Intervista a Maria Cristina Pizzuto, autrice di Boccioli di rose

Boccioli di rose, il suo libro, vuole innanzitutto rappresentare l’importanza della vita. Un tema forte che oggigiorno assume un significato ancora più importante. Lei affronta il delicatissimo argomento dell’anoressia. Come si entra e come si supera l’anoressia?

Innanzitutto non c’è un modo preciso per entrarci, i motivi possono essere dei più svariati, ma sovente è nella mente e nei pensieri rispetto al mondo che ci circonda il vero problema. Un’incomprensione molto profonda e devastante che porta ad una rottura con l’esterno facendoti desiderare la morte. Da qui si comincia un processo fisico-psicologico che involve su se stesso, non permettendoti più di vedere l’oggettività degli eventi. E’ come avere sempre addosso degli occhiali con un filtro che ti fa vedere tutto in negativo e persino la quotidianità diventa soggettiva. Lo specchio non rimanda più il riflesso oggettivo, ma è come se la psiche prendesse il sopravvento distorcendone la realtà.

E’ molto facile cadere in questa malattia, soprattutto nei tempi odierni, quando si sente costantemente un vuoto attorno a noi e l’uscirne è veramente difficoltoso. Non basta reintegrare il corpo con flebo e nutrimenti per ritornare normopeso, per dire di essere guariti perché, ripeto, è la psiche a comandare, una psiche delirante in costante ricerca della morte. 

Chi apparentemente ce la fa dopo un ricovero a risollevarsi illudendosi di essere guarito si sbaglia. L’anoressia continua a torturarlo nella mente, e se quant’anche si assopisse, basta uno sconforto o uno scompenso molto grande nella vita per farla tornare a galla. Ecco perché è difficile uscire dall’anoressia. Difficile ma non impossibile.

Meglio sarebbe la collaborazione in team di tutti, tra famigliari, medici e persona anoressica, ma ciò è praticamente quasi impossibile. Sicuramente un grande sforzo deve essere fatto dal nucleo familiare per sostenere la persona anoressica e, in secondo luogo, questa deve collaborare non solo prendendo tutti i medicinali del caso e fare un percorso psicoterapeutico, ma anche metterci tutta la volontà che possiede per andare contro il suo istinto ormai malato. E la volontà serve tutta. Se questa verrà usata solo a metà, la persona è quasi destinata a non poter guarire e a prolungare il suo calvario, perché avrebbe il sopravvento la malattia. Quindi come uscirne? Con una grandissima forza di volontà, requisito indispensabile se si vuol solo pensare ad una reale guarigione.

L’anoressia è una malattia mentale prima che fisica e questo concetto viene sviscerato molto bene in “Boccioli di rose”.

La decisione di scrivere attraverso il romanzo la sua esperienza quanto le è costata in termini di emozione? Ha mai avuto ripensamenti?

Il libro è stato scritto in tre tempi differenti. E’ stato proprio questo mix a dare quella particolarità così utile ed empatica a chi lo legge.

Boccioli di rose potrebbe essere visto come una sorta di diario, in cui vi sono espresse le emozioni e i pensieri che vivevo nel pieno dell’anoressia. Qui è palese una grande confusione sia concettuale che di pensiero, poiché tante emozioni affollavano la mia mente in quel momento. Proprio per questo in un secondo tempo, scritta mentre stavo uscendo dal periodo anoressico, vi è una piccola descrizione rispetto all’ottica con cui si deve leggere il capitolo.

Infine vi è stata la terza stesura, una volta completamente guarita. Ho ripreso il manoscritto e gli ho dato forma e comprensione, poiché capivo l’importanza di quelle pagine: potevano aiutare altre persone che erano state prese dall’anoressia. E’ stato solo questo input a permettermi di completare il libro e cercare di pubblicarlo. Quindi alla sua domanda, se mi è costato qualcosa in termini di emozione, la risposta è no. Era troppo più importante lo scopo per cui doveva uscire, per fossilizzarmi su delle mie paure e fare vedere a tutti una parte di me.

I giovani, spesso, causa anche l’alienazione del mondo virtuale, si trovano impreparati ad affrontare i problemi che incontrano nella vita: dalle relazioni sociali ai problemi psicologici personali. Quali consigli darebbe loro per vivere le esperienze dolorose della vita in maniera più serena?

Purtroppo anche se dessi consigli, so che non verrebbero ascoltati, perché questo mondo, e soprattutto i giovani d’oggi, hanno perso la curiosità di amare e contemplare l’esistenza. Pensano erroneamente, che la vita siano i social e i cellulari, o attraverso uno schermo insomma, e non hanno imparato a giocare ed inventarsi all’aria aperta, da soli, modellandosi nelle loro capacità. In pochi riconosco l’inventiva e la curiosità di provare e sperimentare delle generazioni passate, e questo sicuramente è un danno per l’umanità, poiché lo porta verso la pigrizia e dunque rema contro la volontà citata in precedenza.

Questo non vuol dire che tutte le persone siano perse, anzi, tutt’altro! Questo vuole essere spunto e campanello di allarme per dire che c’è qualcosa che non va.

Ognuno è a sé e sarebbe ingiusto stilare un decalogo per vivere in maniera serena; ad una persona servirebbe una cosa e all’altro un’altra, non siamo fortunatamente dei robot e la natura ci viene incontro in mille modi. Ad alcuni basterebbe trovare serenità con dello Yoga, ad altri nel volontariato, altri ancora nell’arte. Molte sono le sfumature che ci possono far star bene in un momento di sconforto, basta solo guardare in noi stessi a cosa siamo più portati, e concretizzarlo nella vita. A volte basta solo spostare la nostra attenzione in un altro campo per alleviare il dolore in noi.

Io ho fatto miei questi motti e spero possano essere presi ad esempio anche da altri: “ Ci sono persone che stanno peggio di me, quindi perché devo lamentarmi? Cerchiamo di uscire da questa situazione con i mezzi che ho” e  “Cerca in ogni situazione di trovare il lato positivo”.

Attuare queste parole può aiutare notevolmente a comprendere e superare i momenti neri della vita.

Ho letto che le piace molto scrivere e lo fa da tanto tempo. Come sceglie il genere da utilizzare? Si lascia guidare dal suo istinto o dalle sue emozioni o lo fa con razionalità?

Come può vedere ho scritto sempre generi diversi. Mi piace variare e mettermi in gioco. Unico punto fisso sono gli spunti di riflessione.

Ogni libro vorrebbe far riflettere su un particolare tema, sta al lettore indagarlo  e approfondirlo. Lascio liberi di leggere i miei scritti come novelle o come un qualcosa di più, a seconda dei gusti personali.

Per quanto riguarda la stesura, invece, dopo aver fatto la scaletta della trama, scrivo di getto, immedesimandomi io stessa nella scena, vivendola quasi. E’ in questo modo che rendo vivi i personaggi e gli ambienti. Nella fase di rilettura, poi entra in gioco la razionalità, per coordinare gli eventi che si susseguono nel libro.

MARIA CRISTINA PIZZUTO

Sono nata a Milano e la mia infanzia l’ho trascorsa a Bresso (MI)

All’età di 13 anni la mia famiglia si è separata. Mio papà è rimasto a Bresso, (MI) mentre io e mio fratello di 10 anni in meno di me, siamo andati ad abitare a Gorgonzola (MI).

Ho fatto lì tutte le superiori. Era un liceo scientifico sperimentale ad indirizzo ambientale.

Ho fatto i primi 6 mesi di università alla Bicocca con facoltà di Geologia. Al secondo anno avrei potuto prendere l’indirizzo di geologia marina ma mi sono fermata molto prima perché avevo capito che non era quella la mia vera vocazione. Appena ho trovato lavoro sono uscita da scuola.

Ho scritto dalla 3° media circa, in primis poesie poi mi sono dedicata sia a quelle che a scrivere racconti con modalità diverse di scrittura.

Attualmente abito a Fara Gera d’Adda (BG).

LA SUA SCHEDA NELLA FIERA DEL LIBRO DELLA BIBLIOTECA SUORE DI MONTEVERGINE

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu