Decreto dignità, stop alla pubblicità sul gioco d’azzardo: assonanze e divergenze con il contrasto al fumo
Il “Decreto Dignità” è stato approvato. La nuova legge dello stato prevederà – tra le altre misure – l’abolizione definitiva delle pubblicità sul gioco d’azzardo, un punto più volte rimarcato da Luigi Di Maio in campagna elettorale ed oggi diventato un provvedimento concreto.
Tra approvazioni e bocciature, lo stop alla pubblicità di scommesse e giochi con vincite in denaro ha varcato le soglie del parlamento con un obiettivo ambizioso ma realizzabile: diminuire (più o meno drasticamente) la percentuale di giocatori d’azzardo in Italia.
Un obiettivo ambizioso, dicevamo, soprattutto in relazione alla crescita vertiginosa dei numeri inerenti all’azzardo. Negli ultimi anni il fenomeno ha colpito le più variegate fasce di età, varcando addirittura la soglia dei minorenni: sono infatti sempre di più gli under 18 che, presi dall’inarrestabile diffusione del fenomeno, si sono avvicinati prepotentemente al mondo dell’azzardo. Lo stop alla pubblicità è rivolto soprattutto a loro.
CORSI E RICORSI STORICI – Un obiettivo temerario, è vero, ma allo stesso tempo realizzabile, ed in questo senso la storia del contrasto al fumo potrebbe essere utile a fare scuola e creare un precedente. Seppur la relazione tra i due fenomeni possa essere considerata atipica (ad oggi l’azzardo è in forte crescita mentre il fumo ha sempre navigato su determinati standard nella seconda parte del ‘900), il vero insegnamento che studiosi e non hanno potuto trarre dal contrasto al fumo è che l’attività di contrasto passi innanzitutto da una buona campagna mediatica. Non ci riferiamo solamente alle pubblicità progresso trasmesse via tubo catodico, ma prendiamo in esame innanzitutto una insistente campagna pubblicitaria cominciata con l’eliminazione della promozione cinematografica (la sigaretta sempre tra le dita dei personaggi principali del grande schermo), e culminata con la campagna effettuata anche sui pacchetti stessi delle sigarette.
Quest’ultima non si limitava ad elencare le conseguenze a cui il fumatore rischiava di andare incontro, ma addirittura le raffigurava. Risultato? Una drastica diminuzione del consumo di tabacco: rispetto al 2011, nel 2014 le vendite di sigarette si sono ridotte del 5,7%, che corrisponde a quasi due pacchetti in meno al mese acquistati da ciascun fumatore (dati www.airc.it).
Non è dato sapere se le misure previste dal decreto dignità possano in qualche modo raggiungere i medesimi risultati, così come non è dato sapere se la diffusione del gioco d’azzardo in età minore possa conoscere un freno dopo l’emanazione della nuova legge, ma un fatto è certo: chi sostiene – a priori – che l’abolizione della pubblicità sul gioco d’azzardo non sia risolutiva del problema, non parla con dati alla mano.
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