Giuseppe Fanelli e il lupo

Dopo aver parlato con Giuseppe Fanelli dell’orso M49 e della sua triste sorte, affrontiamo oggi un nuovo argomento, che è un vero e proprio esempio di etologia. Parleremo, infatti, del lupo.

Il lupo è una specie protetta in Italia. Da quando, come e perché?

Il lupo, in Italia, è una specie particolarmente protetta quindi gode di una protezione maggiore, insieme agli orsi e alle aquile, rispetto alle altre specie.

Particolarmente cosa vuol dire? 

Particolarmente protetta, secondo la legge sulla caccia, vuol dire che, essendo animali presenti in un numero limitato seppur oggi in lieve ripresa, sono sempre a rischio critico per cui quei pochi esemplari che sono sul territorio devono godere di una protezione particolare.

Fino al 1971 il lupo era considerato una specie “nociva”, e tengo a precisare che tale concetto in natura non esiste, pertanto poteva essere ucciso in tutti i modi, in tutti i periodi dell’anno e da chiunque. Questo aveva portato sull’orlo dell’estinzione il lupo italiano, il  canis lupus italicus che è una sottospecie del lupo grigio. È una sottospecie a sé cioè, dal punto di vista genetico, deriva dal lupo grigio ma ha alcune differenze.

Quindi proteggere il lupo oltre il fatto morale riveste importanza anche a livello di biodiversità.

Attualmente qual è la situazione?

Grazie ai provvedimenti del 1971 il lupo ha potuto godere di una buona ripresa usufruendo di una certa tutela almeno sulla carta. Dico sulla carta perché, anche se illegalmente, un certo numero di animali venivano comunque abbattuti.

Ma quando è stata stabilità la tutela sono state designate anche delle zone in cui dovessero andare per riprodursi e vivere secondo tutela?

No, non si può confinare un animale selvatico come il lupo. Tornando alla storia, possiamo dire che con l’ex Ministro Galletti il lupo ha rischiato seriamente di essere di nuovo cacciato fino all’estinzione. Fortunatamente, poiché il nuovo Ministro all’ambiente Costa è una persona sensibile e preparata, dal punto di vista ministeriale è stato risolto il problema ma l’attenzione dei cittadini deve essere sempre alta perché, purtroppo, la politica clientelare è sempre in agguato.

Alcune volte si vedono sui social immagini di lupi uccisi in diversa maniera secondo lei le foto e i filmati sono veri?

Purtroppo sì, perché poi interviene la forestale che fa dei sopralluoghi denotando l’intolleranza verso questi animali.

Infatti, oltre quei cento esemplari abbattuti a cui ho accennato prima dobbiamo aggiungerne un altro centinaio che muore per incidenti vari. Proviamo, quindi, ad immaginare cosa accadrebbe senza la protezione da parte della legge.

Sempre riguardo i post sui social aggiungerei che, mentre sono vere le uccisioni, non si può dire lo stesso delle aggressioni, in quanto gli aggrediti sono sempre vivi e neanche feriti e le testimonianze non sono assolutamente coerenti, nella dinamica e nei comportamenti, all’etologia del lupo.

Dove e come vivono i lupi?

I lupi vivono nei boschi, in zone di montagna ma anche aree non fittamente boschive. Diciamo in tutti quei luoghi che ospitano le loro prede naturali che sono ungulati e mammiferi di media taglia.

Quindi sia Appennini che Alpi.

Sì. I lupi sono animali sociali, sono strutturati in branchi in cui vivono due individui dominanti: il maschio alfa e la femmina alfa che sono gli unici che si riproducono poi ci sono i subordinati che seguono il branco, lo aiutano contribuendo anche alla cura dei piccoli.

Quindi un maschio alfa si può accoppiare con una femmina del branco?

Solo con la femmina alfa, la quale non permette alle altre femmine di accoppiarsi.

Quindi tutti i lupi del branco sono figli del maschio e della femmina α?

Assolutamente no, perché ciò comporterebbe a lungo andare gli accoppiamenti tra consanguinei che la natura non consente. Quando i lupi, soprattutto i maschi, raggiungono la maturità sessuale si allontanano dal branco per costituirne uno nuovo. Nel frattempo qualche lupo solitario proveniente da un altro branco si aggrega, se viene accettato, avendo superato una serie di prove. Quando, poi, il maschio α e la femmina α sono anziani vengono surclassati da qualche altro esemplare scontrandosi, a volta, anche con feroci lotte.

In che modo riescono a comunicare tra loro i lupi?

In effetti chi si sottomette ha una serie di atteggiamenti corporei che hanno quel significato: ad esempio avvicinarsi con le orecchie abbassate, la testa leggermente ripiegata e la coda fra le zampe. Quando arriva l’individuo dominante chi si sottomette si posiziona a pancia all’aria e mostra i genitali, cioè il suo punto più vulnerabile.  Il branco è guidato da una gerarchia ferrea, è tutto un equilibrio consolidatosi in anni e anni di evoluzione e adattamento per cui se una piccola rotella ruota in maniera asincrona all’ingranaggio questo si rompe inevitabilmente.

L’unica eccezione è per i cuccioli ai quali, fino all’età di sei mesi, è concesso tutto. Se, ad esempio, c’è un adulto che sta riposando e il cucciolo lo disturba l’adulto si sposta e, se il cucciolo continua, l’adulto si allontana.

Dopo i sei mesi anche i cuccioli devono mettersi in riga e rispettare le regole.

Dal punto di vista etologico nei canidi in genere è molto importante la comunicazione corporea oltreché quella olfattiva e vocale che hanno altre funzioni. Tramite la comunicazione corporea l’individuo sottomesso fa capire che non ha intenzione di sfidare ma può avvenire anche il contrario quando, ad esempio, si ha un atteggiamento tra paura e sfida e si mostrano i denti. Dopodiché può prevalere l’una o l’altra.

Ad esempio il cane, quando va a passeggio con l’amico umano, si gira perché vuol sapere l’esatta posizione dell’altro elemento del branco. Questo è molto importante per i lupi perché quando vanno a caccia l’individuo α organizza tutto ma gli altri lo aiutano e si dispongono in maniera tale da sfiancare la preda e da aggredirla. Per essere possibile questo ogni individuo deve sapere in quale punto sono collocati gli altri del branco. Chi sta dietro lo sa mentre chi sta avanti si gira per vedere. Quindi si individua la preda, inizia l’inseguimento, ognuno si dispone in base anche all’orografia del terreno e agli alberi presenti.

Giuseppe Fanelli

Giuseppe Fanelli

Avremmo molto da imparare. Il lupo attacca l’uomo?

È lo stesso discorso dell’orso. Assolutamente no.

Se è affamato, cerca la preda?

In natura non ci sono regole fisse ma per esserci un attacco deve esserci una coincidenza di fattori che sono davvero improbabili.

Randagismo e lupi. È vero che i lupi si accoppiano con le cagne randagie?

Può capitare anche che una lupa si accoppi con un cane randagio. Purtroppo sì. Questo è un grosso problema perché nascono gli ibridi che, non essendo sterili, trasmettono alla progenie caratteri dell’uno e dell’altro e questo è gravissimo dal punto di vista dell’inquinamento genetico del lupo.

Lupo e cane sono della specie?

No, non sono della stessa specie ma, dato che il cane discende dal lupo pur essendo una specie a sé, si possono accoppiare e danno prole fertile.

Vogliamo spiegare perché si dice” in bocca al lupo” e come si risponde?

“In bocca al lupo” si dice per augurare qualcosa di positivo perché i cuccioli quando vengono spostati dalla mamma sono presi in bocca e in quel momento si trovano nel posto più sicuro dato che la mamma non permetterebbe mai di far loro del male. E, per questo motivo, non si deve rispondere “crepi il lupo” ma “viva il lupo”.

Quando abbiamo parlato dell’orso, la volta scorsa, abbiamo parlato di una convivenza tra cittadini e orsi. Al centro c’è l’educazione del cittadino. Come si può fare per non gridare “al lupo, al lupo”?

La ricetta è sempre la stessa: bisognerebbe cambiare la mentalità e anche le leggi conferendo a chi le stipula una maggiore responsabilità.

Anche oggi devo ringraziare Giuseppe Fanelli per tutte le informazioni che ci ha dato riguardo un esemplare dal fascino unico, vittima spesso della crudeltà umana.

Giuseppe Fanelli

Giuseppe Fanelli

Sin da adolescente ha aiutato gli animali in difficoltà ed ha svolto, per alcuni anni, attività di volontariato presso un rifugio per cani randagi.

Dal 1986 e fino al 1996 è stato Guardia Zoofila dell’Ente Nazionale Protezione Animali acquisendo esperienza e manualità per il recupero, la cura, l’allevamento e la reintroduzione nel loro habitat degli animali selvatici (tra cui quelli sequestrati ai cacciatori).

Nel 1997 è diventato responsabile LAV per Avellino e provincia, incarico dal quale si è dimesso nel novembre 2011.

Da allora continua ad occuparsi del recupero e della salvaguardia degli animali.

I corpi delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza e Vigili Urbani di Vari Comuni della Provincia di Avellino) gli affidano animali sequestrati o rinvenuti da recuperare e da reintrodurre in habitat idoneo.

Anche molti cittadini e alcuni studi veterinari mi affidano animali rinvenuti da recuperare e da reintrodurre nel loro habitat naturale.

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu