Il Ritorno degli Dei di Marino Bartoletti. La presentazione in Irpinia

Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi  e il giornalista  Marino Bartoletti di nuovo a Pietrastornina per presentare il libro “Il ritorno degli dei”.

Domenica 5 dicembre 2021, con il patrocinio del Comune di Pietrastornina (AV), alle 18:00, presso la Sala Consiliare “Vincenzo Rizzo”, si è svolto l’evento per la presentazione dell’ultimo libro di  Marino Bartoletti, “Il ritorno degli dei”.

Il Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi,  originario del comune irpino alle falde dei Monti del Partenio e presidente del “Circolo Culturale Petra Strumilia” che ha organizzato l’evento, dismessi, momentaneamente, i panni dell’uomo di Stato, ha vestito quelli del giornalista per dialogare con l’amico  Marino Bartoletti, noto giornalista, scrittore, opinionista, esperto musicale, conduttore di grandi trasmissioni calcistiche come “Il processo del lunedì” e “La Domenica Sportiva”, “Quelli del calcio” e direttore della testata giornalistica della Rai per ben 4 anni, dal 1994 fino al 1997.

Hanno presenziato alla manifestazione varie autorità accolte dal sig. prefetto e dal sindaco di Pietrastornina Amato Rizzo: l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi, il sindaco di Benevento Clemente Mastella, con la moglie senatrice Sandra Lonardo, il sindaco del capoluogo irpino Gianluca Festa, il comandante della stazione locale dei Carabinieri e alcuni fortunati cittadini di Pietrastornina e del Circolo culturale Petra Strumilia, ammessi secondo le normative vigenti anti-covid.

È antica e sincera l’amicizia tra il prefetto e il giornalista che condividono le passioni per il ciclismo, per la musica e per la cultura. Fin da quando dirigeva la Prefettura di Bologna, il prefetto Piantedosi, insieme all’amico Marino, trascorrevano le poche ore di relax andando in bicicletta e conversando sui tanti aspetti della vita.

Il prefetto Matteo Piantedosi ha evidenziato come nel libro “Il ritorno degli dei” l’autore abbia compiuto un viaggio tra sogno e realtà, tra immaginario e razionale. E la realtà onirica si concretizza attraverso il vissuto di due grandi dei del calcio e degli amici che li hanno amati in questa terrena dimensione e continuano ad amarli nell’altra dimensione, dove le loro vite dolorose trovano la redenzione e ottengono le dovute gratificazioni che capovolgono l’umano giudizio, perché non sempre condiviso dal “Grande Vecchio” figura centrale del romanzo del Bartoletti, interpretato del grande Enzo Ferrari.

“Il libro conserva l’impalcatura de “La cena degli dei” (romanzo precedente) -così sintetizza il Bartoletti – dove questi grandi personaggi che un giorno se ne vanno, si ritrovano attorno ad una tavola di fronte al Grande Vecchio. Attorno a quella tavola, sono seduti anche i due calciatori; non c’è esattamente una cena, però accade qualcosa di miracoloso:  i due calciatori convocati a questa cena hanno il diritto di ritornare rispettivamente per mezza giornata sulla Terra. Uno, Diego Armando Maradona, perché vuole rivedere uno stadio a lui intitolato dai suoi amati Napoletani, l’altro “Pablito”, Paolo Rossi, perché deve risolvere un caso delicato che riguarda l’abuso che fanno i ragazzi più giovani dei social; c’è un commissario di polizia che risolve questo caso e io, dovendo pensare ad un commissario, l’ho chiamato Roberto.”

L’autore ci fa percorrere idealmente un viaggio tra cielo e terra insieme a Maradona e a Rossi, campioni del bel calcio, scomparsi a una settimana di distanza l’uno dall’altro, e lo fa dimezzando o annullando la distanza tra il cielo e terra tra passato e futuro tra il Paradiso e Purgatorio.

Marino Bartoletti, ha raccontato anche di alcuni personalissimi aneddoti e ricordi relativi all’amicizia con i due grandi calciatori e ha letto personalmente alcuni passi del suo bel libro che hanno mostrato la scorrevolezza della lettura e la potenza di generare profonde emozioni. Emozioni che crescevano anche per mezzo degli intermezzi musicali della band del maestro Leonardo Quadrini, dei musicisti e vocalist Jack Corona (chitarra e voce), Umberto Aucone (sassofono), Dario Dell’Oste (percussioni), Geppino Angelone, che ha cantato Lucio Dalla e  dalla calda e suadente voce della bravissima Francesca Maresca che ha interpretato brani di Daniele, della canzone classica napoletana, di Mia Martina, di Franco Califano.  E per finire in bellezza l’evento, tutto il pubblico è stato invitato a cantare il famoso inno dello stadio di Diego Armando Maradona, “’O surdato ‘nnammurato”. Facile immaginare la risposta del pubblico presente: un coro!

Un plauso agli organizzatori e ai soci del “Circolo Culturale Petra Strumilia” che assolve in pieno la sua vocazione di promozione socio- culturale del territorio e un ringraziamento alla Vice presidente Licia De Lisi, al segretario Giovanni De Lisi e a tutti i soci.

Marino Bartoletti e Matteo Piantedosi

Abbiamo posto alcune domande a Marino Bartoletti e al prefetto Matteo Piantedosi

Intervista a Marino Bartoletti

Qual è il messaggio sotteso nel libro?

Il messaggio non può essere che questo: i valori sportivi vissuti da Maradona e Rossi, sono a fondamento della vita di ogni essere umano, per una pacifica convivenza, per un mondo più giusto

Perché Maradona e Paolo Rossi?

L’anno scorso, sono venuti a mancare entrambi ad una settimana di distanza l’uno dall’altro e, nel frattempo, era uscito il volume “A Cena con gli dei” animato da 10 dei: Luciano Pavarotti, Marco Pantani, Tazio Nuvolari, Francesco Baracca, Lucio Dalla, Lady Diana, Marco Simoncelli, Ayrton Senna, Maria Callas, Fabrizio Frizzi. Tutti legati da una vita di sofferenza che non meritavano, ma ognuno di essi è stato un campione nei propri settore. Su tutti, poi, si erge la figura del “Grande Vecchio” che è l’indimenticabile Enzo Ferrari che invita al suo tavolo gli dei. In quel libro mancavano gli dei del calcio. Mi è venuto spontaneo sopperire a quella mancanza con un nuovo romanzo dove, a fianco del Grande Vecchio, i protagonisti erano Diego, Paolo e alcuni loro amici con fama di “peccatori”. Tutti grandi, e accomunati, forse, dalla mancanza di un’ultima carezza non ricevuta: Diego, il fuoriclasse che se n’era andato in una disperata solitudine, Paolo, il campione garbato che aveva riunito un Paese nella gioia, Mia Martini, la sublime cantante piegata dalle calunnie, Franco Califano, il maledetto poeta della musica, la biondissima Raffaella Carrà, star dalla micidiale simpatia adorata in due continenti. E poi sia Diego che Paolo, in qualche modo, con le loro gesta calcistiche hanno cambiato la società dei loro paesi. Io penso che entrambi siano in Paradiso e non soltanto in quello dei calciatori. Qualcuno potrebbe obiettare che Maradona è stato un peccatore, ma io credo che il giudizio degli uomini sia alquanto diverso da quello di chi fa le convocazioni in Paradiso”.

Il “Grande Vecchio” che ritroviamo in questo romanzo “Il ritorno degli dei” perché è proprio Enzo Ferrari? 

Enzo Ferrari è stato un padre e un trascinatore per lo sport italiano. Uno che si “è costruito” da solo; ha sofferto come tanti campioni e artisti che hanno avuto vite difficili; ha persino perso un figlio, ma è stato coraggioso, ha lottato e ha vinto. Le sue auto vincevano in tutto il mondo, mentre Lui e la moglie piangevano la morte del figlio Dino. È stato un punto di riferimento per tutti gli sportivi non solo dei motori. Oggi il brand Ferrari è il brand italiano più famoso e gettonato nel mondo. Diciamo che è stato uno Zeus, padre degli dei!

Giornalista, scrittore e tanto altro, quale messaggio rivolge ai giovani?

Il messaggio di speranza è uno e semplice: impegno e acculturarsi, perché solo con la cultura che è discernimento, scelte opportune, cognizione di causa, sacrificio potremo sconfiggere i mali di questa società: illegalità, mancanza di lavoro…e avere un mondo migliore e una vita più dignitosa.

La sua amicizia con il prefetto Matteo Piantedosi è di vecchia data e consolidata. Cosa vi accomuna e cosa vi differenzia?

Con Matteo, fin da quando ci siamo conosciuti, ci hanno accomunato tante belle cose: il rispetto per gli altri e per le piccole cose e, poi, la passione per la cultura: arte, musica, calcio. Ora cogliamo gli attimi, come questo, però mi mancano le lunghe passeggiate in bicicletta quando stava a Bologna. Ogni tanto ci si rivede e c’incontriamo a Bologna, sotto la casa di Lucio Dalla. Ci differenziano, forse, proprio i ruoli che abbiamo: lui uomo di Stato pieno di responsabilità e impegni e io altrettanto preso dalle mie attività. Lui Campano, Irpino, io Romagnolo ci siamo ben amalgamati perché i caratteri delle nostre origini sono solari e gioiosi.

Sono già due i volumi che si rincorrono, sarà una trilogia?

Attualmente non so…ma tutto può essere!

Grazie sig. Bartoletti, auguri per il romanzo e l’aspetteremo il terzo libro.

Intervista al prefetto di Roma Matteo Piantedosi

Sig. Prefetto, è il secondo libro di Marino Bartoletti che presenta qui a Pietrastornina, suo paese natio. L’anno scorso fu presentato “L’almanacco del festival di Sanremo”, oggi “Il ritorno degli dei”!

Sì, sono un ammiratore del giornalista, dello scrittore Marino Bartoletti, ma sono anche un suo grande amico da quando guidavo la prefettura di Bologna.  Sono fiero di appartenere a questa bellissima terra e per quanto mi è concesso, cerco di dare il mio contributo culturale per uno sviluppo migliore del nostro territorio e, per questo buon fine, con il loro consenso, metto a disposizione dei miei concittadini le mie amicizie.

Sig. Prefetto, tanti giovani migrano verso altri lidi, dove potersi “sistemare”. Come si può arrestare questa emorragia?

La mancanza di posti di lavoro ci deve far pensare a nuove strategie. Non è un fenomeno solo del sud, ma si sta estendendo anche al Nord. Bisognerà pensare a delle politiche giovanili che, non solo aiutino i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, ma ad inventare nuove forme di lavoro. Lo Stato sta cercando nuove strategie e nuove risorse finanziarie, ma anche i Comuni e le Regioni dovranno pensare a nuove strategie per offrire nuove e concrete opportunità di lavoro.

Ma sono sempre pochi i fondi che vengono destinati alla cultura!

Certamente è vero, ma si possono fare anche tante cose con le poche risorse, come questa manifestazione di oggi. Non deve essere un alibi per non fare, ma la buona volontà di ognuno diventa ricchezza del fare.

Cosa pensa del volontariato? 

Il volontariato è importantissimo, ha un ruolo insostituibile in ogni parte del mondo e molte cose non sarebbero fattibili se non ci fosse. In Italia copre ogni attività umana. È anche un impegno serio e prezioso in cui l’individuo e il personalismo lasciano il posto al vivere sociale e al rispetto degli altri.

Sig. Prefetto, quale importanza riveste la cultura in un territorio come il nostro?

L’Irpinia è stata sempre terra di produzione culturale. Ancora oggi la cultura è il volano di ogni attività e ricopre un ruolo centrale. Solo la cultura ci potrà salvare dalla rovina anche economica. Un ragazzo colto ha maggiori possibilità di intercettare le offerte lavorative e sociali che possono fargli pensare a un futuro più roseo e di speranza, senza dover abbandonare i propri luoghi e i propri cari. Per questo la scuola è fondamentale in un territorio. Più si conosce e più si ha potere! Si è sempre detto così.

Grazie, Sig. Prefetto, e buon rientro a Roma! 

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About Carmine Leo

Dopo gli studi filosofici e teologici a Roma, è stato docente di religione in diversi Istituti superiori di Napoli e provincia. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni libri ed è socio fondatore dell'Associazione Nazionale Operatori della Comunicazione ANOC, con la quale promulga negli istituti scolastici di ogni ordine e grado tecniche e lingueggi della comunicazione, tra cui il giornalismo quale mezzo didattico cognitivo. Dirige Lo Squillo, giornale scolastico pluripremiato.