Guglielmo Landi e Sasha, lavoratori irpini al servizio del territorio

Intervista a Guglielmo Landi, caposquadra Unità cinofila dei Vigili del Fuoco del Comando di Avellino

Vediamo in azione i Vigili del Fuoco nei momenti di grande difficoltà, in caso di calamità naturali quando accorrono per soccorrerci e, in molti casi, a salvarci.

Secondo lo Statuto nazionale, essi hanno il compito di salvaguardare l’incolumità delle persone e l’integrità dei beni, assicurare gli interventi tecnici caratterizzati dal requisito dell’immediatezza della prestazione, per i quali siano richieste professionalità tecniche anche ad alto contenuto specialistico ed idonee risorse strumentali ed, al medesimo fine, effettuare studi ed esami sperimentali e tecnici nello specifico settore.

Sono compresi tra gli interventi tecnici di soccorso pubblico del Corpo nazionale:

  • l’opera tecnica di soccorso in occasione di incendi, di incontrollati rilasci di energia, di improvviso o minacciante crollo strutturale, di frane, di piene, di alluvioni o di altra pubblica calamità;
  • l’opera tecnica di contrasto dei rischi derivanti dall’impiego dell’energia nucleare e dall’uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche.

Gli interventi tecnici di soccorso pubblico del Corpo nazionale si limitano ai compiti di carattere strettamente urgente e cessano al venir meno della effettiva necessità.

In caso di eventi di protezione civile, il Corpo nazionale opera quale componente fondamentale del Servizio nazionale della protezione civile e assicura, nell’ambito delle proprie competenze tecniche, la direzione degli interventi tecnici di primo soccorso nel rispetto dei livelli di coordinamento previsti dalla vigente legislazione.

Quando fu istituito il  Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nacque anche il nucleo cinofilo che aveva come fine  la ricerca dei dispersi sotto le macerie causate dai bombardamenti alle città italiane. Al termine degli eventi bellici della seconda guerra mondiale il nucleo fu sciolto e soltanto nel 1994 venne ricostituito per poi attivare, nel 2000 la scuola regionale delle unità cinofile di Volpiano.

Presso il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Avellino è attiva da sei anni l’unità cinofila.

Attualmente i componenti sono Guglielmo Landi con la sua amabile Sasha, labrador nero di media taglia.

Nonostante i terribili incendi che purtroppo ogni anno accompagnano la bella stagione e che tengono in allerta continua e molto impegnati sul territorio i vigili del fuoco,  Guglielmo Landi riesce a trovare un momento per rilasciare un’intervista per i lettori di WWWITALIA.

Mi racconta  innanzitutto che, come già scritto, al momento Sasha è l’unico cane della caserma, perché  un altro che era in formazione non ha potuto sostenere lo skill test in  quanto già adultoQuest’ultimo, infatti, si effettua entro i 18 mesi e serve per testare le capacità del cane: l’attitudine, il temperamento e la tempra, la possessività e la disponibilità a comprendere il “gioco”.

D: Qual è la procedura per diventare membro delle unità cinofile?

R: Facciamo un anno di addestramento in macerie e superficie in cui il cane impara a cercare persone vive. La loro ricerca si chiama cono d’odore e, con essa,  riconoscono la presenza umana nell’aria (lavorano, infatti, “naso all’aria”) riconoscendo le cellule epiteliali.

L’addestramento, che chiaramente è congiunto,  si svolge insieme ad un istruttore nazionale cinofilo dei vigili del fuoco che segue sia il cane che il conduttore dall’inizio fino alla standardizzazione che si attua a Volpiano (TO).

Proprio la scorsa settimana siamo stati lì per aggiornamenti.

D: Cosa accade in caso di emergenza?

R: Quando c’è necessità di una ricerca a persona in superficie o sulle macerie, come nel caso della scorsa settimana a Torre Annunziata (NA), ci avverte la direzione regionale di cui facciamo parte o il CON di Roma se l’emergenza è nazionale. In meno di  mezz’ora si parte e una volta giunti sul luogo il primo colloquio si svolge con il DTS (Direttore tecnico del soccorso), che potrebbe essere un funzionario come il comandante o il ROS che è il caposquadra che coordina l’intervento. Avendo acquisito conoscenza della situazione si evacuano le persone dalle macerie e si  impartisce l’ordine “cerca” al cane, togliendogli il guinzaglio poiché i nostri cani lavorano da soli.

Noi lo seguiamo a distanza perché se la ricerca, ad esempio, si effettua in un bosco il cane corre e cerca il disperso. Quando lo trova gli si posiziona a fianco e abbaia fino a quando non arriviamo, e se non arriviamo viene a prenderci perché vuole il suo premio.

D: In cosa consiste il premio?

R: É un bocconcino. In passato era un salsicciotto o un gioco prediletto dal cane, attualmente è un bocconcino.

D: Questo non perché il cane sia affamato.

R: Assolutamente. I cani mangiano al mattino, durante l’intervento non mangiano ma nonostante le distrazioni svolgono il loro compito.

D: Cosa sono le distrazioni?

R: Poiché, specialmente nel caso delle macerie, il cane trova sulla sua strada tante distrazioni che potrebbero sviarne la ricerca, durante l’addestramento si inseriscono anche i diversivi in modo che il cane impara a rimanerne indifferente e a continuare il suo lavoro. Si inseriscono, inoltre, anche altre situazioni ed elementi come il fumo, l’acqua, il fuoco, le fughe di gas, gli spari, i rumori.

D: È molto difficile l’addestramento?

R: Bisogna essere soprattutto fortunati nella scelta del cane. Se il cane ha attitudine al lavoro il compito è semplificato di molto ma è sempre tanto impegnativo perché il cane ha necessità di cura  e costanza. Sasha, ancora oggi, nonostante operi sul campo, svolge regolarmente il suo allenamento quotidiano (e veramente anche io!) che consiste nel lavorare in palestra dove corre, fa gli ostacoli, sale altezze, scale italiane, e steccati, cammina  sulle reti instabili.

D: Sasha è il suo cane? Quando siete diventati unità cinofila?

R: Si, è il mio cane; sta a casa con me. L’idea è nata da una scommessa con l’ex comandante Barbarulo con cui riflettendo sul fatto che eravamo in un territorio boscoso, pensammo al cane. A lui io chiesi collaborazione in quanto le spese iniziali prima dello skill test sono tutte a carico del proprietario del cane mentre la formazione e l’allevamento sono a carico degli istruttori i quali sono a completa disposizione del nuovo cane.

Così il Comando mi diede una mano anche con i mezzi, poiché l’addestramento si svolge a Campobasso.

Dopo un anno di addestramento sia il  conducente che il cane sostengono gli esami a Volpiano. Questo perché i cani devono cambiare continuamente sito, altrimenti c’è il rischio che memorizzi e diventi più semplice.

D: Quindi possiamo dire che quando il cane sta a casa è un cane di famiglia.

R: Certo, del resto la prima cosa che lei ha imparato è ad essere socievole.

D: Come mai, poi, un labrador che è un cane molto giocherellone e spesso testardo?

R: Si, sono cocciuti ma sono predisposti ed hanno un’ottima mobilità sulle macerie, sono cani di acqua, hanno magnifica versatilità  e equilibrio.

D: So di cani che giungono stremati alla fine delle operazioni, qualcuno è morto dopo Amatrice ad esempio. Si stancano molto?

R: Il cane non dimostra di essere stanco fino all’ultimo momento ma se, come nel caso di Torre Annunziata, si lavora per ore sotto il sole è chiaro che ha bisogno di acqua e deve bere, ha necessità di pulire il tartufo perché odora sul terreno polveroso. I cani, ricordiamolo, lavorano sia con il megaolfatto che con il teleolfatto. Sulle macerie c’è di tutto e, se si aggiunge il sole, il cane ha bisogno di attenzione e cura. Quando Sasha è stanca riposa due ore. In superficie, invece, lei correrebbe per ore perché le piace molto.

È molto motivata ma quando non trova bisogna chiudere l’operazione sempre in positivo. Ha bisogno di gratificazione, così la premio ma per non confonderle le idee organizzo con un collega una ricerca in modo che lo scopo è comunque raggiunto e lei ha sempre il suo rinforzo.

D:  Essendo il suo cane, quindi, quando andrà “in pensione” rimarrà con la sua famiglia?

R: Sicuramente.

D: Raccontiamo qualche vostra impresa.

R: Siamo stati prima ad Accumuli poi ad Amatrice in una situazione complicatissima, molto traumatica dove l’operazione si è conclusa con successo.

Poi siamo stati a Torre Annunziata dove Sasha ha fatto la prima segnalazione dopo i carotaggi degli specialisti dell’USAR. Una volta sgombrati gli uomini dalle macerie Sasha ha iniziato a lavorare sul campo e improvvisamente ha iniziato ad abbaiare e a scavare. Era così interessata che era evidente che avesse trovato qualcosa ma per sicurezza l’ho richiamata, le ho dato il rinforzo e l’ho rimandata. Lei ha fatto lo stesso e così abbiamo estratto il primo corpo.

In questi anni poi ha eseguito molte ricerche a persone disperse come persone anziane, cercatori di funghi, ammalati di Alzheimer o bambini autistici o, ancora, persone  che si allontanano volontariamente e che in questo caso sono più difficili da ritrovare.

Se il disperso è nella zona, Sasha lo trova sempre.

D: Nel caso di incendio lei esce?

R: No, ma ci sono altri cani che fanno al fire investigation cercando gli acceleranti nel caso del dolo.

D: E, parlando di incendi, cosa mi può dire?

R: È una situazione davvero difficile. Fra l’altro non esiste più neanche la Forestale e abbiamo molti mezzi ma pochi uomini. La maggior parte degli incendi sono dolosi;  alcuni sono appiccati per cambiare le colture e in futuro ci saranno frane perché gli alberi piantati non hanno la stessa consistenza di quella originaria. Purtroppo le calamità naturali esistono ma è sempre l’uomo che uccide.

D: Torniamo a Sasha. Il rapporto tra voi?

R: Io sono il conduttore e siamo in simbiosi, c’è un rapporto di reciproca fiducia perché quando andiamo in una zona che io non conosco e lei perlustra è chiaro che io devo fidarmi di lei. Quindi devo constatare che il lavoro del cane è stato svolto  bene. Una volta a San Felice a Cancello (CE), trovammo un’abitazione con un extracomunitario e quando arrivò il magistrato chiese di indagare per vedere se ci fosse qualcun altro all’interno prima di ordinare la demolizione.

Così mandammo Sasha a cercare le persone per avere conferma che non ce ne fossero. Era un lavoro di grande responsabilità perché nel caso in cui il cane avesse dato il segnale si sarebbe dovuti procedere allo smassamento con notevole dispendio di energia e costi. In quell’occasione abbiamo ricevuto un elogio perché dopo la bonifica fu confermato che non c’era nessun altro  all’interno.

Io le diedi fiducia come lei dà fiducia a me quando arriviamo in un luogo e le impartisco il “cerca”. Sono luoghi in cui lei va senza guinzaglio, senza collare o pettorina perché non si può rischiare che resti impigliata mentre noi ci aiutiamo dopo con il GPS. Qualche volta ha rischiato anche di essere sparata.

D: Cosa pensa, lei che ha questo rapporto così importante con il suo cane, di chi li abbandona?

R: Li legherei, non capiscono che il cane è un impegno. Il cane è molto limitativo ma non siamo obbligati a prenderlo. Io la porto sempre con me e nei luoghi in cui non la accettano evito di andare.

La conversazione diventa sempre più stimolante ma il lavoro attende Guglielmo e la sua Sasha che ringrazio non unicamente per l’intervista concessami.

Maria Paola Battista

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu

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