Permafrost di Eva Baltasar: un romanzo per ascoltare e ascoltarsi al di sotto delle crepe

Permafrost, il romanzo di Eva Baltasar, già vincitore nel 2018 del Premio Librai Catalani, pubblicato in Italia da Nottetempo è il racconto di una donna che mette a nudo la propria vita avvolta, come in un mantello, in una membrana di gelo che la protegge da quella fragilità che la costringe a vivere sull’orlo dell’abisso.

Come il permafrost, infatti, che protegge con il suo gelo permanente la vita delle aree più fredde del pianeta, questo strato scherma la protagonista da una realtà pericolosa, disgustosa e dalla violenza del mondo.

Permafrost è un racconto intimo, poetico, fatto di carne, che ripercorre le sensazioni, i fallimenti, le paure, le fratture della vita di una donna senza schemi.

Una donna che appare inadeguata di fronte alle convenzioni di un mondo che non sente suo, sempre alla ricerca di un luccichio che infranga quel gelo che protegge e intrappola allo stesso tempo 

Il Permafrost è, quindi, la membrana metaforica di cui si riveste la protagonista, un involucro capace di reggere la forza esplosiva delle crepe.

E proprio, però, dall’incrinarsi del permafrost/corpo che la scrittura sgorga in modo potente e rende il linguaggio complesso strumento di destrutturazione del corpo.

È un romanzo da leggere, delicato e poetico, si ha quasi la sensazione di avere di fronte una voce amica e si sente la necessità di accoglierla e di accogliere quella parte, presente in ognuno di noi, che cerca disperatamente il proprio posto nel mondo.