Genitorialità

Con questo articolo parte una rubrica nuova, SCRABBLE. Collezione di parole.

Senza parole, siamo elisi dalla realtà

(Andrea Marcolongo) 

Ogni giorno, scegliamo accuratamente, o sbadatamente, le parole che la nostra lingua offre per dare forma alla nostra realtà, per dare forma a noi stessi. Scrabble è un viaggio mensile alla ricerca delle parole della nostra lingua, custodite tra le pagine di un libro, per svelarne i mondi che celano e che abitano gli autori. 

Il mese che si è da poco concluso, settembre, è il mese degli inizi, il mese in cui, chiusi in un armadio i vestiti estivi e i costumi, si è pronti a dare luce ai nuovi progetti. La scintilla del progetto, l’intenzione di dare forma al proprio futuro, studiandone le varie possibilità, plasma quello che i tedeschi chiamavano Dasein: l’esserci, l’esistere. Il progetto, che è arte di prendersi cura del proprio mondo e dei suoi satelliti, ci sussurra la nostra prima parola da esplorare: genitorialità.

Una parola apparentemente semplice, con la sua veste più evidente di ‘condizione dell’essere genitore’. Eppure, se si inizia ad andare un po’ più in là della superficie, si scopre già che la genitorialità e il progetto hanno molto in comune. L’essere genitore è forse il più delicato e potente progetto che si possa intraprendere, è il portare alla luce, il far fiorire, l’atto del prendersi cura per eccellenza.
Una parola indissolubilmente legata a un’altra: vita. Quella forza attiva, il grido più antico per comunicare che esistiamo, che siamo qui.        
La costellazione della genitorialità ci svela molteplici sfumature e mondi, in cui si schiudono nuove parole: amore, preoccupazione, desiderio, legami, rifiuto, terrore. Mondi opposti o paralleli che gli autori ci hanno svelato nel corso del tempo.    

La genitorialità è per Oriana Fallaci, in Lettera a un bambino mai nato, «una goccia di vita scappata dal nulla» che si trasforma in un atto responsabile.
È un percorso naturale, un dovere che i genitori di Alexander gli ricordano costantemente e che, in Portnoy’s complaint di Philip Roth, il protagonista rifiuta nella sua ricerca di autonomia e indipendenza. Genitorialità è il mondo indissolubile, intimo, unico e complesso della relazione tra genitori e figli.  Un amore senza uguali quello di chi dà la vita e lascia fiorire, di chi conosce ogni angolo della nostra anima e in cui ci invita in punta di piedi Pier Paolo Pasolini in Supplica a mia madre; un rapporto difficile, schiacciante, ambivalente e conflittuale, quello raccontato da Franz Kafka in Lettera al padre. Genitorialità è, dunque, un sostantivo tutt’altro che semplice, che racchiude uno spazio mentale, relazionale, fisico e soggettivo e in quanto tale muta e prende forma con gli attori che fanno parte della storia.

Giovanna De Chiara con il suo Batti cuore, edito da Marketing d’autore – Edizioni il Papavero, ci accompagna nella sua storia, nel suo mondo della genitorialità, fatto di un dolore devastante e una speranza che non ha mai abbandonato. Un percorso tortuoso, quello della sua gravidanza, che in quel giorno senza sole le ha imposto una scelta emotivamente impossibile per lei, donna e mamma, che aveva atteso e desiderato quel bambino. Il mondo della genitorialità, per Giovanna De Chiara, si traduce in un dolore intimo e personale, incomprensibile agli altri, ma anche nel coraggio di far trionfare la vita, accompagnata da quella fede che non può mancare lì dove si ergono i limiti degli uomini. Batti cuore, però, è anche la storia di una gioia immensa, di un lieto fine, dell’amore che risuona in ogni parola, in ogni sillaba, un percorso di crescita personale che invita alla riflessione e alla scoperta del senso della sofferenza, della felicità, nonché della stessa vita.  

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.