Un libro per l’estate.  Ragazze Elettriche: Alderman scuote il Potere con la fantascienza femminista

Ragazze Elettriche è un romanzo di fantascienza edito da Nottetempo, della scrittrice inglese Naomi Alderman. La storia è un romanzo nel romanzo: il libro si apre con una lettera del suo presunto autore che chiede a un’amica scrittrice di leggere il suo manoscritto e fargli sapere cosa ne pensa. Le spiega che ha deciso di dare una sua ricostruzione degli eventi che cinquemila anni prima hanno portato alla Catastrofe e alla costruzione di una spietata società matriarcale, un futuro nel quale le donne hanno acquisito la straordinaria capacità di lanciare potenti scosse elettriche dalle mani grazie a un organo, che chiamano la matassa, situato nella clavicola.

Dopo questa lettera parte il romanzo vero e proprio: la storia di come le donne hanno appunto acquisito questo potere e, una volta presa coscienza della loro nuova posizione dominante nei confronti degli uomini, si siano ribellate per istituire, piano piano, una società governata da loro in cui i ruoli si sono di fatto ribaltati.

La storia segue le vicende personali di quattro personaggi: Allie/Madre Eve, la fondatrice di una nuova religione che annuncia e rivendica la femminilità di Dio; Roxy, figlia di un mafioso e la persona in cui il nuovo potere si è manifestato nella sua forma più potente; Margot, una politica americana che fonda una scuola militare per giovani donne; e infine Tunde, unico uomo dei personaggi principali, un reporter che segue da vicino la rivoluzione e che sogna di raccontarla in un gigantesco libro. Molto brava la Alderman ad aver saputo creare quattro personaggi così interessanti, a mantenere alto l’interesse del lettore per le vicende di tutti e a farle collidere le une con le altre. Drammi personali e universali progrediscono così in parallelo fino alla Catastrofe finale, che segna la definitiva istituzione della nuova società.

Il titolo originale, The Power, è probabilmente meno accattivante del nostro Ragazze Elettriche ma sicuramente meglio esplicativo del tema del romanzo, più che della sua trama: questa non è la storia di un gruppo di ragazze che all’improvviso ottengono dei superpoteri, ma una storia sul Potere e su chi lo detiene. Il pretesto fantascientifico serve solo a dare il via a una storia cruda e oscura sviluppata, con grande merito dell’autrice, con una sorprendente verosimiglianza e alta probabilità dei fatti narrati che per certi aspetti ricordano, mi si passi lo scomodo paragone, il Saramago di Cecità.
Le donne acquisiscono un improvviso “superpotere” e finiscono per compiere gli stessi errori che avevano già compiuto gli uomini prima di loro: sottomettono completamente l’altro sesso, fondano stati e religioni che consolidino e perpetuino la loro posizione predominante, tanto che negli scambi epistolari tra il presunto autore e l’amica, cinquemila anni dopo, è solamente una supposizione dello storico e non un fatto riconosciuto che le donne abbiano acquisito questo potere tutto ad un tratto e che prima ci fosse una società patriarcale. Non è nei loro interessi riconoscere la verità perché ammetterebbero implicitamente di essere dominanti per il potere acquisito e non come un fatto di natura.

Il messaggio di Ragazze Elettriche viene veicolato attraverso una tecnica tanto semplice e già vista quanto, in questo caso, brutalmente efficace. Per parlare della situazione attuale, quella in cui viviamo noi, la Alderman ha deciso di ribaltarla completamente, conscia che l’inversione di prospettiva, una volta demolita l’assuefazione del lettore alla “normalità” del suo quotidiano, avrebbe messo in luce la realtà dei fatti: le barbarie e le umiliazioni subite nel romanzo dagli uomini per mano delle donne (e, attenzione, dalle donne meno forti per mano di quelle più forti) non sono altro che quelle che un numero ancora purtroppo troppo grande di donne subisce ogni giorno nel mondo, fa solo più strano leggerle. Percepiamo la storia di Ragazze Elettriche come distopica quando in realtà è solo uno specchio di quella che viviamo già; è distopica solo nel senso che la presa di potere delle donne non ha portato a un mondo migliore ma al ribaltamento di quello che già c’era.

Il miglior riassunto è nell’ultimo scambio di lettere tra Neil e Naomi, quando in merito a quei cinquemila anni di supremazia femminile lui scrive: “Il mondo attuale è quello che è a causa delle strutture di potere di cui è intriso da cinquemila anni, strutture che si trascinano dai tempi più oscuri in cui la vita era molto più violenta e l’unica cosa che contava era: tu e la tua gente potreste inviarmi una scossa più forte? Ma oggi non dobbiamo agire così. Possiamo pensare e immaginare noi stessi in un modo diverso, dopo aver compreso su che cosa abbiamo fondato le nostre idee.”

Il romanzo della Alderman si svolge in un’epoca indefinibile. È il passato o è il futuro? Per quanto ci si arrovelli lungo il racconto, questo rimane un mistero ed è il primo elemento che fa vacillare le nostre certezze.

Ragazze elettriche, attraverso il punto di vista di quattro diversi personaggi femminili e uno maschile, ci racconta cosa potrebbe accadere se questo potere nascesse davvero e si diffondesse tra le donne, relegando in un angolo gli uomini ed escludendoli dalla vita pubblica. Una narrazione su più piani, che si ricongiunge di volta in volta, ricamando una trama ai limiti della fantascienza e dell’orrore.

La scrittura della Alderman è incalzante, diretta, molto semplice, in alcuni tratti addirittura fin troppo essenziale, eppure ci incolla alla pagina e non ci molla nemmeno quando ne siamo distanti fisicamente, trascinandoci nell’orrore di quel nuovo mondo, disturbato e violento come il peggiore degli incubi.

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About Marianna Spaccaforno

Laureata in Scienze Filosofiche presso L’Università di Napoli “Federico II”. Ha conseguito un Master in studi Politici e di Genere presso l’Università di Roma “Roma Tre”. La sua formazione e le ricerche svolte in ambito accademico, l’hanno portata a interessarsi a tematiche connesse alla tutela dei diritti umani e ambientali. E’ impegnata in diversi progetti che si occupano di tutelare le soggettività marginalizzate. Lettrice appassionata, si definisce creativa e curiosa.