ADDIO A TOMAS MILIAN, L’ATTORE CHE DIEDE VOCE AL POPOLO DELLE PERSONE COMUNI

Si é spento all’età di 84 anni Tomás Quintín Rodríguez Milián, meglio conosciuto con il nome d’arte “Tomas Milian“, pedina fondamentale del trentennio d’oro del cinema italiano e biglietto da visita delle pellicole di corbucciana fede. L’attore cubano é morto nella sua casa di Miami dove soggiornava in solitudine ma conviveva con una profonda nostalgia dei fasti dei tempi andati.

Insignito di diversi premi – tra cui il Nastro d’Argento nel 1980 – Milian ha appassionato generazioni di più e meno giovani con film capaci di immergersi in maniera totale nella realtà romana e romanesca attraverso due personaggi fondamentali: il commissario Nico Giraldi e “Er Monnezza“. Il racconto delle borgate capitoline attraverso figure fondamentalmente comuni ma cinematograficamente appetibili ne hanno contrassegnato una carriera basata soprattutto sulla narrazione della romanità quotidiana.

L’atipica figura del Commissario Giraldi, ladro che sveste i panni del topo d’appartamenti (ereditati dal padre) e indossa quelli del poliziotto, ha regalato un pregnante messaggio di remissione dal valore altamente formativo, in un’epoca in cui la filmografia aveva anche il delicatissimo ruolo di comunicare il sociale.

Fautori di una rivouzione che coinvolge le classi meno agiate delle borgate e delle periferie, i personaggi interpretati da MIlìan hanno restituito fierezza e voce allo sconfinato popolo composto da persone straordinariamente comuni, ragion per cui oggi, a venti anni dai tempi da “Er Monnezza“, tutta Roma (e tutta Italia) piange la scomparsa di un uomo diventato mito dietro una cinepresa, con la tetra consapevolezza di non aver ancora individuato un “erede” artistico capace di concretizzare quel ricambio generazionale di cui il grande schermo avrebbe bisogno, ma di cui rimane ancora amaramente digiuno.

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