DAL VENETO ALLA CATALONIA: IL RIGURGITO RIVOLUZIONARIO EUROPEO CHE GETTA OMBRE SUL FUTURO

Dalla questione catalana al referendum lombardo-veneto, un leit-motiv trascina i destini degli indipendentisti sud-europei, ed è quello del cambiamento. I rigurgiti rivoluzionari della Catalonia e la richiesta di maggiori competenze da parte delle due regioni del Nord Italia a trazione leghista, lasciano trasparire un diffuso senso di insoddisfazione che finisce col tramutarsi in richiesta di indipendenza. Dalla Spagna, dall’Italia, dall’Europa. Indipendenza da qualcuno che sta più in alto e che probabilmente detiene le chiavi dell’avvenire, che a sua volta appare sempre meno comune e sempre più autonomo.

L’idea degli “Stati Uniti d’Europa” sembra fallire sotto i colpi sferzati tra le cabine elettorali italiane e spagnole, ma non solo. Altri indizi di un diffuso senso di inadeguatezza arrivano dal Centro Europa, dove i nazionalisti tornano al potere – come in Austria – oppure ci vanno vicino – Germania – .

Ed anche il lontano Giappone, con la conferma di Shinzo Abe, apre le porte ad una nuova stagione del nazionalismo inasprita dalla modifica alla Costituzione che permetterà al Paese di rettificare l’articolo 9, che stabilisce la rinuncia alla guerra in qualsiasi circostanza. A spostare l’ago della bilancia è stata la  paura di nuovi affondi da parte di Kim Jong-un, “colpevole” di aver innescato anche la necessità di una riflessione circa le carte costituzionali di mezzo mondo. Adattarsi ai tempi potrebbe voler dire – come testimoniano le frizioni di questi mesi – anche adattare i testi di legge alla nuova era. E se quella di Shinzo Abe rischia di passare come una svolta autoritaria, rimane il pericolo di una popolazione (mondiale, più che asiatica) che non può più convivere con il virus della paura.

ENFATIZZAZIONE E RISVOLTI POLITICI DEL REFERENDUM – Torniamo in Italia.
«E’ stata la vittoria dei veneti» ha tuonato il governatore Zaia. Lo ha fatto perché forse in questo referendum tutta la giunta regionale di fede leghista c’aveva messo la faccia, o forse perché – come ha ipotizzato qualche malpensante – il numero 1 della florida regione del Nord-est sta già pensando ad un futuro da premier. Ipotesi altamente azzardata, verrebbe da dire, specie se si considera che la Lega un leader ce l’abbia già, e che la sua centralità all’interno della coalizione di centrodestra rimane il nodo da sciogliere in vista delle prossime politiche.

Rimangono invece i dubbi sul fronte lombardo, dove il referendum ha raggiunto l’affluenza del 38 per cento. Il governatore Maroni ha dichiarato di “voler lottare insieme al Veneto per portare avanti una battaglia condivisa”, anche se i dati provenienti dalla città di Milano lasciano trasparire un minor coinvolgimento rispetto alle altre (vedi Bergamo).

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About Angelo Damiano

Angelo Damiano, giornalista classe 1992. Avellinese e Napoletano di origine, meridionale per vocazione. Da anni collabora con varie testate (soprattutto online), spaziando dallo sport alla politica passando per la cronaca. Si è appassionato alla politica negli anni del liceo e continua a seguirla con occhio quasi sempre imparziale. Pregi: amante di football manager. Difetti: ossessivamente amante di football manager. Per contatti angelodamiano92@gmail.com

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