Parola

Un altro appuntamento con la rubrica SCRABBLE. Collezione di parole ci farà approfondire il significato di una parola, attraverso la letteratura.

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Le parole fanno parte della nostra quotidianità, eppure sembra che oggi se ne ignori il potenziale, usandole spesso sbadatamente. Perché, allora, non arricchire la nostra collezione, con un viaggio proprio nella parola stessa?

Definire la parola non è semplice; il termine non ammette un’unica definizione esaustiva, per via delle diverse accezioni e i molteplici studi. Nell’uso più comune si intende la più piccola unità isolabile in una frase, composta da uno o più fonemi, ovvero suoni, attraverso la quale si può esprimere una o più nozioni.  Si tratta di un elemento così riconosciuto e quotidiano per i parlanti di una lingua, tanto da non prestargli più attenzione. La parola, però, che ci permette di comunicare, nel suo aspetto più profondo, rappresenta uno strumento creativo, che non solo ci aiuta a descrivere la realtà che ci circonda, e quella che custodiamo in noi stessi, ma anche di darle forma.   
Un gesto così semplice, come quello di scegliere le nostre parole, può in realtà avere un grande impatto sulla nostra realtà e la nostra cognizione della vita. Sono numerosi, d’altronde, gli studi sulla diversità linguistica che sostengono che la lingua non sia solo un semplice strumento di comunicazione di idee, ma un’entità che produce il pensiero stesso. Le lingue e le parole rappresentano modi diversi di percepire il mondo e con esse molteplici possibilità di trasformarlo. Le parole si connettono inevitabilmente, in quest’ottica, alla creazione, come pennelli nelle mani dei pittori.

Soltanto se pensiamo – se siamo disposti a pensare – il reale, allora esso inizierà a modellarsi, venendo alla luce del groviglio indefinito delle sole percezioni e trasformandosi in idee.
Alla fonte delle parole

(Andrea Marcolongo)

Quale valore hanno allora le parole? Elena Ferrante, in Invenzione Occasionale definisce le parole, la grammatica e la sintassi come lo scalpello che scolpisce il nostro pensiero. Albert Camus, invece, sostiene l’importanza di scegliere le parole giuste, di nominare in maniera corretta le cose per “diminuire la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo”. Non a caso, Robert I.Levy, autore del libro Tahitians: Mind and Experience in the Society Islands, nei suoi studi sulla popolazione tahitiana, evidenziò la correlazione tra l’alto tasso di suicidi e l’assenza di parole per indicare il dolore dell’anima, nonostante il gran numero di parole per comunicare quello fisico.           
Così, nell’atto più semplice di esprimere una parola, esprimiamo noi stessi, la nostra realtà, diamo voce alle nostre idee, influenziamo quelle degli altri, diamo forma ai mondi che immaginiamo, creiamo storie: creiamo cambiamento.

Cambia le tue parole per cambiare la tua vita. di Donata De Bartolomeis (Edizioni Il Papavero) ci accompagna  in un viaggio sul potenziale delle parole. Un libro che racchiude un’esperienza di vita, il sentiero di un’evoluzione personale, che consegna nelle mani del lettore uno strumento per muoversi nel mondo delle parole, in grado di modificare il nostro subconscio e le nostre vibrazioni energetiche. L’obiettivo? Prendere coscienza di come un utilizzo corretto delle parole possa aiutare a migliorare la nostra vita. “Noi siamo le nostre parole. Le parole sono l’espressione dei nostri pensieri e le parole modificano i nostri pensieri”.                                                                          
Un testo che mostra la magia delle parole, di quelle che fanno sognare, di quelle che curano, di quelle che diventano strumento per cambiare il proprio destino, e che svela, attraverso esempi concreti, tutta la loro potenza: “le parole possono fare del bene, possono fare del male ma la scelta è sempre la nostra”.

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About Martina Bruno

Martina Bruno, laureata in Lingue e Letterature Moderne, classe 1996, fermamente convinta che la comunicazione e la cultura, in tutte le sue sfaccettature, siano elementi fondamentali per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. Non posso smettere di essere curiosa e osservare, c’è troppo da scoprire, assaporare e raccontare.