Giovani e basket, #youngstars presenta Gerry Scardino

Intervista al giovane cestista

Di rientro da un torneo e due provini rispettivamente a Roma, con Alfa Omega Scuola Basket Ostia, e a Nardò (LE) con Pallacanestro “Andrea Pasca”, e prima di trasferirsi per la preparazione atletica con la sua nuova squadra, Gerardo Scardino, detto Gerry, ha potuto dedicarmi un po’ di tempo per rilasciarmi un’intervista.

Gerry è nato ad Avellino ed ha compiuto 18 anni. Il suo ruolo è play guardia tiratrice e la sua altezza è 187cm.

Cominciamo facendo un po’ di storia. Hai iniziato quando avevi?

Ho iniziato a tre anni con la Libero Basket di Avellino e dopo qualche anno mi sono trasferito alla Del. Fes, sempre ad Avellino, dove il mio primo allenatore era Roberto Graziano. Ho disputato i campionati under 13 élite e Under 14. Dall’under 16 a seguire, con Gianluca Morena come allenatore, ho disputato le finali nazionali fino ad arrivare a fare l’interzona e i tornei nazionali.  Abbiamo vinto tutti i campionati regionali tranne un anno quando arrivammo secondi.

Nel 2016, lasciata la Del. Fes, ho giocato con Adolfo Parrillo primo allenatore, coadiuvato dalla seconda allenatrice Luisa Corallo, in under 18 èlite e in serie C con la Nuova Pallacanestro Sarno, con cui ho disputato le semifinali nazionali contro Nardò e vincendo, infine, il campionato. Mentre giocavo con Sarno chiesi il nulla osta e andai a Isernia perché lì cercavano ragazzi per fare il campionato under 18 eccellenza e dopo una settimana di prova con Alessandro Nocera, mi scelsero, acquistando il mio cartellino da Pallacanestro Sarno. A Isernia sono stato un anno, cioè il 2017, dove ho giocato nell’under 18 eccellenza, serie B con Globo Isernia e under 20. Con l’under 20 ho vinto il campionato, ho terminato le fasi successive dell’under 18 eccellenza e ho giocato diverse partite in serie B con parecchi punti a referto.

Quando hai iniziato a pensare che saresti potuto diventare un giocatore di basket?

Ho ancora molto da lavorare e imparare ma sicuramente l’esperienza con Sarno mi ha fatto molto crescere ed è lì che ho iniziato a pensare che avrei potuto sempre migliorare e diventare un giocatore.

Cosa vuoi raccontare della tua esperienza fuori città? Non hai avuto dubbi o ripensamenti?

All’inizio ho sentito la mancanza della mia famiglia però, poi, con il passare del tempo ci si abitua; cosa necessaria se si vuole giocare. È necessario concentrarsi e pensare solo al campo e a giocare.  Riguardo la scuola ho frequentato una scuola privata insieme ad altri ragazzi che giocano a basket e a pallavolo e mi sono ambientato benissimo, grazie anche al fatto che la società è molto attenta e scrupolosa nei confronti dei ragazzi fuori sede. Non ho avuto mai ripensamenti e sono stato sempre determinato fino in fondo.

Che tipo di rapporto hai instaurato con i tuoi compagni? Finito il campionato vi siete più sentiti?

Certo, si diventa come fratelli perché anche nel tempo libero si sta tutti insieme. Mi sento continuamente con loro. A Isernia sono stato trattato benissimo e, sebbene mi sia trasferito a Trieste, mi volevano tutti bene a cominciare dalla Presidente, che approfitto per salutare e ringraziare.

Il tuo prossimo campionato sarà disputato con chi?

Sono stato acquistato dalla società Alma Pallacanestro Trieste, militante nel campionato di serie A, ma per quest’anno sono in prestito alla Pallacanestro “Andrea Pasca” Nardò dove farò l’under 18 nazionale che  si divide in quattro gironi: Nord, Sud, Est ed Ovest. Quello Sud parte da Isernia fino alla Sicilia e ci sono squadre molto importanti come Avellino, Napoli e Brindisi. Giocherò anche nei dodici della serie B.

Molti bambini intraprendono da piccoli uno sport ma non tutti continuano fino in fondo. Crescendo, per vari motivi, tra cui lo studio, ma anche tante altre distrazioni, abbandonano. Qual è il tuo parere?

Io penso che chi si ferma lo fa perché non si è posto un obiettivo. Spesso lasciano per delusioni o perché non riescono a stare lontani dalla famiglia ma credo, soprattutto, perché non sono determinati. Io mi sono posto di diventare qualcuno e ce la sto mettendo tutta anche facendo dei grossi sacrifici, come stare lontano dalla mia famiglia, dalla mia città o non uscire il sabato sera perché magari il giorno dopo c’è da giocare una partita. Ho vissuto solo a diciassette anni e ho imparato tante cose, a partire dal cucinare a finire a usare la lavatrice. Tutto ti aiuta a crescere e a maturare ma qualcuno si ferma al primo intoppo.

Quindi per il prossimo anno cosa ti aspetti innanzitutto da te stesso e poi dagli altri?

Mi auguro di fare un grande campionato e di migliorare. Dagli altri spero di poter trovare una squadra buona, con bravi ragazzi, che mi accolga bene. In serie B sarò il più piccolo e gli altri hanno molta più esperienza di me. Imparerò molto sicuramente ed è questo di cui ho bisogno per poter essere pronto a competere per chi mi vorrà.

A Nardò dove alloggerai?

Vivrò in una casa al centro della città con due ragazzi montenegrini che giocheranno nel settore giovanile e anche per il vitto provvederà la società. Noi ragazzi abbiamo proprio un tutor che ci seguirà nella vita privata. La preparazione inizierà il 22 agosto, mi allenerò tutto i giorni. Di mattina faremo palestra e individuale e di pomeriggio allenamento con la squadra. Probabilmente oltre ché in serie B giocherò anche nell’under 18 eccellenza, e quindi farò, come ad Isernia, anche tre allenamenti al giorno. Il 26 ci sarà la presentazione della squadra.

Una domanda al papà: qualche volta i genitori tendono non solo ad educare i propri figli ma anche a influenzarli nelle loro scelte. Lei è una persona che vive in palestra, ha accompagnato suo figlio prima da genitore ma anche come preparatore atletico e gli ha, ovviamente, dato tanti consigli. Lo ha sempre appoggiato e incoraggiato?

Io gli ho sempre detto, sin da quando era piccolo, che l’importante era che facesse qualsiasi sport ma con convinzione. Poiché io ho praticato sport a livello agonistico gli ho ribadito ogni momento che qualsiasi fosse la sua scelta doveva essere seria. Molti scelgono uno sport e poi lo lasciano dopo due mesi e vanno avanti così senza poi ritrovarsi nulla. A meno che non si sia negati per lo sport prima o poi si troverà qualcosa a cui dedicarsi o si potrà farlo per divertimento. Mio figlio mi ha chiesto da sempre di giocare a basket e io l’ho sostenuto. Nel suo, finora breve, corso sportivo ha avuto già delusioni e io l’ho sempre incoraggiato dicendogli che se valeva davvero, sarebbe arrivato il suo momento. Quando lo preparavo mi accusava, a volte, di essere troppo esigente mentre oggi è lui che sceglie di allenarsi in un certo modo. È stato anche fortunato perché ha incontrato allenatori come Adolfo Parrillo, Carlo Corbo e Mimmo Canzano che lo hanno scelto per le sue capacità. Gli allenatori competenti che lo hanno visto gli hanno detto che ha una grande dote che è quella di saper fare i canestri da lontano. Affiancando a questa dote l’arresto e il tiro da due avrà buone probabilità di diventare un buon giocatore.

Gerry e Ernesto Scardino

Gerry e Ernesto Scardino

In conclusione, Gerry mi dice qualcosa che davvero rende l’idea delle sue buone qualità d’animo. Si sente, infatti, di dovere ringraziare i suoi genitori per avergli dato un’educazione che gli consente di essere apprezzato e benvoluto dovunque. Mi dice che senza il sostegno della sua famiglia, nonni compresi a cui è molto legato, non sarebbe potuto andare da nessuna parte perché i ragazzi poco educati, che non conoscono il rispetto delle regole e la convivenza civile non sono proprio presi in considerazione.

Così non posso far altro che ringraziare Gerry ed Ernesto per la loro disponibilità e fare gli auguri di tutto cuore a Gerry per una splendida carriera.

Maria Paola Battista

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu