Siria, la reazione internazionale: da Putin “violata la legge internazionale” alla Merkel “colpa di Assad”
Il raid americano in Siria ha suscitato diverse reazioni nel mondo e non si sono fatte attendere le dichiarazioni dei leader internazionali sin dalle prime ore del mattino.
Prevedibile la reazione della Russia che ha condannato l’attacco che “porterà danni considerevoli ai rapporti tra Russia e Usa” come si legge nella nota del Cremlino. “Il raid “viola la legge internazionale. Washington ha compiuto un atto di aggressione contro uno Stato sovrano, è un pretesto inventato” queste le parole di Vladimir Putin citato dal portavoce Peskov. La Russia ha annunciato lo stop della collaborazione militare con gli Usa e, in particolare, delle comunicazioni per evitare scontri nello spazio aereo siriano. Mosca ha inoltre chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu.
Ferma condanna ai bombardamenti da parte dell’Iran con il portavoce del ministero degli Esteri iraniano afferma: “attacchi unilaterali che rafforzeranno i terroristi in Siria e complicheranno la situazione in Siria e nella regione”.
L’Europa invece è compatta al fianco di Donald Trump: “La responsabilità per questi sviluppi è del solo Assad. Il ripetuto utilizzo di armi chimiche e i suoi crimini contro la popolazione reclamavano un sanzionamento” dichiarano la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande dopo una telefonata seguita all’attacco. Appoggio anche dal Regno Unito con la premier Theresa May che ritiene il bombardamento “una risposta appropriata al barbaro attacco con armi chimiche, allo scopo di prevenire ulteriori attacchi”. Anche l’Italia sostiene l’iniziativa di Trump con le parole del Premier Gentiloni “è una risposta motivata a un crimine di guerra”.
Sul fronte dei favorevoli anche il premier danese Rasmussen che ha definito l’attacco “giusto e necessario” così come Malcolm Turnbull, il Presidente dell‘Australia ha però affermato che “non non siamo in guerra contro il regime di Assad e gli Stati Uniti hanno chiarito che non vogliono disarcionare il regime”. Non si è fatta attendere la reazione di Israele, storico alleato degli Usa, con il premier Netanyahu che ha apprezzato il messaggio “forte e chiaro” mandato dall’America.
PLAUSO DI TURCHIA ED ARABIA SAUDITA-“Come ha messo in chiaro il nostro presidente, noi non vogliamo ascoltare solo parole, ma vogliamo vedere azioni. A questo proposito il raid Usa contro la base militare (siriana, ndr) è significativo” queste le parole di Numan Kurtulmus, vice primo ministro turco che accoglie positivamente la notizia. Plaude all’iniziativa anche l’Arabia Saudita come riportato da una fonte del ministero degli Esteri: “sosteniamo pienamente le operazioni militari Usa contro obiettivi militari in Siria che sono una risposta all’uso da parte del regime di armi chimiche contro civili innocenti” inoltre viene elogiato il presidente Usa Donald Trump definito “coraggioso” sottolineando che “la comunità internazionale ha fallito nel fermare le azioni del regime”. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha espresso “sostegno alla risolutezza del governo Usa nel non tollerare la diffusione e l’uso di armi chimiche”.
REAZIONE PRUDENTE DI PECHINO– Moderata la posizione della Cina che ha chiesto agli Usa di “evitare un ulteriore deterioramento della situazione ” ma ha anche condannato l’uso di armi chimiche.
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