Un libro per l’estate. La casa dei fiori selvatici di Mathangi Subramanian: un paradiso da costruire

La casa dei fiori selvatici è il primo romanzo di Mathangi Subramanian (Nord Edizioni, 2022). Il titolo lascia presagire che si tratti di una storia delicata ma con una punta di amaro. Lo stile narrativo, leggero e scorrevole, riesce a far risaltare gli aspetti ruvidi della vita delle protagoniste.

Il romanzo è ambientato a Bangalore, città dell’India che conta oltre sei milioni di abitanti. Le immagini turistiche che ritraggono la città, raffigurano il classico dipartimento urbano moderno e tecnologico che si adegua agli standard occidentali; ma appena oltre i grattacieli iniziano le baraccopoli fatiscenti, gli agglomerati urbani, i vicoli interminabili e intricati, in cui si svolge la vita di cinque ragazze, povere ma determinate.

Il cartello con il nome civico dell’area, parzialmente distrutto, indica il sobborgo noto a tutti come Swarga, che in sanscrito vuol dire Paradiso, e per le cinque ragazze e amiche quel posto è un po’ un paradiso: è lì che vivono con le proprie famiglie, che riescono a frequentare la scuola, ed è lì che compiono le loro scorribande.

Le ragazze imparano subito che essere donna è più difficile che essere uomo: se nasci maschio, anche se povero, puoi comunque trascorrere l’infanzia giocando, sapendo che la tua famiglia farà di tutto per farti studiare e migliorare la tua condizione; se nasci femmina, impari presto a lavorare e a rinunciare e aspetti solo il momento in cui ti sposerai. E così le cinque amiche nel corso della storia faranno di tutto per continuare a frequentare la scuola e assecondare i propri sogni, scegliendo percorsi di liberazione e autodeterminazione.

Un episodio racconta bene il destino a cui le ragazze cercano di sfuggire: la madre di una delle protagoniste, infatti, accetterà di partorire in un ospedale solo per ricevere un contributo economico, che in realtà non è un sostegno per il nascituro, ma il prezzo per essere sterilizzata, nel rispetto delle politiche di controllo delle nascite.

Le cinque protagoniste sono coraggiose e intraprendenti, e scelgono di prendersi cura l’una dell’altra, anche le loro madri sono donne eccezionali e audaci, che trovano il coraggio di rompere gli schemi e infrangere le regole; ad esempio, la madre di Joy, di fronte alle prime manifestazioni della sessualità del figlio, decide di assecondarla anziché reprimerla nell’omologazione di ciò che è considerato “normale”.

Sullo sfondo della baraccopoli, sempre a rischio di essere rasa al suolo per fare spazio a nuovi centri commerciali o nuovi viali a otto corsie, assistiamo così ai cambiamenti nella vita delle cinque amiche e all’evoluzione dei loro destini; grazie anche alla forza e al coraggio di donne generose che ancora oggi combattono per assicurare ai propri cari i più elementari diritti, le vediamo quindi crescere e avviarsi verso un domani, forse, migliore.
Una lettura d’intrattenimento, con l’unico importante intento di tenere sempre alta l’attenzione sulle battaglie di resistenza messe in atto dalle donne.

©Riproduzione riservata

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About Marianna Spaccaforno

Laureata in Scienze Filosofiche presso L’Università di Napoli “Federico II”. Ha conseguito un Master in studi Politici e di Genere presso l’Università di Roma “Roma Tre”. La sua formazione e le ricerche svolte in ambito accademico, l’hanno portata a interessarsi a tematiche connesse alla tutela dei diritti umani e ambientali. E’ impegnata in diversi progetti che si occupano di tutelare le soggettività marginalizzate. Lettrice appassionata, si definisce creativa e curiosa.