A SCUOLA PER IL FUTURO

Intervista a Emilia Sica

La dottoressa Emilia Sica gestisce il nido, la scuola dell’infanzia e primaria Giosuè Cipolletti di Montoro e la Cipolletta English Curriculum School di Avellino. Le sue scuole vantano metodi innovativi come l’ECS (Embodied Cognitive Science) e il metodo Gordon per l’apprendimento musicale 0-6 anni.

I suoi titoli sono diversi, mi limiterò ad elencare  solo quelli inerenti la scuola.

Emilia Sica ha conseguito la Laurea  in Scienze della Formazione Primaria, è educatore Gordon, operatore bio musica, operatore della ludicità, è specializzata sul sostegno e sul coordinamento nido – infanzia.

Mi racconta innanzitutto come è nata la sua avventura e la metodologia seguita dai docenti nelle scuole da lei gestite.

D: Le scuole che lei gestisce sono state una sua idea?

R: La Giosuè Cipolletti è nata nel 1858 a Montoro (AV), ancor prima della statale, ad opera delle Suore Stimmatine.

D: Quali sono state le tappe?

R: Ho creato il primo asilo di Montoro come centro di accoglienza per bambini in difficoltà sia stranieri che del Comune. Ho creato una ludoteca nel 2001 e nel 2002 ho riunito tutto nella scuola delle suore. Quella di Avellino è nata nel 2010 come nido –  infanzia e da quest’anno è diventata la Cipolletti English Curriculum School.

D: Lei è un’insegnante di musica. Avrebbe potuto creare una scuola di musica. Come mai, invece, ha incentrato lo sviluppo delle sue scuole sull’inglese?

R: L’inglese è nato come progetto ECS  diretto dal professore Gomez e seguito dal Professore Criscitiello nel 2014 a Montoro. È una scuola nido-infanzia tutta a curriculum inglese con insegnanti madrelingua e bilingue.

D: Dopo aver iniziato ha continuato in queste sue attività di creazione, perché?
R:
 Perché sono innamorata delle mie scuole. L’idea iniziale fu di mio marito che, provenendo da una famiglia di docenti, me la propose. Anche le suore mi  incoraggiarono. All’inizio ero disorientata e sono stata molto aiutata dal professore Criscitiello (che è stato allievo di Piaget alla Cattolica di Milano).

D: Quindi è stata lei a contattarlo?

R: Sì, l’ho supplicato perché avevo necessità di qualcuno che mi guidasse. Il Professore, essendo in pensione, si dedica moltissimo a noi.

Professore Criscitiello

Professore Criscitiello

D: Oltre all’ idea di mettersi in gioco, c’è il metodo Montessori alla base di tutto.

R: Esatto. Noi lavoriamo sulle emozioni, sul corpo, cerchiamo di implementare l’intelligenza dei bambini, la capacità di critica, di osservazione, non utilizziamo mai schede per un tema, sono i bambini a crearle dopo ogni attività.

D: Per quanto riguarda la primaria, facciamo un semplice esempio di apprendimento considerando le tabelline.

R: Hanno imparato con il gioco della settimana in giardino e poi, quando sono arrivati in classe, sapevano già che cosa fosse la matematica. Lo hanno imparato prima sul loro corpo e poi lo hanno messo in pratica. Anche il rigo, ad esempio, lo hanno imparato vedendo prima una corda in giardino, camminandoci a fianco, sopra, sotto, poi ho portato un violino, una chitarra, ho fatto toccare le corde e al momento di scrivere nel rigo del quaderno il bambino non ha avuto difficoltà. Nella scuola elementare di Montoro si svolgono i programmi in inglese di tutte le materie, mentre la grammatica italiana è tenuta da un insegnante laureato in lettere che ha le competenze. L’allievo non va in confusione perché non si lavora traducendo ma si pensa direttamente in inglese. Si tratta di una didattica  incarnata nella pratica quotidiana in modo tale che quando il bambino arriva a scrivere conosce già il concetto. Educare il bambino al bilinguismo  significa educare a pensare due cose contemporaneamente, significa sviluppare sia l’emisfero destro , quello della creatività, sia il sinistro. E la creatività non è solo disegnare ma è allenare la mente. Ad esempio, nella primaria abbiamo una materia che è la home economy in cui il bambino con la pratica impara a pensare, a conoscere gli oggetti e tutto ciò che c’è in casa.

D: É come se vivesse in una famiglia inglese piuttosto che in una italiana.

R: Esatto. Tutto ciò che si fa con le mani diventa proprio. Anche la musica guidata aiuta moltissimo perché attraverso di essa i bambini apprendono, innanzitutto, a stare in gruppo e ciò significa integrazione, inclusione, autostima, sicurezza in se stessi, come anche educazione e scolarizzazione che si apprendono molto più facilmente stando tutti insieme e giocando.

D: Certo bisognerebbe, poi, che una scuola del genere proseguisse nel tempo, altrimenti si rischia che sia tutto inutile.

R: Fortunatamente i genitori ci sostengono tramite i progetti, quindi spero di poter organizzare anche una scuola secondaria inferiore.

D: Trovo che ci sia un divario enorme sia nella metodologia che nelle competenze rispetto alla scuola pubblica.

R: Purtroppo è un mondo completamente diverso. I docenti specializzati della scuola pubblica, ad esempio, sono molto competenti ma ci si limita alla classe, non si lavora sulle emozioni, non si stabilisce prima un rapporto di empatia ed è per questo che, spesso, non si raggiungono buoni risultati.  La cosa che noto è che i bambini non hanno libertà, li vogliamo costretti in un banco e questo dà loro una completa paura dello studio. Oggi, purtroppo, pensiamo che sia sufficiente la laurea per poter avere le competenze per stare in una classe mentre bisogna specializzarsi in un campo, dobbiamo essere capaci, innanzitutto, di osservare chi abbiamo di fronte, non si possono utilizzare sempre i soliti modelli perché i bambini cambiano continuamente. Allora l’insegnante deve prima lavorare sul gruppo e poi sui singoli.

I nostri bambini fanno  puzzle, cruciverba, percorsi, labirinti, tutto in lingua inglese acquisendo, così, capacità di ragionamento.

Per educare alle regole devono partire dei loro bisogni e dalle loro esigenze personali.

D: Queste mancanze nella scuola statale, secondo lei, dipendono da un preciso intento politico che, a partire da un certo momento, ha deciso di distruggere la scuola statale a favore di quella privata?

R: No, non credo. Innanzitutto c’è molta burocrazia. Poi penso che ci siano altrettante scuole private che hanno solo lo scopo di lucrare ma non danno qualità. Si dovrebbero mettere in grado gli insegnanti di acquisire le giuste competenze.

D: Effettivamente la laurea non è sufficiente.

R: Io faccio, infatti, continuamente corsi di formazione e aggiornamento in tutta Italia e sono quasi tutti senza punteggio. Di conseguenza, anche il mio personale deve essere formato. Il nostro direttore, che è il Professore Gaetano Criscitiello, psicologo dell’infanzia, cambia continuamente i nostri programmi come anche cambiamo continuamente gli insegnanti facendoli ruotare da una scuola all’altra perché i bambini devono abituarsi al cambiamento.

D: Non c’è il rischio che i suoi ragazzi, abituati ad andare oltre,  restino delusi?

R: Non credo, sono convinta che loro saranno in grado di guardare oltre il loro naso.

Questa intervista termina al contrario, perché è la dottoressa Sica a fare una domanda a me, chiedendomi che cosa penso delle sue scuole.

Le rispondo che esse sono indiscutibilmente all’avanguardia, molto interessanti e prestigiose, come lo è Lei che le ha sapute, con impegno e dedizione, portare avanti ma che provo una certa amarezza.

Sono, infatti, rammaricata per chi non può frequentare scuole come la Cipolletti dato che, se è vero che esiste il diritto allo studio, tutti i bambini dovrebbero avere la possibilità di essere istruiti nel migliore dei modi indipendentemente dalle possibilità economiche dei genitori. Resta sicuramente il merito dei docenti e di tutti i professionisti che investono le proprie capacità partendo dall’educazione scolastica.

Grazie e complimenti a Emilia Sica per il suo lavoro.

Maria Paola Battista

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu

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