DA FACCI A MACRON: SE L’AVANZATA DEL “POPULISMO” SI ARGINA CON IL PENSIERO UNICO

La storia del mondo ci insegna che l’affiorare di un pensiero unico e la sua progressiva affermazione facciano da traino alle rivoluzioni. Poco importano le cause scatenanti – differenti e variegate, ma pur sempre accomunate dalla costante dell’eccesso – ciò che emerge, aprendo un libro di storia, sono gli effetti devastanti causati dai reiterati tentativi di sopraffazione perpetrati nel corso dei secoli.

Espletata la necessaria formalità di un cappello forse inevitabile, vogliamo provare a proiettare gli insegnamenti del passato nella labirintica realtà del terzo millennio, contrassegnata da una sempre maggiore affermazione del pensiero unico in larga parte d’Europa – e dunque del mondo.

Dicevamo delle cause scatenanti delle rivoluzioni, troppo spesso  sottovalutate e quasi sempre sfociate nell’incontrollabile. Ma gli eventi che si susseguono in larga parte del vecchio continente devono per forza di cose spingerci verso una riflessione. La vittoria elettorale di Macron – ormai padre padrone della politica francese – si allarga alle elezioni parlamentari il cui prevedibile esito viene scosso solo dalla vittoria di Pirro targata Marine Le Pen, per la prima volta capace di entrare in Parlamento. “E’ la vittoria dei riformisti contro il populismo” aveva mormorato qualcuno, ignorando che quel populismo più volte categorizzato come “becero” sia null’altro che l’espressione di una fetta di popolazione. Impulsiva (la fetta, ndr)? Forse. Malpensante? Può darsi. Frettolosa nell’emanare giudizi? Probabilmente. Ma pur sempre fetta di popolazione. E da tale, meritevole di rispetto e considerazione.

Il caso Facci, del resto, deve averci insegnato qualcosa. Ci ha insegnato che la parola “odio” sia qualcosa di deprecabile. E su questo siamo d’accordo. Ma ci ha insegnato pure che in un’epoca in cui assistiamo inermi al dilagare del pensiero unico, provare ad andare controtendenza (seppur, ribadiamolo, usando un termine deprecabile) sia ritenuto eccessivo. E allora no, c’è qualcosa che non va. Perchè si tenta di arginare l’avanzata del populismo con l’affermazione del pensiero unico.

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About Angelo Damiano

Angelo Damiano, giornalista classe 1992. Avellinese e Napoletano di origine, meridionale per vocazione. Da anni collabora con varie testate (soprattutto online), spaziando dallo sport alla politica passando per la cronaca. Si è appassionato alla politica negli anni del liceo e continua a seguirla con occhio quasi sempre imparziale. Pregi: amante di football manager. Difetti: ossessivamente amante di football manager. Per contatti angelodamiano92@gmail.com

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