasce adesso perché soprattutto quello italiano è stato sempre caratterizzato da alti e bassi.  Si comincia a parlare di crisi del cinema già a metà degli anni ’50, quindi con l’esaurirsi del Neorealismo. In seguito il cinema ha avuto un momento d’oro proprio degli anni che noi abbiamo trattato, per poi avere una ricaduta negli anni ’60, risalire in un certo senso negli anni ‘70 con il cinema d’autore ed è negli ultimi decenni che ha avuto una grossa battuta d’arresto. Ciò si deve non soltanto alla televisione ma soprattutto alle piattaforme i cui prodotti sono a volte scadenti, altre volte ottimi. Certo se lei mi avesse fatto questa domanda qualche mese fa, avrei risposto che il futuro del cinema per me è assolutamente nero. Oggi correggo leggermente il tiro perché negli ultimi mesi, vedo di nuovo una maggiore attenzione e una sorta di ripresa dovuta anche alla riduzione della pandemia, e sta riemergendo la figura di nuovi cineasti, di nuovi registi che possono portare il cinema italiano ad essere protagonista nello scenario mondiale. Ovviamente il paragone con i protagonisti trattati nel nostro libro non si pone ma anche perché quella era un’altra Italia. 

Nel ringraziare Ciro Borrelli per la gentile disponibilità rinnovo l’invio a partecipare alla presentazione dei libri. @riproduzione riservata WWWITALIA.EU

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu