Natale

Christmas, children, it’s not a date, it’s a state of mind. (Mary Ellen Chase)

Un altro appuntamento con la rubrica SCRABBLE. Collezione di parole ci farà approfondire il significato di una parola, attraverso la letteratura.

Le luci nelle città si stanno accendendo, i suoi profumi e le sue melodie si stanno diramando tra le stradine, le piazze, i quartieri; lo spirito natalizio e la sua magia stanno iniziando a pervadere le nostre città. Tante le tradizioni, i ricordi e le emozioni per non aggiungere alla nostra collezione la parola Natale.  

Per la cultura occidentale, il Natale rappresenta la festa più attesa e sentita dell’anno, nonostante la crisi di valori, nonostante la società consumistica. In un tempo in cui questa festività viene quasi imposta da pervasive trovate di marketing, in cui è opprimente la necessità di apparire e prendersi cura della superficie, sembra non esserci più tempo per assaporare il vero spirito del Natale, per emozionarsi. Sembra non esserci spazio per la parte più spirituale, più intima e autentica. Se è vero, allora, che non è una data, ma uno stato d’animo, vale la pena andare alla ricerca del suo significato più profondo, per farlo nostro e non dimenticarlo più.

Fin dall’antichità, molti popoli festeggiavano la nascita delle loro divinità nei giorni intorno al 25 dicembre, per l’estrema importanza data al sole, dal momento che scandiva i ritmi dei giorni, delle stagioni e del lavoro, e dunque della vita.  Il diminuire delle ore di luce, nei mesi autunnali, era fonte di paura e il solstizio d’inverno, giorno più corto dell’anno, era dunque una data fondamentale, rappresentando la fine del buio. Per questo, nei giorni successivi si era soliti festeggiare la vittoria della luce sulle tenebre. Il 25 dicembre fu poi scelta come data simbolica per celebrare la nascita di Cristo, ovvero diem natālem Christi, che per ellissi è arrivato a noi con il termine Natale (da natus, ‘nascere’, più il suffisso -alem che indica appartenenza). Se le festività pagane sono state contrastate, la simbologia sembra essere stata preservata: Cristo è luce, è speranza ed è salvezza. D’altronde ogni nascita, ogni inizio è motivo di gioia, di calore, amore, condivisione e soprattutto di speranza. Forse è proprio questa la magia del Natale, il suo significato universale, al di là di ogni tempo, ogni luogo e ogni culto: è aprire il proprio cuore all’essenziale, a ciò che conta davvero, è mantenere la speranza sempre viva.

La letteratura sul Natale ci insegna che non è mai troppo tardi per impararlo e lo fa attraverso protagonisti che sembrano stridere con tutto ciò che di bello e buono c’è. Ne sono esempi celebri Scrooge (Christmas Carol, Charles Dickens) avaro ed egoista uomo d’affari che scoprirà il senso dell’esistenza e l’importanza di apprezzare le piccole cose attraverso lo Spirito del Natale; e il Grinch (How the Grinch Stole Christmas!, Dr. Seuss) che più di tutti odia questa ricorrenza. Lui con il cuore di «due taglie più piccolo», scontroso e solitario, ci fa capire che la vera magia del Natale non consiste affatto nei regali, nei festoni, ma nell’affetto, nel calore e nella compagnia di chi amiamo. Questo è tutto ciò che conta. Altre volte, invece, serve lo sguardo innocente dei bambini per riscoprirne la magia, innocenza che l’ambiente familiare dovrebbe preservare. Con un racconto semplice e ironico, I figli di babbo Natale, contenuto nella raccolta Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, Italo Calvino dà un’importantissima e attuale lettura del Natale, ricordandoci quali sono i suoi veri valori attraverso Michelino, un bimbo che non riceverà doni, e il suo regalo per un poveretto, un bimbo che ne ha ricevuti già tredici, eppure nel suo sguardo c’è la più grande infelicità, quella che nasce quando si perdono di vista le cose davvero preziose della vita. 

Le storie sul Natale sono intramontabili e portano con sé significati preziosi, come quella racchiusa tra le pagine di La luce di un nuovo inizio (Edizioni Il Papavero).                          
Giuseppe Gimigliano narra dei Re Magi, facendo rivivere le atmosfere e i profumi di un tempo passato, restituendoci quell’incanto e quella magia di quando si era bambini e che troppo spesso si perde. Il romanzo, però, è molto di più di questo. L’autore intreccia il tragitto dei Magi alla storia di cinque ragazzi di oggi, ognuno con le sue problematiche. Immigrazione, disoccupazione, problemi adolescenziali, sono solo alcuni dei temi trattati. Ogni storia è diversa, lontana nel tempo e nello spazio, immersa e condizionata dal contesto e dalla cultura, ma legata alle altre da un cammino e un’unica meta. Il libro stesso si trasforma in un viaggio essenziale, che il lettore potrà percorrere a ogni pagina: un viaggio dentro di sé, nell’animo umano, per scoprire la propria identità, la propria strada e il senso ultimo della vita.

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.