INCONTRO CON GIUSEPPE AMBROSINO, PIPEMAKER.

Il Maestro pipaio ci racconta la sua arte

… splendida  e unica la sua collezione

di pipe artistiche, come pure le tavole pirografate…

ogni piuma di un’ala, ogni ruga di espressione nel muso dei suoi Pointer,

le ombra e le luci di un paesaggio trovano perfetta esecuzione

nella difficile tecnica dell’incisione a fuoco…*

 

Leggendo la biografia di Giuseppe Ambrosino ci si immagina subito un personaggio dalla spiccata personalità.

Un uomo che, pur avendo studiato e svolgendo una professione, riesce a coltivare una passione altrettanto impegnativa per dare libero sfogo alla sua vena artistica.

Egli, infatti, progetta e realizza pipe, un hobby che riprende due delle sue passioni  di sempre: quella della lavorazione del legno e quella del fumo.

D: Qual è la sua storia?

R: Ho sempre voluto fare il  falegname ma la mia famiglia mi fece studiare fino al conseguimento della laurea.

Da giovane cercavo delle radici lungo il corso dei fiumi e facevo delle sculture ispirandosi a quelle di Murer. Conobbi a Bari un critico d’arte che mi  incoraggiò ad esporre le mie opere e fu un grande successo.

Ma, poiché, l’arte non si vende ed ero molto legato affettivamente  a ciò che creavo decisi di non esporre più creando presso il mio laboratorio una esposizione.

In seguito, durante un viaggio in Austria, acquistai un pirografo, con cui potevo lavorare il legno e mi recai in America per uno stage di pirografia.

D: A questo punto della sua vita  entrò in gioco il rapporto con il fumo.

Fumatore di sigarette dall’età di quattro anni Giuseppe Ambrosino ha una storia molto personale con il fumo fatta di interruzioni volontarie e di altrettante ricadute, fino a quando non approda alla pipa dopo la perdita di uno dei suoi tre figli. Cosa accadde?

R: Decisi di riprendere a fumare ma scelsi la pipa. Le pipe che acquistavo, però,  non erano soddisfacenti perché i costruttori utilizzano dei sistemi automatizzati e dei prodotti non di buona qualità a causa dei quali le pipe trasudano all’interno.

Così decisi di farle da solo pur non conoscendo l’ebanisteria, attrezzando un laboratorio e gettandone via moltissime perché non mi   soddisfacevano.

 Iniziai a contattare ditte di fornitori specializzati cercando la radica di erica arborea. Questa radice è una escrescenza che si trova nell’apparato radicale dell’erica che cresce tra la parte esterna e sotterranea della radice.

Oggi so scegliere tra le varie qualità di erica: quella di tipo normale, la qualità extra e quella extra-extra, il loro pregio dipende dalla presenza di venature.

La prima non ha venatura e si può spaccare facilmente; la extra presenta venature ma non sono molto fitte;  la extra-extra presenta una venatura a occhio di pernice cioè piccoli nodi che attraversano la radice per una parte.

Quando ho iniziato a costruire pipe, documentandomi, mi sono rivolto quindi a produttori seri anche per la messa in opera dei bocchini.

La pipa è, infatti, formata da tre parti: il fornello, il cannello e il bocchino che può essere di due materiali,  il metacrilato e l’ebanite.

Mentre l’ebanite è solo nera, il metacrilato si può colorare.

D: Qual è il procedimento per realizzare una pipa?

R: Si parte dal disegno sulle placche di legno che arriva in genere bagnata in quanto la radica, una volta estratta, deve avere un primo trattamento.

I segantini la fanno bollire in acqua per 12-36 ore, poi la asciugano in locali ben areati. In realtà ci vorrebbero dai quattro ai sei mesi per farla asciugare bene. L’erica dovrebbe invecchiare almeno quattro – cinque anni.

Solo oggi ho trovato un fornitore che mi dà dei bei pezzi.

Il disegno si passa dal foglio al ciocco seguendo la venatura del legno in quanto le fiamme devono andare verso il fornello. Poi si esegue una prima sgrossatura e con una sega a nastro si ricava una L praticando, poi, il foro del fornello e del cannello.

Il lavoro è di estrema precisione perché gli assi devono essere tra loro perpendicolari in quanto i fumatori di pipa sono perfezionisti e le pipe devono essere buone.

Per questo motivo le mie pipe sono tutte senza filtro e lavoro ciocchi acquistati anche diversi anni fa perché essi siano ben asciugati.

Per fare il cannello si usa un tornio per meccanica da cui si ricava la forma tonda del fornello e del cannello.

Poi si fanno i buchi di tiraggio che devono essere non più di 3,5 – 4 mm.

D: Quanto dura questa parte meccanica di lavorazione?

R: Ameno due ore. Tutto ciò che segue è svolto a mano: la levigatura e la raspatura fino a non avere più rugosità.

Prima di essere colorata deve essere passata con la retina del falegname perché deve essere perfettamente liscia e il bocchino con il cannello devono collimare perfettamente.

D: Quanto misurano i blocchi su cui si lavora?

R: La lunghezza è di 15 cm, l’altezza di 5-6 cm, lo spessore va da 5 a 7 cm.

D: Mi sembra un lavoro di alta precisione e difficoltà.

R: Una volta che la pipa è pronta viene colorata, alcune le lascio naturali altre le coloro con prodotti atossici che consentono solo di scurire lasciando in evidenza le venature. Mi piacciono molto i contrasti di colore.

Poi si passa la carta vetrata e si lucidano le parti lignee. Per lucidare si usano vari tipi di cera, io uso un encausto cioè una miscela di cera carnauba e cera d’api che rende la pipa ancora più lucida.

Si passa quando è ancora calda sulla pipa lignea e si lucida.

Riguardo il bocchino può essere dritto o storto; le case li vendono dritti ma io li piego usando una fonte di calore.

D: Ha una forma per farlo?

R: No, a occhio. Si vede con la mano se la pipa, che è curva, è in equilibrio con il bocchino.

Una volta fatto questo la pipa è pronta.

Lo scorso mese di luglio ho tenuto un corso ad Aiello del Sabato (Av) su come si costruisce una pipa perché questa è un’attività che si pratica di più a partire da Roma in su.

D: Chi ha partecipato al corso?

R: Alcuni personaggi interessati al fumo lento.

D: Fumo lento?

R: Esatto. Elemento fondamentale per il fumatore di pipa è non avere fretta; per chi fuma la pipa essa non è solo un oggetto ma è qualcosa che va trattata con rispetto. Anche per questo esistono pipe da esposizione.

Se si corre, tutta la filosofia della pipa sparisce.

D: Quanti erano i corsisti?

R: Una quindicina provenienti da varie località della Campania.

D: E si sono cimentati a costruire una pipa?

R: No, no, non è così semplice. Abbiamo assegnato a ciascuno una pipa di mia fabbricazione e alcuni di loro hanno saputo fumarla.

D: Perché oltre a saperla fare bisogna anche saperla fumare?

R: C’è proprio una prima fase che si chiama rodaggio. Non bisogna essere avidi. Inizialmente si deve formare uno strato di carbone all’interno del fornello e per fare questo si deve accendere poco alla volta. Si mette un po’ di tabacco, si lascia bruciare poi se ne aggiunge un altro po’ e così si forma quel primo strato.

Poi tra una fumata e l’altra si deve lasciare asciugare.

D: Quindi rispetto al fumatore di sigaretta c’è molta differenza in quanto è proprio un rito, non è solo dipendenza. E a proposito di questo ho visto che sulla sua pagina c’è un avviso, non so se per obbligo di legge o per scelta, che recita che il sito non intende incoraggiare il fumo perché esso è dannoso alla salute. Ma se non esistessero i fumatori acquirenti di pipa lei continuerebbe a costruire pipe?

R: Sicuramente, lo faccio perché mi piace, per dare sfogo alla mia vena artistica.

D: Dove conserva le pipe?

R: In un contenitore. La domenica vado nel mio laboratorio e lì mi occupo delle pirografie perché hanno una bicolorazione. La parte più esterna si chiama rusticatura ed è fatta con gli attrezzi manuali usando il pirografo per abbellirle.

D: A chi può rivolgersi chi vuole acquistare una sua pipa?

R: Le mie pipe, che hanno il marchio FE.GUS.AL., sono vendute da un intermediario che si trova a Cuneo, qualcun’altra è venduta privatamente. Le mie pipe hanno viaggiato anche fino in America.

D: Qual è il costo?

R: Si parte da 60 € si arriva anche a 600 €.

D: Il tabacco si sceglie in base alla pipa?

R: No, in base al gusto e al profumo.

D: Si dice che il fumo della pipa sia meno dannoso di quello della sigaretta. Concorda?

R: Anche il fumo della pipa è dannoso. Può provocare tumori alla bocca e al primo tratto dell’apparato respiratorio anche se non si inala.

D: Secondo lei perché ci sono più uomini fumatori di pipa che donne?

R: Per un fatto di storia e di tradizione anche se oggigiorno esistono diversi club femminili di fumatrici di pipa.

Si conclude qui il piacevole incontro con Giuseppe Ambrosino, un maestro e un artista del suo genere, un artigiano speciale che davvero mi ha molto sorpreso per  la sua attività e per la sua passione in un momento in cui l’economia industriale vacilla e l’artigianato sembra fare di nuovo capolino.

Grazie a Giuseppe Ambrosino.

Maria Paola Battista

@riproduzione riservata WWWITALIA.EU

 *Guido Folco, ITALIA ARTE Anno 8 – n.7 (79)

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Ambrosino

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu

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